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Martedì, 16 Aprile 2024
PRIMARIE PD

Primarie Pd, il garante: "Rispettare la privacy degli elettori"

L'esposto all'Autorità del sindaco di Firenze va a segno: l'albo di chi voterà alle primarie va utilizzato solo ai fini delle verifiche legate al voto. E fra Renzi e Bersani è subito corsa a gridare per primo 'vittoria'

Nel giorno in cui Bersani dalle pagine del Foglio attacca Renzi con il fioretto ed il bon-ton (“Una cosa sulla quale mi sento distante da Renzi? Lo stile e come ci insegnano i vecchi saggi ‘Lo stile è l’uomo’, e io su questo mi sento lontano da Renzi”), Renzi contrattacca con il bazooka. Ma a premere il grilletto non è stato il sindaco di Firenze, ma la sentenza del Garante sulla privacy.

Di mezzo un esposto all’Autorità garante per la protezione dei dati personali sulle regole, o meglio sulla pubblicazione dei nomi che comporranno l’albo degli elettori alle primarie. Il parere dei renziani è noto: ad urne chiuse nomi e cognomi dei votanti devono cadere nell’oblio.

Questione di partecipazione ampia. Un parere che nella sostanza ha trovato l’approvazione di Antonello Soro, il Garante appunto: “L’albo verrà utilizzato esclusivamente ai fini delle verifiche legate alle operazioni di voto”. La sottoscrizione del “pubblico appello” e l’iscrizione “nell’albo degli elettori” comportano , ha proseguito il Garante, riguardano il “trattamento di dati personali di natura sensibile, in quanto idonei a rivelare le opinioni politiche o l'adesione a partiti, associazioni o organizzazioni a carattere politico.

Tenuto conto che il Comitato della Coalizione ‘Italia. Bene Comune’ ha escluso la diffusione, anche online, dei dati personali forniti in occasione della sottoscrizione del “pubblico appello”, l’Autorità ha previsto che il Comitato fissi comunque modalità di conoscibilità dei dati che non diano luogo a quelle forme di diffusione che lo stesso Comitato ha inteso escludere”. 

CHI HA VINTO? – Da qui, come da tradizione (special modo se si tratta di questioni elettorali), è partito il classico tormentone: chi ha vinto questa battaglia? A sentir le dichiarazioni un po’ tutti. A cominciare dai renziani che si sono fatti subito sentire per bocca del coordinatore della campagna elettorale di Matteo Renzi, Roberto Reggi: “Il Garante della Privacy ci ha dato ragione su tutto: ci sarà quindi la possibilità della preiscrizione online e la tutela dei dati sensibili per tutti gli elettori! Avremo quindi primarie più libere di quelle pensate dall'apparato del Pd al quale la prepotenza non ha portato fortuna!!! Spiace..''. Dopo le parole di Reggi è stata la volta del Comitato dei renziani, lo stesso che aveva presentato l’esposto: “Siamo soddisfatti, ci hanno dato ragione”. 

BERLINGUER – Passano i minuti e prende la parola il presidente del collegio dei garanti della coalizione di centrosinistra ‘Italiabenecomune’, Luigi Berlinguer (bersaniano di ferro) che rimanda al mittente la polemica, definendo il pronunciamento di Soro “lineare” con le regole stabilite dalla coalizione: “Avevamo piena consapevolezza che non ci fosse materia del contendere e di non correre alcun rischio perché partecipazione, trasparenza e regole certe sono la nostra bussola. Avevamo già predisposto che nessuna diffusione dell'Albo fosse prevista fuori degli usi consentiti e in particolare per la diffusione on line. Altrettanto dicasi quanto a consenso antecedentemente richiesto agli interessati, individuazione del trattamento dei dati, ostensione proporzionata alle finalità, punti che nei nostri documenti erano stati contemplati in linea con le norme e la giurisprudenza esistente in materia. Lavoreremo, pertanto, fino all'ultimo giorno per moltiplicare le opportunità di partecipazione alle primarie del centrosinistra, nel pieno rispetto della tutela dei dati personali e delle riservatezza, consapevoli che la democrazia si dispiega alla luce del sole”.

BERSANIANI – E dopo l’analisi di Berlinguer arriva la stilettata di Alessandra Moretti, portavoce del Comitato Bersani: “Stupisce l'entusiasmo dei sostenitori di Renzi per un pronunciamento del Garante della Privacy che non fa altro che confermare l'impostazione già prevista dai garanti delle Primarie. In particolare si conferma che l’albo dei sottoscrittori dell'appello del centrosinistra è pubblico, anche se, esattamente come previsto dal regolamento dei garanti della coalizione, non divulgabile on line”. Vince Renzi, no vince Bersani. Vince, come sempre in questi casi, il batti e ribatti della campagna elettorale. Colpo su colpo.

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