Sergio Mattarella e Giuliano Amato. Sono questi i due nomi su cui si sta giocando la partita dei veti incrociati per eleggere il successore di Napolitano. La candidatura di Mattarella, in particolare, sembrava accantonata ma ha ripreso consistenza nelle ultime ore. Secondo l’Ansa, che cita fonti interne alla maggioranza, il premier avrebbe provato "a convincere Silvio Berlusconi di questa soluzione per superare il veto espresso ieri dalla delegazione di Forza Italia".

Circostanza non confermata ma neppure smentita dai Renzi e Berlusconi che oggi si sono confrontati per più di due ore a Largo del Nazareno. Il commento del Cavaliere è stato laconico: "Nei prossimi giorni avremo altri incontri per arrivare a un nome condiviso. L'assemblea di Forza Italia è aperta in modo permanente".

Secondo i bene informati, però, è proprio sul nome di Mattarella che l’intesa tra Renzi e Berlusconi rischia di scricchiolare. Una militanza di lunga data nella democrazia cristiana, più volte ministro della Difesa con i governi Amato e D’Alema, la candidatura di Mattarella non è pero gradita a Berlusconi che invece insiste su Giuliano Amato. E incontrando i grandi elettori di Forza Italia alla Camera, il leader azzurro avrebbe ricordato come presidenti della Repubblica "a noi avversi", insieme a "media e Consulta avversi", si sarebbero opposti alle "nostre riforme", in particolare a quelle relative a giustizia e magistratura.

Sullo sfondo, però, restano buona parte dei candidati di area Pd circolati in questi giorni - da Piero Fassino a Walter Veltroni, passando per Sergio Chiamparino e Anna Finocchiaro - compreso quello più temuto non solo dalla minoranza, ma anche da parecchi pezzi della maggioranza renziana del partito: Graziano Delrio. Chi nel Pd non si fida di Renzi, teme che il ballottaggio Mattarella-Amato sia solo un passaggio per poi arrivare a chiudere, magari alla quinta votazione, su un nome più vicino al premier.

Presidente della Repubblica, i favoriti