rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

"Sperduti e invisibili": è allarme sui migranti minorenni scomparsi in Italia

Nel 2016 sono stati oltre 6.500 gli under 18 che hanno fatto perdere le loro tracce dopo l'arrivo nel nostro Paese. Il rapporto "Sperduti" analizza il fenomeno anche attraverso le storie dei ragazzini che sbarcano sulle coste italiane per poi cercare di raggiungere altri Paesi europei

"Pochi giorni fa sono stato alla Stazione Termini di Roma. Non era notte fonda, ma le quattro del pomeriggio. Anche lì, nel pieno centro della capitale tra pendolari e palazzi del potere, ci sono ragazzini soli, abbandonati. Ho parlato con una di loro, una sedicenne. Mi ha detto che fa uso di cocaina perché è l'unico modo per restare sveglia durante la notte e arrivare incolume al giorno dopo, non avendo un posto fisso e sicuro dove dormire. Mi ha fatto vedere i luoghi in cui nei pressi della Stazione questi ragazzini vengono adescati per la prostituzione". La sedicenne di cui parla Paolo Rozera, direttore generale di Unicef Italia, è con tutta probabilità una dei 6561 minorenni non accompagnati arrivati nel nostro Paese nel 2016 e che, una volta identificati, diventano irreperibili, ovvero non più rintracciabili nelle strutture in cui sono stati accolti.

"Noi li chiamiamo invisibili", dice Rozera alla presentazione di "Sperduti, storie di minorenni arrivati soli in Italia", il rapporto di Unicef Italia realizzato in collaborazione con l'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali. "Un bambino è un bambino. Non uno straniero, non un migrante, non un rifugiato ma un bambino", sottolinea il direttore generale. Le cifre sono impressionanti. Nel 2016 i bambini sbarcati sulle coste italiane hanno raggiunto un numero record: 28.223 su un totale di 181.436 persone sbarcate, dato che supera quello registrato nel 2014, anno dell’operazione umanitaria Mare Nostrum. Dopo lo sbarco sulle coste italiane, nel 2016 sono spariti nel nulla oltre 6500 minori, migrati soprattutto da Egitto (79%) Eritrea, Somalia, Afghanistan, Nigeria e Gambia. Bambini in fuga dalla fame e dalle guerre con una precisa strategia del viaggio, sottolinea l'Unicef: proseguire verso altri paesi europei. Il loro numero è in costante e notevole aumento: si è passati dai 1.754 del 2012 ai 6.561 di fine novembre 2016. In termini percentuali, gli irreperibili hanno raggiunto la massima incidenza nel 2015 - erano il 34% del totale dei minori non accompagnati - e nel 2016 si sono attestati al 27,4%.

bambini sperduti unicef2-2
Un bambino assiste, dalla costa, all'arrivo di un gommone carico di migranti nell'isola di Lesbo in Grecia. UNICEF/UNI197236/Gilbertson VII Photo

All’interno del rapporto si trovano le storie dei minori migranti: di chi parte per sfuggire alla povertà (un ragazzo albanese di 17 anni); di chi parte per sfuggire all’oppressione (un ragazzo senegalese e ragazzo afghano di 17 anni); della fuga (un egiziano di 18 anni); di chi sta male per le percosse (un ragazzo gambiano di 16 anni); di una vita sul treno (un ragazzo ucraino di 15 anni); di chi vuole lavorare regolarmente (un ragazzo egiziano di 16 anni); di chi è stato rimandato in Italia per effetto del Regolamento di Dublino (un bambino iracheno di 9 anni); di chi vorrebbe giocare a calcio (un ragazzo gambiano di 16 anni); di chi non è visibile amministrativamente (un bambino e una bambina di 5 e 8 anni).

PERCHE' L'ITALIA E' LA PRIMA META DI ARRIVO 

L'Italia, ancor più dopo la chiusura delle frontiere della rotta balcanica e l'accordo tra Unione Europea e Turchia del marzo 2016, è la prima meta di arrivo perché facile ed economica da raggiungere. I flussi di rifugiati e migranti provenienti dall'Africa sub-sahariana si indirizzano verso il Mediterraneo centrale per raggiungere l'Italia dal Nord Africa. Il nostro Paese tuttavia non è la loro meta definitiva, ma solo una tappa per proseguire verso altre destinazioni europee dove si trovano spesso parenti o comunità di riferimento, oltre che speranze maggiori di trovare un lavoro. Nelle strutture di accoglienza italiane ci sono soprattutto maschi (93%), anche se le femmine sono in aumento: dal 5-6% degli anni passati ora si raggiunge il 6,9%. L’82% ha 16 o 17 anni e proviene per lo più da Egitto (2.801), Gambia (2.252), Albania (1.573), Nigeria (1.456), Eritrea (1.314). Tra il 2011 e il 2015, sono aumentati i ragazzi in carico agli Uffici del servizio sociale per i minorenni, che prendono in carico il minorenne entrato nel circuito penale, sebbene incidano per l'1,6-1,7% sul totale dei minorenni e per il 6-8% sulla sola componente straniera. Tra i reati ascritti ci sono in particolare quelli legati allo spaccio di stupefacenti, seguiti da quelli contro il patrimonio.

VIDEO Trailer "Invisibili. Non è un viaggio, è una fuga. Storie di ragazzi che arrivano soli in Italia", video-inchiesta sui minorenni migranti e rifugiati non accompagnati.

"MEDIA E POLITICA PARLANO ALLA PANCIA DELLE PERSONE"

In generale, questi ragazzi provengono da famiglie di ceto medio che per sottrarsi al processo di impoverimento e di disgregazione familiare, investono sull’emigrazione di un membro. Durante il passaggio di frontiera tra il Niger e la Libia, i minorenni intervistati hanno lavorato in agricoltura e nell’edilizia. Situazione diversa invece per chi arriva da Egitto o Albania, il cui percorso è più breve e lineare. Comune a tutti "è però la sindrome dello stress legato allo spostamento, all’aver lasciato il proprio contesto di vita, al sentirsi rinchiusi in un centro, a non potere tornare indietro prima di aver estinto il debito contratto dalla propria famiglia, alla tensione verso una riuscita economica che consenta a se stessi e al proprio nucleo di origine un miglioramento nelle condizioni di vita". 

"Il tema della migrazione - sottolinea Rozera - viene trattato spesso da media e politica puntando alla pancia dei cittadini, senza approfondire. Leggiamo spesso parole ingiustificate come "invasione" o "paura": servono per raccogliere voti. La migrazione è invece un tema globale. Non per minimizzare ma per fare chiarezza: le migrazioni verso l'Italia sono solo una piccola parte di quelle che avvengono oggi nel mondo". E poi cita due esempi per chiarire e andare oltre la retorica populista dell'invasione: l'84% dei rifugiati/migranti africani si rifugia o migra in Africa; nel 2050 solo il 60% degli italiani sarà figlio di genitori italiani: questo per dire che la contaminazione culturale è già avvenuta pienamente.

bambini sperduti unicef3-2
Foto Unicef

LA LEGGE ZAMPA, UN FIORE ALL'OCCHIELLO IN EUROPA

Durante la presentazione, Unicef Italia ha promosso la petizione "Per ogni bambino sperduto", rivolta all'Unione europea, per chiedere la protezione dei diritti e l'accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti. La petizione può essere sottoscritta online sul sito dell'organizzazione. C'è tanta strada da fare, ma ci sono anche ottimi punti di partenza. Come la legge Zampa, per esempio, la prima in Europa ad occuparsi di vari aspetti fondamentali della vita delle persone minorenni che arrivano in Italia: tra questi, il testo prevede la regolamentazione delle procedure per l’identificazione e l’accertamento dell’età dei minori migranti, la promozione del loro affidamento e l’accesso alle cure e all’istruzione. Una legge, quella che porta il nome di Sandra Zampa - vicepresidente della Commissione bicamerale sull'infanzia - che per l'Unicef rappresenta "quanto di più avanzato in materia in Europa". 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Sperduti e invisibili": è allarme sui migranti minorenni scomparsi in Italia

Today è in caricamento