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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica

Renzi a tutto campo: "Se perdo il referendum costituzionale ho fallito"

Due ore e venticinque minuti: tanto è durata la conferenza stampa di fine anno del premier. Ecco il Renzi-pensiero "in pillole": il referendum, la ripresa dell'economia, la questione migranti, le elezioni amministrative e quelle politiche del 2018

"Il 2015 è andato meglio del 2014, meglio delle nostre previsioni, lo dice la realtà dei fatti: è stato un buon anno". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nella abituale conferenza stampa di fine anno tenuta a Montecitorio, nell'auletta dei gruppi parlamentari della Camera. Un premier "a tutto campo", che ha affrontato i più disparati temi di attualità, politica, economia e non solo. 

CONFERENZA FIUME - Due ore e venticinque minuti: tanto è durata la conferenza stampa di fine anno del premier.  Dopo 30 minuti esatti di discorso dal podio accompagnato dalle slides decorate da gufi sull'attività di Governo e maggioranza nel 2015 il Premier ha risposto alle domande dei giornalisti. Ecco la conferenza di Renzi "in pillole".

RIFORME. "In alcune delle principali sfide, che erano difficili da vincere - ha aggiunto - c'è un segno positivo. Un anno fa si diceva che in Italia c'è un stagnazione perenne, non tornerà mai al segno più, se guardiamo ai dati quest'anno il Pil torna a crescere, +0,8%, era previsto lo 0,7". "Sulla riforma costituzionale tutta l'estate si è detto 'non ci sono i numeri, sarà l'ennesimo flop'. Ancora non è chiusa ma credo che ci possa essere l'11 gennaio la votazione definitiva. Pensiamo di tenere il referendum nel mese di ottobre e saranno i cittadini a dire se sono riforme imposte dall'alto o scelte dai cittadini". 

OBIETTIVO 2018 -"Non sono terrorizzato" dai sondaggi "nel 2018 vinciamo al primo turno: liberi di non crederci e liberi gli italiani di cambiare idea" fino ad allora. "Io - dice Renzi - ho preso un partito che aveva preso il 25% alle elezioni non dimenticatelo e preferisco un Pd al 40% nei risultati elettorali e ben oltre il 30% nei sondaggi a un Pd del 25% - ha ricordato il premier -. Una delle cose che più mi fa sorridere è il ritratto che spesso i giornali fanno di me ossessionato dai sondaggi. Le prime settimane che ero a palazzo Chigi li guardavo ma da marzo 2014 io guardo i dati dell'aumento della grande distribuzione, cioè quanto gli italiani tornano a spendere, a me interessa questo non i sondaggi".

JOBS ACT. Grazie al Jobs act "ci sono più tutele in Italia e ci sono più posti di lavoro". "Si diceva - ha affermato Renzi - il Jobs act non sarà mai approvato. Il tasso di disoccupazione è ancora molto alto ma è all'11,2 per cento. Quando trovate un ragazzo che uscendo da dove sei dice 'ti ringrazio perché ho un contratto a tempo indeterminato', quando ti capita di essere fermato da un cittadino ti rendi conto che tante polemiche sul Jobs act e sulla riforma del mercato del lavoro hanno visto nel 2015 un elemento di chiarezza, ci sono più tutele in Italia".

POPULISMO -  "C'e' ancora tanto da fare, ma vi ricordate com'era l'Italia due anni fa? L'Italia si è rimessa in moto, è un Paese solido e stabile. La politica ha battuto il populismo 4 a 0", ha proseguito il premier, snocciolando i risultati dell'esecutivo.

TASSSE - Sulla possibile riduzione delle tasse nel 2017: "È stato individuato un percorso Irpef, Irap, Ires e pensioni come asse di intervento, ma non è serio dare adesso dettagli, perché non sono definiti. La discussione vera sarà nell'estate 2016", e ha scherzato: "Se Padoan sente che sto parlando di tagli delle tasse 2017 mi torna a Roma sconvolto".

REFERENDUM - Ha attaccato le previsioni dei 'gufi', Matteo Renzi, che ha confutato le dichiarazioni dell'anno scorso:  "Si diceva che le riforme costituzionali sarebbero state l'ennesimo flop", invece "l'11 gennaio saranno votate dalla Camera e ragionevolmente si andrà a stretto giro al Senato e poi immaginiamo il referendum a ottobre 2016 e saranno i cittadini a dire se sono riforme calate dall'alto". Poi ha chiarito: "Se perdo il referendum costituzionale considero fallita la mia esperienza in politica".

EUROPA. "Non ho dichiarato guerra all'Europa, l'Italia non fa guerra all'Europa, stiamo chiedendo all'Europa di far rispettare le regole, tutte e a tutti". "Non c'è provvedimento - ha aggiunto il premier - su cui l'Italia ha chiesto deroghe, non sta attaccando l'Unione europea sta dfendendo l'Unione europea". "L'Europa può esplodere? Si, ma non sulle questioni economiche". "La mia opinione è che le elezioni in Francia siano andate in quel modo non sulla base degli attentati ma della situazione economica - ha spiegato il premier - infatti i sondaggi di fine ottobre sono come i risultati dicembre, la Le Pen era il primo partito anche prima degli attentati. C'è un legame tra la crescita del populismo e la mancanza di crescita e se l'Europa crolla è perchè perde l'idea di cosa è l'Europa, perde la sua identità, i suoi valori".

MARO' - La vicenda di Nicola Latorre e Massimiliamo Girone, i due fanti di marina accusati dalla giustizia indiana di aver ucciso due pescatori mentre svolgevano un servizio di scorta anti-pirateria sul mercantile italiano Enrica Lexie, "nel 2015 ha preso una piega diversa dal passato: c'è un tribunale internazionale che giudicherà". 

MIGRANTI - Sulla gestione di profughi e migranti, l'Italia ha posto una questione "non tanto numerica, ma politica", anche perché gestire "da sola" gli sbarchi: serve una politica dell'immigrazione che "stia in un quadro unitario" europeo dice Renzi. "L'Italia ha posto un tema, non tanto numerico ma politico. Vi lascerà sorpresi, ma l'Italia può fare da sola: quest'anno ha ricevuto poco più di 150mila sbarchi. Un paese da 60 milioni di abitanti può procedere abbastanza agevolmente. Questa è la realtà dei fatti", ha affermato il capo del governo. "Abbiamo avuto - ha proseguito - 500 comuni che si sono fatti carico" dei migranti. "L'idea dell'invasione non è realtà" spiega il premier.

UNIONI CIVILI - Renzi non ipotizza uno "stralcio della stepchild adoption" dal ddl sulle unioni civili: "Personalmente nasce come proposta alla Leopolda 2012, l'abbiamo appoggiata allora, ovviamente su questo e su altro ci sono opinioni diverse". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, alla conferenza stampa di fine anno. Sulla legge sulle unioni civili, ha aggiunto, "non c'è unanimità di consensi ma c'è la grande occasione di una discussione seria senza steccati ideologici. La legge ci vuole e va fatta nel 2016, mi auguro che la discussione sia rapida, si è già parlato abbastanza, e i tempi di realizzazione stretti".

PENSIONI -  Nel 2016 il governo non cambierà il sistema pensionistico ma potrebbe intervenire sulle pensioni d'oro. "Noi non tocchiamo le pensioni degli italiani - ha affermato Renzi - e se ci sarà da fare degli interventi sulle pensioni d'oro sarà fatto dopo un lungo dibattito, una lunga discussione contraddistinta da grande trasparenza. E sono grato al presidente dell'Inps Boeri perchè sta facendo un lavoro molto serio di trasparenza" sulle pensioni delle varie categorie.

ROMA - A Roma si andrà al voto nel 2016, "intorno al 10 giugno", e gli esponenti del Movimento 5 stelle che ipotizzano un rinvio hanno "le allucinazioni". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi. "Questo tipo di elucubrazione - ha detto - che effettivamente alcuni esponenti del M5s hanno avuto modo di esprimere, 'hanno talmente paura che rinviano le elezioni', sono una sorta di allucinazione, quasi come quello che vuol chiudere macellerie e tabaccai, sono visioni allucinogene. Si va a votare nel 2016 perchè si è dimesso il consiglio comunale e intorno al 10 giugno si voterà per il prossimo sindaco di Roma".

ENI - Il governo non intende cedere altre quote dell'Eni. "Non credo - ha detto il presidente del Consiglio - che possiamo privatizzare ancora aziende a dismisura, non scendo ancora sull'Eni"

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