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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Presidenze Camere, è scontro tra M5s e Forza Italia: il rebus non si scioglie

E' stallo sulle presidenze delle Camere nel giorno dell'apertura della diciottesima legislatura. Tutto in alto mare per il rifiuto ribadito dal M5s a un confronto diretto Di Maio-Berlusconi

I parlamentari del Pd e del Movimento 5 stelle votano oggi scheda bianca nelle prime due votazioni per l'elezione dei nuovi presidenti del Parlamento, sia alla Camera che al Senato: l'indicazione arriva dall'assemblea dei parlamentari.

Si riparte da zero. E' stallo sulle presidenze delle Camere nel giorno dell'apertura della diciottesima legislatura e delle prime votazioni di Camera e Senato per i successori di Laura Boldrini e Pietro Grasso. Il summit serale al gruppo M5s di Montecitorio promosso da Luigi Di Maio fra i presidenti di tutti i gruppi parlamentari (oltre ai Cinque Stelle, Pd, Fi, Lega, Fdi e Leu) è andato a vuoto. Forza Italia si è rifiutata di affrontare il tema dei nomi dei nuovi presidenti sottolinenando che questo "devono farlo i leader".

Nelle prime votazioni in programma stamattina a Montecitorio e palazzo Madama, quando per l'elezione sarebbero richieste larghissime intese che facciano superare i voti di due terzi del nuovo Parlamento, ci sarà una pioggia di schede bianche al posto delle auspicate fumate bianche. 

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La chiave dello stallo è il rifiuto ribadito dai Cinque Stelle a un confronto diretto Luigi Di Maio-Silvio Berlusconi, a fronte dei ripetuti colloqui e contatti fra Di Maio e Salvini. E fra Di Maio e gli altri leader dei partiti.

Il M5s guida le danze

Il Movimento 5 stelle non accetta che per dare il via libera ad un accordo sulle presidenze delle Camere ci debba essere un incontro dei "leader" delle forze politiche al quale partecipa anche Silvio Berlusconi. Lo ha spiegato ai giornalisti Danilo Toninelli, capogruppo 5 stelle al Senato, al termine del vertice di questa sera con tutte le forze presenti in Parlamento. Il centrodestra, ha detto, ha "chiesto di legittimare Berlusconi, che non ha avuto la legittimazione del popolo italiano e non può porre come condizione l'incontro con Di Maio".

Per M5s "il centrodestra è una coalizione che ha un leader e noi parliamo con lui: non siamo disponibili ad un Nazareno bis. Eravamo disposti a rinunciare a due vice presidenze, stasera poteva trasformarsi in un grande successo ma purtroppo non è stato così".

Brunetta: "Inaccettabile"

"M5s - ha denunciato al termine Renato Brunetta - si rifiuta di parlare con il presidente Berlusconi e questo per noi è inaccettabile. A suo tempo -avevamo definito che i presidenti di Camera e Senato dovevano essere oggetto di una riunione dei leader e da quella doveva discendere la definizione, nomi e cognomi, degli uffici di presidenza. Questa riunione di leader non c'è stata per volontà del M5s di non partecipare a una riunione collegiale con tutti i leader".

Il non possumus Cinque Stelle alla trattativa diretta con l'ex premier è stato rinnovato dopo che i Cinque Stelle avevano anche rinnovato il no alla presidenza del Senato per Paolo Romani, confermato invece come nome indicato dal centrodestra in un vertice a palazzo Grazioli Berlusconi-Salvini-Meloni.

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Di Maio: "No a Romani"

Luigi Di Maio fa naufragare ogni possibilità di raggiungere un accordo: per noi Romani è "invotabile". Ma il leader politico del Movimento 5 Stelle lascia uno spiraglio sulle trattative e propone, dalla sua pagina social su Facebook, un nuovo giro di incontri tra i vari capigruppo per ristabilire un dialogo che porti all’individuazione di figure di garanzia.  

"Nelle ultime ore notiamo che ci sono difficoltà nel percorso che porta all’individuazione dei Presidenti delle Camere", afferma il candidato premier M5s, che osserva: "Il Pd si è rifiutato di partecipare al tavolo di concertazione proposto dal Centrodestra, e lo stesso Centrodestra continua a proporre la candidatura di Romani che per noi è invotabile. Per questa ragione - dice allora Di Maio - proponiamo un nuovo incontro tra i capigruppo di tutte le forze politiche per ristabilire un dialogo proficuo al fine di un corretto processo per l’individuazione delle figure di garanzia per le presidenze delle Camere".

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"Cambino metodo e coinvolgano davvero tutti. L'importante - ha commentato lo stallo il segretario del Pd Maurizio Martina- è non riproporre scelte precostituite e ragionare davvero di profili di garanzia. Finora lo schema che hanno usato sia centrodestra che Cinque stelle non ha dato uno sbocco utile e speriamo abbiano capito di avere sbagliato. Le massime cariche istituzionali devono essere patrimonio di tutti".

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