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Sabato, 20 Aprile 2024
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Renzi vuole cambiare l'Italia, Bersani pensa al lavoro

Ultime dichiarazioni dei due principali candidati alla guida del centrosinistra. Per Renzi è arrivato il momento di "cambiare l'Italia". Per Bersani le priorità sono "moralità e lavoro"

Conto alla rovescia per il primo turno delle primarie del centrosinistra che si terrà domani. Una sfida tra cinque contendenti per scegliere il candidato premier alle elezioni politiche del 2013: Pier Luigi Bersani, segretario del Pd; Laura Puppato consigliere regionale del Veneto del Pd; Matteo Renzi, sindaco di Firenze, del Pd; Bruno Tabacci, deputato e assessore al Comune di Milano dell'Api; Nichi Vendola presidente della Regione Puglia, di Sinistra e Libertà.
Una votazione, per la quale si sono iscritti online oltre un milione di elettori, a cui seguirà con ogni probabilità un secondo turno di ballottaggio, visto che secondo i sondaggi nessuno dei candidati riuscirà a superare la soglia del 50 per cento dei voti necessaria, da regolamento, per essere proclamati vincitori al primo turno.

Le previsioni indicano come un secondo round Bersani-Renzi, che si terrà fra otto giorni, il 2 dicembre, e sono proprio questi due candidati che stanno catalizzando l'attenzione con le loro ultime dichiarazioni prima del voto.

BERSANI - "Moralità e lavoro: si deve partire da qui. La fiducia dei cittadini, quella che oggi si è persa, è un fattore primario della coesione, e dunque dell'economia. La lotta alla corruzione e all'evasione fiscale, la legalità, la sobrietà nei costi della politica, lo snellimento della Pubblica amministrazione, la legge sulla trasparenza dei partiti, la legge sul conflitto di interessi a tutti i livelli, le riforme istituzionali non sono solo i capitoli di un riscatto della moralità pubblica". E' il 'programma' del segretario del Pd Pier Luigi Bersani che in un'intervista all'Unità spiega che sul lavoro "ci giochiamo tutto, compresa la nostra coesione come società".

"Da dieci anni il lavoro declina, i livelli di occupazione delle donne e dei giovani sono inaccettabili. Questa è la priorità delle priorità, su cui far convergere gli sforzi del Paese" aggiunge Bersani spiegando che la ricostruzione dell'Italia "passa anche da un nuovo sistema politico". "La mia idea di sinistra è il Pd. E il Pd è anche la mia idea di centrosinistra" osserva Bersani che ribadisce: "Guai se restassimo prigionieri delle contrapposizioni di ieri", "saremo riformisti. Ma non si è riformisti senza essere radicali in alcuni passaggi cruciali".

Il Pd vuole innanzitutto "organizzare il grande campo del centrosinistra" e poi si verificheranno le condizioni per un possibile "patto" con i "moderati" e con i "civismi". Lo ha detto il segretario Pd Pier Luigi Bersani al Tg1, quando gli è stato chiesto a che punto siano i rapporti con il centro: "Io sto dando una mano assieme al mio partito a organizzare il grande campo dei progressisti, punto. Dopodiché chiedo che questo campo dei progressisti si rivolga a forze moderate e europeiste, costituzionali, che non vogliano rincorrere derive populiste né revival berlusconiani...".

Ha aggiunto Bersani: "Dopodiché vedremo, come si configurerà questo centro, che mi pare sia in fase di allestimento, con quali posizioni programmatiche. Quel che è importante è avere una posizione, noi ce l'abbiamo chiara: non pensiamo di presentarci in modo settario, ma non solo a quelle forze politiche: anche ai civismi, anche ai cittadini, ai moderati. Se ce ne saranno le condizioni siamo disposti a verificare la possibilità di un patto".

RENZI - Matteo Renzi non vuole solo un "rinnovamento generazionale" ma anche "cambiare l'Italia". Il sindaco di Firenze lo ha detto al Tg1: "Sicuramente c'è il rinnovamento generazionale, in tutti i paesi questo è un dato di fatto. Ma non vogliamo solo cambiare la faccia di qualche parlamentare, ma cambiare la faccia del paese e portare gli italiani a scegliere elementi di futuro. Non si tratta soltanto di una scommessa anagrafica. Lo possono fare anche i giovani, insieme all'esperienza degli anziani. Ma chi è stato lì 25 anni ormai ha fallito".

I sondaggi per le primarie del centrosinistra "sono stati ballerini". Lo ha detto Matteo Renzi, in un'intervista a Rtv 38. "Loro - ha aggiunto riferendosi a Bersani - dicono che ce la fanno al primo turno e di essere avanti di 15 punti. Io dico di no". Punta al ballottaggio? "L'obiettivo è vincere, nel rispetto e nella lealtà di saper perdere. Senza premi di consolazione, perché - ha concluso Renzi - io non voglio diventare come uno di loro".

VENDOLA - "Bersani in questi giorni ha mantenuto ispirazioni nobili, ma sempre contraddittorie. Lo vedo costretto a contorsioni logiche e culturali per non prendere posizioni nette e chiare sui temi più importanti". Lo dice Nichi Vendola sul quotidiano 'Pubblico', intervistato dal direttore Luca Telese.

"Ad esempio - prosegue Vendola - sulla produttività: ma come si fa a non sostenere Susanna Camusso e la Cgil nella battaglia per difendere la civiltà del lavoro e il ruolo, simbolico ed economico dei contratti nazionali. Temo che il Pd di Bersani finisca per trovarsi tra mondi che si combattono e la realpolitik lo porti a fare cose che non pensa". "Io - prosegue - sono il candidato che è andato a Melfi, a Pomigliano, che difende la rappresentanza della Cgil attaccata da Marchionne, che considera inderogabile la battaglia sui diritti e non negoziabili le aspettative delle donne contro il femminicidio, e quello degli studenti nella difesa della scuola, Questi sono fatti politici.
Vedo che in queste ore tutti gli altri concorrenti alle primarie fanno a gara per dichiararsi di sinistra. A parole".

"Le primarie e la costruzione del centrosinistra sono l'unico campo di gioco per la sinistra. Al di fuori c'è solo Grillo. So che nel Pd c'è una contesa aspra, ma la mia partecipazione alle primarie ha obbligato tutti i candidati ad una presa di distanza dai provvedimenti e dalla politica di Monti, e archiviare la sua agenda". Lo dice Nichi Vendola in un'intervista al 'Manifesto'.

"Il buon senso della mia piattaforma politico-culturale - prosegue Vendola - è rivelata dall'insostenibilità sociale delle politiche del rigore. Il centro è così affollato di molti volti nuovissimi, con un Montezemolo tornato dall'esilio - ironizza Vendola - Si chiama centro solo perchè l'Italia ha avuto una destra latinoamericana. Pensare al centro come moderati è fantasioso. L'Udc non è la Dc di De Gasperi e Moro. Un qualsiasi compromesso con Casini è impossibile".

TABACCI - "Una coalizione di centrosinistra ha bisogno di entrambe le componenti per vincere: una sinistra anche radicale e un centro equilibratore". Ne è convinto Bruno Tabacci, uno dei cinque candidati alle primarie del centrosinistra, che, intervistato a Sky Tg24, si è detto "sereno" alla vigilia del voto. "Mi sono anche divertito", ha aggiunto Tabacci, che però non ha voluto dire per chi voterà a un eventuale ballottaggio: "Aspettiamo i risultati di domani".

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