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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

"Chi prende un voto in più, governa": perché il referendum sul maggioritario esalta Salvini

Cinque Regioni dicono sì alla richiesta di referendum abrogativo per cancellare la quota proporzionale prevista nella legge elettorale: si dovrebbe votare nel 2020. Con i sondaggi attuali e un sistema maggioritario, la Lega sarebbe naturalmente favorita, a meno che l'alleanza Pd-Movimento 5 stelle non diventi stabile e organica

C'è l'ok del Consiglio regionale del Piemonte: l'assemblea ha detto sì alla richiesta di referendum abrogativo per cancellare la quota proporzionale prevista nella legge elettorale nazionale. A questo punto, essendo stato raggiunto il numero minimo di cinque Regioni necessarie per ottenere la consultazione popolare voluta dalla Lega, inutile  l'iter in Abruzzo, da dove è arrivato comunque l'ok in tarda serata. Il Piemonte si aggiunge a Friuli, Veneto, Lombardia e Sardegna. È il centrodestra, unito per l'occasione, ad aver spinto per fare in fretta, con sedute protrattesi fino alla mezzanotte. "Sono soddisfatto - dice il governatore Alberto Cirio (Forza Italia) - chiediamo una legge elettorale chiara, per cui chi vince le elezioni governi".

Referendum legge elettorale 2020, Salvini: "Chi perde non rompe le palle"

Ancor più entusiasta è Matteo Salvini, che lancia la volata verso il referendum che dovrebbe svolgersi nel 2020: "Mi è arrivato un messaggio dal presidente della Regione Piemonte, è ufficiale: la primavera prossima avremo un referendum sul maggioritario, finalmente potranno votare 60 milioni di italiani, chi vince governa, chi perde non rompe le palle. State tranquilli - ha continuato - proveranno a fermare anche questo referendum, ma raccoglieremo milioni di firme". 

"Stop a giochini, manovrine, inciuci: chi prende un voto in più governa" ha poi scritto su Twitter l'ex ministro.

Prevedibile una sorta di corsa contro il tempo con l'attuale maggioranza Pd-M5s, che dovrà approvare il taglio dei parlamentari abbinato a una riforma elettorale in senso proporzionale. 

Maggioritario o proporzionale? Il dibattito sulle legge elettorale è aperto

I favorevoli al proporzionale ritengono che il meccanismo puramente maggioritario, ancor di più in caso di riduzione del numero dei parlamentari, potrebbe però avere effetti estremamente distorsivi del voto popolare, non garantendo adeguata rappresentazione di tutti i territori alla Camera e al Senato.  Qualcuno ritiene invece che le ragioni della volontà proporzionalista siano altre: i fautori della democrazia proporzionale pensano che, nell’era dei populismi, il meccanismo maggioritario possa costituire un pericolo.

Partiamo dalle certezze: il Movimento 5 stelle è favorevole al proporzionale: anche in caso di "sconfitta" alle urne, ovvero anche non essendo il primo partito, potrebbe avere l’ultima parola su accordi e coalizioni. Con un sistema elettorale maggioritario invece "il centrodestra sarebbe naturalmente unito" ha spiegato a più riprese l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Con i sondaggi attuali e un sistema maggioritario, la Lega sarebbe naturalmente favorita, a meno che l'alleanza Pd-Movimento 5 stelle non diventi stabile e organica. A quel punto tutto sarebbe in gioco.

In ogni caso il dibattito è vivace e apertissimo, e il referendum lo ravviva ulteriormente: ad esempio nel Pd le perplessità sull'abbandono del maggioritario ci sono. Una legge elettorale nettamente proporzionale rappresenterebbe uno snaturamento del partito, nato proprio in un'ottica di bipolarismo centrodestra-centrosinistra. 

Va sottolineato come nel referendum del 1993 quasi 29 milioni di italiani scelsero il sistema maggioritario per eleggere i parlamentari e di fatto segnarono il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. 26 anni dopo è impossibile pensare a un ritorno al proporzionale puro, vero e proprio: si andrà (per l'ennesima volta) verso un sistema misto. Ma, possiamo esserne certi, qualsiasi sarà l'esito finale, lo scontro tra governo e opposizione sarà senza esclusione di colpi: quando di mezzo c'è la legge elettorale l'accordo solitamente lo si trova solo all'ultimo istante utile.

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