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Sabato, 20 Aprile 2024
Partito democratico

Tra Renzi e il Pd è guerra aperta, Finocchiaro: "E' un miserabile"

Il sindaco di Firenze interviene sulla corsa al Colle: "Deve rappresentare tutti: no a Marini e Finocchiaro". Poi l'attacco al segretario: "Cerca solo l'insulto". E Fassina replica: "Da Renzi delirio di onnipotenza"

Scoppia la polemica sulle parole del sindaco di Firenze Matteo Renzi che ha attaccato la senatrice Anna Finocchiaro e una sua possibile candidatura al Quirinale. "Non mi sono mai candidata a nulla. Conosco bene i miei limiti e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterli. Ho sempre servito le istituzioni in cui ho lavorato con dignità e onore, e con tutto l'impegno di cui ero capace, e non metterei mai in difficoltà né il mio Paese, né il mio partito. Trovo che l'attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile, per i toni e per i contenuti", ha dichiarato la Finocchiaro, commentando le dichiarazioni di Renzi.

"Trovo inaccettabile e ignobile che venga da un esponente del mio stesso partito - ha continuato - Sono dell'opinione che chi si comporta in questo modo potrà anche vincere le elezioni, ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato".

"Renzi continua a fare prevalere le sue pur legittime aspirazioni personali rispetto agli interessi del Paese e mi sembra irresponsabile. Ormai è evidente che i sondaggi creino deliri di onnipotenza...non si capisce a quale titolo il sindaco di Firenze dia patenti per l'accesso o meno al Quirinale", ha affermato in una intervista a "Repubblica" il responsabile economico del Pd Stefano Fassina secondo il quale il metodo per la scelta del successore di Napolitano deve essere la condivisione.

"Se l'obiettivo - ha spiegato - è quello di uscire dalla Seconda Repubblica, l'unica strada è un consenso largo, una condivisione", "ritengo che nel Pd, che guarda agli interessi del Paese, la stragrande maggioranza sia per questa linea. Andiamo avanti lungo la via intrapresa di ricerca di un nome in comune con le altre forze politiche". In un'intervista all'Unità Fassina, inoltre, ha osservato che "il nostro obiettivo deve essere quello di eleggere il nuovo presidente della Repubblica giovedì stesso", il fatto che salti la ricerca di un'intesa con il Pdl e con gli altri partiti è "un'ipotesi da scongiurare perché sarebbe un messaggio davvero brutto per il Paese".

SCONTRO. Lo scontro si fa duro nei piani alti del Partito democratico. E il botta e risposta a distanza tra il segretario Bersani e il rottamatore Renzi assume toni sempre più aspri.

"Siamo ad un incrocio e questo è un ulteriore elemento di difficoltà in una fase difficile, ma è indecente che in questa fase si dica 'la politica faccia presto'. Di qualunquismo in giro ce n'è già troppo", aveva detto Bersani nel corso della manifestazione del Pd sabato scorso a Roma, criticando indirettamente Renzi che aveva "invitato" la politica a darsi una mossa per uscire dall'impasse.

L'ATTACCO DI RENZI - Non si fa attendere la risposta del sindaco di Firenze. "Mi spiace che Bersani cerchi l'insulto e l'accusa per di più tra persone dello stesso partito", ha dichiarato Renzi al Tg5. "Ho solo detto che bisogna fare presto. Mi spiace che i destini personali di Bersani siano più importanti". E su Berlusconi che si ricandida a premier, annuncia: "Mi piacerebbe sfidarlo per mandarlo in pensione". Io non sono diventato grande elettore per una telefonata partita da Roma? "Chi se ne frega, di telefonate ne hanno fatte altre, quello che mi colpisce è lo stile, l'atteggiamento da intrallazzini quando si dice una cosa in pubblico e un'altra in privato", ha spiegato Renzi.

ROMANZO QUIRINALE - Il sindaco di Firenze, quindi, ha bocciato le candidature di Franco Marini e Anna Finocchiaro al Quirinale. "Il profilo che va bene è quello di un nome che coinvolga la maggioranza più alta possibile", ha spiegato. Le motivazioni della sua scelta: "no" a Marini in quanto senatore già bocciato dagli elettori in Abruzzo alle ultime elezioni, e "no" ad Anna Finocchiaro ricordando le foto della sua spesa all'Ikea con la scorta e, per questo motivo, poco adatta, a suo dire, per un messaggio anticasta.

E in una lettera a La Repubblica Renzi torna sulla questione dei candidati al Colle, rispondendo a Rosy Bindi che aveva parlato per il Quirinale di una personalità dal profilo cattolico. "Non basta essere cattolici, basta che sia un galantuomo. Per me può essere buddista, musulmano, ebreo, ateo. Mi interessa che rappresenti l'Italia, che sia custode dell'unità in tempo di divisioni", si legge ancora. "Mi interessa che sia applaudito per strada come quel galantuomo di Napolitano, che sia al di sopra di ogni sospetto e che sia il presidente di tutti. Il Quirinale non potrà mai essere la casa di una parte, ma di tutti gli italiani".

"DA RENZI DELIRIO DI ONNIPOTENZA" - Il responsabile economico del Pd, il bersaniano Stefano Fassina, non digerisce le prese di posizione del "rottamatore". "Renzi continua a far prevalere le sue pur legittime aspirazioni personali rispetto agli interessi del paese e mi sembra irresponsabile. Ormai è evidente che i sondaggi creino deliri di onnipotenza... non si capisce a quale titolo il sindaco di Firenze dia patenti per l'accesso o meno al Quirinale". Fassina prosegue: "Se l'obiettivo è quello di uscire dalla Seconda Repubblica l'unica strada è un consenso largo, una condivisione. Ritengo che nel Pd, che guarda agli interessi del paese - aggiunge -, la stragrande maggioranza sia per questa linea. Andiamo avanti lungo la via intrapresa di ricerca di un nome in comune con le altre forze politiche". Intervistato anche dall'Unità, Fassina sottolinea che "il nostro obiettivo deve essere quello di eleggere il nuovo presidente della Repubblica giovedì stesso". Se il lavoro di questi ultimi giorni per trovare l'intesa con il Pdl e con le altre forze politiche in Parlamento saltasse, per Fassina sarebbe "un'ipotesi da scongiurare perché sarebbe un messaggio davvero brutto per il Paese".

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