Cambio ai vertici di Rcs: per l'amministratore delegato buonuscita da 3,4 milioni

Può un amministratore delegato nella cui gestione l'azienda che governa registra un indebitamento finanziario netto di 938 milioni di euro ricevere una "buonuscita" di 3,4 milioni per cinque anni e mezzo di lavoro?

Se l'amministratore delegato si chiama Antonello Perricone e l'azienda è Rcs MediaGroup, evidentemente si.

Oggi Antonello Perricone ha dismesso i panni di amministratore delegato della società editrice del Corriere della Sera e come buonuscita ha ottenuto 3,4 milioni di euro.

Una cifra "in linea con quanto previsto dal contratto "ha spiegato il nuovo ad Pietro Scott Jovane. Così a Perricone "sono state liquidate le cifre di circa 3,05 milioni come 'trattamento convenzionale' e di oltre 300 mila euro 'a titolo di trattamento di fine mandato'''.  Perricone era arrivato al vertice di Rcs dopo Vittorio Colao, nel settembre del 2006, e al rinnovo del Cda in scadenza questa primavera non è stato confermato nel board. 

IL BILANCIO. Considerando che a fine 2011 l'indebitamento finanziario netto di Rcs era pari a circa 938 milioni e ora si parla di una ricapitalizzazione di 300-400 milioni per le perdite delle attività spagnole, non si può certo dire che per i manager le aziende di spicco italiane seguano la legge della meritocrazia.

IL GRUPPO RCS. Perricone lascia dopo cinque anni e mezzo la guida dell'azienda editrice, tra le varie pubblicazioni, del Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, Sette, Oggi, Visto, Novella 2000, Max, Rizzoli, Fabbri editori, Bur, Bompiani e delle emittenti Radio 105, Radio Monte Carlo, Virgin Radio Italia. 

CHI PAGA. Ovviamente a ricompensare Perricone saranno gli investitori del gruppo Rcs: Mediobanca, Fiat, la famiglia Pesenti (Italcementi), la famiglia Della Valle, la famiglia, Ligresti, Pirelli, Benetton, Intesa San Paolo, Generali...