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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica

Animali nei lager, salute pubblica in pericolo: "Controlli seri e multe per salvare il made in Italy"

Telecamere nei macelli, obbligo di etichettatura, rotazione dei veterinari per controlli più efficienti: ecco la proposta di legge per riformare macelli e allevamenti intensivi "per il benessere animale e la salute pubblica". Ne abbiamo parlato con il primo firmatario, Mirko Busto

Stalle invase da insetti e topi, maiali destinati alla produzione di prosciutti ammassati in capannoni fatiscenti, pulcini tritati vivi appena nati, veterinari collusi. Non sempre il "made in Italy" è sinonimo di benessere per gli animali. E non sempre, data la scarsa trasparenza nei confronti del consumatore finale, la salute pubblica viene tutelata. "Il nostro Paese promuove in tutto il mondo la qualità dei suoi prodotti d'eccellenza, ma poi siamo al terzo posto in Europa per l'uso degli antibiotici negli allevamenti, dopo Cipro e Turchia", ci dice Mirko Busto, deputato del Movimento 5 stelle in Commissione Ambiente e primo firmatario della proposta di legge sulla videosorveglianza nei macelli.

Dopo inchieste televisive shock, come quelle della giornalista Giulia Innocenzi - conduttrice della trasmissione “Animali come noi” su Rai2 - e dopo diverse interrogazioni parlamentari e ispezioni che hanno riscontrato degrado e illeciti negli allevamenti intensivi italiani, il M5s propone un pacchetto di proposte che - per ammissione dello stesso Busto - "non risolve il problema ma rappresenta un primo passo necessario, fondamentale".

I 3 PUNTI DELLA PROPOSTA - Sono tre i punti della proposta di legge targata Movimento 5 stelle: in primis l'installazione di telecamere nei macelli, nel rispetto della privacy dei lavoratori, con multe da 5mila a 25mila euro per le aziende che rifiutano i sistemi di videosorveglianza. Chi le dovrebbe installare? "E' un onere dei privati, che presuppone ovviamente un sistema di sgravi fiscali per chi si dota di impianti di sorveglianza. I filmati che mostrano gli orrori negli allevamenti intensivi colpiscono in primis perché ci sono animali maltrattati, poi c'è la salute di chi consuma questi alimenti".

Secondo punto: formare gli operatori sulle norme relative al benessere animale e indicare obbligatoriamente in etichetta il tipo di allevamento, intensivo o estensivo, per consentire la tracciabilità della filiera potenziando i controlli in tutte le fasi, dal trasporto degli animali fino alle condizioni dell’allevamento. "Il problema principale negli allevamenti intensivi italiani è la non efficienza dei controlli e del sistema delle sanzioni - racconta Mirko Busto - ed è su questo che bisogna lavorare: migliorare il sistema dei controlli, che oggi sono sporadici, prevedendo per esempio la rotazione dei veterinari delle Asl per evitare che si creino connivenze tra personale medico ed allevatori".

Paolo Bernini, deputato 5 stelle primo firmatario della mozione sull’indicazione del tipo di allevamento in etichetta, ha ispezionato di persona alcuni allevamenti intensivi di suini in cui - dice - si verificano abusi e illeciti che "mettono a rischio anche la salute dei consumatori": 

Un orrore fatto di animali maltrattati, come i maiali costretti in gabbie troppo strette al punto da bere le proprie urine, ammalarsi o addirittura morire o come le bufale picchiate e legate dalle cui mammelle esce del sangue al posto del latte o i maschi di bufale che, non essendo utili per la produzione di latte, vengono ammazzati illecitamente.

L'ISPEZIONE IN UN ALLEVAMENTO DI MAIALI: IL VIDEO SHOCK

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Terzo punto, quello più preoccupante per la salute pubblica: l'abuso di antibiotici. "Un'emergenza che, secondo alcune stime per difetto, provoca circa 7mila morti l'anno in Italia. Lo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici è la conseguenza dell'uso eccessivo e spesso improprio di questi farmaci, sia umano che negli allevamenti intensivi". Spiega Matteo Mantero, deputato 5stelle in Commissione Affari Sociali e primo firmatario di una mozione sull’antibiotico resistenza approvata alla Camera:

L’allevamento intensivo è tra le prime cause di sviluppo di batteri antiobiotico resistenti, come Salmonella o Campylobacter, che possono contagiare l'uomo e di fronte ai quali rischiamo di trovarci disarmati. A causa delle pessime condizioni igieniche e al sovraffollamento è facile che negli allevamenti si sviluppino infezioni che si trasmettono facilmente da un animale all'altro. Vista la difficoltà di isolare gli animali malati, ed essendo anche anti economico per l’allevatore, questi vengono trattati somministrando antibiotici a tutto il gruppo. Il 71% degli antibiotici in Italia è per uso veterinario.

Una provocazione finale, deputato Busto: la politica sta dicendo agli italiani di diventare vegetariani o vegani? "Assolutamente no, quella è una scelta individuale, perché nessuno può imporre modi e gusti alimentari a qualcun altro. E' necessaria una presa di coscienza, pensiamo per esempio che i consumi di carne dal dopoguerra sono triplicati... Lo Stato ha il dovere, questo sì, di fare informazione ed educazione alimentare".

La petizione "Fermiamo l’orrore negli allevamenti" lanciata da Avaaz e rivolta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al ministro delle Politiche Agricole Martina e ai parlamentari italiani: qui per firmare

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