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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Giustizia / Palermo

Berlusconi: "per Dell'Utri 19 anni di gogna". Castelli e Ingroia attaccano la Cassazione

I procuratori di Torino e Palermo contestano la sentenza che ha azzerato la condanna in appello per il senatore Pdl. E subito si apre lo scontro politico. Alfano: "sono un partito"

"Diciannove anni di sofferenza e gogna". Così Silvio Berlusconi ha commentato la decisione della Cassazione di azzerare la condanna in appello di Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. E immediatamente tornano le polemiche sulla giustizia.

Tutto è iniziato con un'intervista del procuratore di Torino Giancarlo Caselli, ex capo della procura di Palermo, che al Corriere della Sera ha spiegato che "la requisitoria del procuratore generale della Cassazione Iacoviello non ha ferito solo me, ma anche Giovanni Falcone che ha teorizzato e concretizzato nei maxiprocessi il concorso esterno in associazione mafiosa". Il tutto, definendo "imbarazzanti" le affermazioni di Iacoviello e sottolineando come il Csm ha punito colleghi per molto meno.

Sulla stessa linea il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia che a Repubblica ha denunciato come si stia continuando sull'iter di "demolizione della cultura della giurisdizione e della prova che erano del pool di Falcone e Borsellino". 

Le polemiche che ne sono susseguite, hanno visto lo scontro tra due segretari di partito, Antonio Di Pietro (Idv) e Angelino Alfano (Pdl). Per il primo, svalutare il reato di concorso esterno "è tornare indietro di venti anni, un atto di resa inaccettabile", per il secondo "la magistratura è divisa in partiti che per eufemismo di chiamano correnti; correnti che fanno congressi e che hanno iscritti", attaccando così frontalmente Caselli e Ingroia.

 

 

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