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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il Pd sceglie il Mattarellum / Italia

"Al voto con il Mattarellum": Renzi punta tutto sulla legge "del Quirinale"

Per superare l'impasse del Pd, l'ex presidente del Consiglio lascia al Governo Gentiloni gli "affari correnti" e getta in mischia la palla di una legge elettorale scritta nel 1993 dall'attuale Capo dello Stato e che riunisce minoranza dem e opposizioni

"La politica dev'essere un punto alto di mediazione nell'interesse generale... altrimenti le istituzioni saltano e prevale chi ha più forza economica o più forza di pressione, che è poi lo stesso". Così Sergio Mattarella nel 1989 parlava con Giampaolo Pansa che intervistò l'allora Ministro per i rapporti con il Parlamento. Sergio Il Calmo, in un epiteto che vale ancora 27 anni dopo, descriveva il clima che attanagliava  il partito di maggioranza relativa, ormai prossima al congresso. De Mita, che oltre ad essere il segretario del partito era anche presidente del consiglio, venne messo in minoranza e lasciò la segreteria del partito ad Arnaldo Forlani. "Partiti asfittici sempre più lontani dal loro retroterra sociale - precognizzava Mattarella - colpiti da una "peste"  che senza energie nuove raccolte dalla società, finirà col soffocare i partiti che in pochissimi anni diventeranno dei corpi sempre più separati e sempre meno qualificati".

Ieri la Dc oggi il Partito Democratico di Matteo Renzi, che dopo aver straperso il referendum e lasciato palazzo Chigi, ha affrontato da Segreterio un Pd squassato fin nelle fondamenta della minoranze, accusate non da ultimo di presentarsi con "facce da bronzo" all'opinione pubblica. 

Per superare l'impasse di partito, in un gioco di prestigio che sà di naftalina, Renzi ha buttato in pasto all'assemblea Pd la discussione sul Mattarellum da riproporre come legge elettorale richiamando in causa il Quirinale. Ecco dunque l'eterno ritorno dell'uguale, con i problemi di 27 anni fa che si riaffacciano a palazzo. Matterella, nel 1993 scrisse una legge elettorale per rimpiazzare il sistema proporzionale in vigore fin dal 1946 e rottamato dal referendum popolare del 18 aprile 1993. Il 4 agosto dello stesso anno nasce  un sistema prevalentemente maggioritario all'italiana retto da due leggi, 276 e 277, che introducono rispettivamente per Camera e Senato il "Mattarellum" con il 75% dei seggi assegnati con il metodo maggioritario a turno unico, il recupero proporzionale dei più votati non eletti per il Senato attraverso lo "scorporo" e un proporzionale con liste bloccate per il rimanente 25% dei seggi assegnati alla Camera.

L'elaborato sistema che riunendo tre diverse modalità di ripartizione dei seggi divenne noto come Minotauro, e che concepisce inoltre uno sbarramento del 4% alla Camera, rimase in vigore fino al 2005 quando venne sostituita dalla legge Calderoli. Il Matterellum garantisce un bipolarismo  come chiaro dai risultatei delle tre elezioni che regolamentò: nel 1994 portò al primo governo Berlusconi, poi sostituito dal "tecnico" Dini; nel  1996 con i governi del centrosinistra Prodi I, D'Alema I e II, Amato II; e nel 2001 con i 5 anni dei governi Berlusconi II e III.

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Ora l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, ripropone la stessa legge elettorale visto che allo stato attuale ci sono due sistemi molto diversi per il Senato (consultellum) e Camera, quell'Italicum che averebbe dovuto regolare il Parlamente riformato e su cui ore è pendente un giudizio della Corte Costituzionale il prossimo 24 gennaio. 
Il partito uscito vincitore alle ultime elezioni si trova a confrontarsi con la "tiepida" approvazione della road map di Renzi che allontana nel tempo il congresso mentre è già campagna elettorale: il 21 dicembre la "riunione dei segretari regionali e provinciali" per riorganizzare partito e programma anche in chiave europea.
Così mentre a gennaio la Corte Costituzionale giudicherà l'ammissibilità dei referendum della Cgil, la minoranza del Pd uscita vincitrice dal Referendum vuole dare un'altra spallata alla renzizazione del Partito e del paese chiedendo di modificare la riforma cardine dei mille giorni di governo, il jobs act.

Gentiloni resta alla finestra, con il governo che in settimana, sarà chiamato alla scelta di viceministri e sottosegretari, ma entra in un gioco più grande in cui già si guarda alle prossime elezioni. 
La vera partita politica si giocherà sulle "elezioni da convocare il prima possibile". "Basta una legge fatta da un solo articolo per tornare al Mattarellum", ha sottolineato Renzi, consapevole che la legge del 1993 che porta la firma del presidente della Repubblica raccoglie vasti consensi anche nelle altre forze del Parlamento. 

"Sì al Mattarellum e una legge che cambi le norme sui voucher" ha detto Guglielmo Epifani, intervenendo all'Assemblea nazionale del Pd a nome della minoranza. "Sul Mattarellum - spiega - tutto il Pd si può ritrovare" anche se sul tema congresso, c'è chi va all'attacco. "Esprimo solidarietà umana a Matteo Renzi ma, con la stessa sincerità, dico che serve una guida diversa al Pd", dice Gianni Cuperlo.

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"Il nostro segretario Salvini sulla legge elettorale ha parlato in maniera molto chiara, e personalmente condivido totalmente la posizione che ha assunto: la proposta del Mattarellum l'hanno fatta Renzi ed il Pd e se questo modello elettorale consente di andare al voto nei tempi più rapidi possibili allora noi ci siamo, in commissione e in Aula". Lo afferma Roberto Calderoli della Lega.

"Nessuna preclusione a confrontarci sul Mattarellum. Ma qualcuno spieghi a Renzi che i collegi di tanti anni fa non possono essere riproposti e che per ridisegnarli ci vogliono mesi". Lo dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, presidente di 'Idea'.

"Da Renzi vedo troppo tatticismo - argomenta l'ex ministro Raffaele Fitto, il pugliese ex Forza Italia ora leader dei Conservatori Riformisti - Tutti sanno che le carte vere saranno messe da tutti sul tavolo solo dopo la sentenza della Corte. "Noi - prosegue - siamo contro il sistema proporzionale. L'idea di una legge proporzionale pura sarebbe una specie di ritorno dei morti viventi: il ritorno di un sistema da prima repubblica per cui tutto accade dopo il voto, alle spalle degli elettori . L'Italia ha invece bisogno di un sistema "decidente" e "aggregante", non di un sistema consociativo".

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"Il Mattarellum non è un sistema elettorale riproponibile". E' lapidario il forzista Maurizio Gasparri. "Un sistema concepito per una sfida bipolare, con l'attuale articolazione quanto meno tripolare del sistema politico, non darebbe alcun esisto positivo. La legge elettorale va fatta insieme. Il Mattarellum è fuori dal tavolo. Se lo mettano bene in testa".  
"Matteo Renzi ha straperso il referendum e ora straparla - rincara il capogruppo alla Camera Renato Brunetta - Ha ancora l'assurda convinzione di essere lui il dominus della politica italiana".

Per Forza Italia il richiamo al sistema proporzionale lo enuncia Elena Centemero, rapporteur del Consiglio d'Europa sui sistemi elettorali. "il Mattarellum poteva andar bene anni fa ma non oggi".
Ma è il governato della Liguria Giovani Toti a riproporsi come mediatore: "Il presidente Berlusconi ha detto di essere pronto a collaborare su una legge elettorale condivisa ma ora il Partito democratico non può dirci: prendere o lasciare. Il Mattarellum può essere una base di discussione. Il rischio è quello di non produrre un vincitore."
 

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