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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Salvini è isolato, Renzi e i 5 stelle ora possono costringerlo alle dimissioni

C'è già la data: 12 settembre. Sfiduciare il ministro dell'Interno e al tempo stesso inaugurare un Conte bis, con l'appoggio di una pattuglia di responsabili per portare la data delle elezioni a dopo la manovra di bilancio. Il Pd: "Nessun negoziato"

La crisi di governo arriva nella sua giornata decisiva, ma sul calendario è già segnata una data che è ben oltre l'orizzonte degli eventi: il 12 settembre. Prima di arrivarci occorre tuttavia vedere nel dettaglio la situazione politica alla vigilia dell'intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Senato che affronterà la mozione di sfiducia domani alle 15:00.

Salvo una clamorosa retromarcia della Lega con il ritiro della sfiducia, per Salvini e Carroccio potrebbe essere la giornata in cui prendono atto di essere minoranza a Palazzo Madama. Il Movimento 5 stelle infatti voterà compatto per la fiducia al premier. E i parlamentari pentastellati potrebbero non essere i soli. 

Se il Partito Democratico ufficialmente nega la possibilità che vi sia un "negoziato sul governo" o una "caduta di tabù per un eventuale Conte bis" da tempo si ragiona di uno scenario che veda Pd e 5stelle insieme per un governo di scopo. Oggi Luigi Di Maio, intervenendo all'assemblea dei gruppi parlamentari del M5s, in corso alla Camera ha detto: "Non apriamo ne' chiudiamo a nessuno. Noi dobbiamo affidarci al Presidente della Repubblica e al percorso istituzionale che vorrà delineare".

"Il taglio dei parlamentari deve essere un obiettivo di legislatura. Ma non dobbiamo fermarci, dobbiamo puntare a tagliare anche gli stipendi, c'è una nostra proposta"

Per un accordo sul programma - come abbiamo già visto - non resterebbe che riaccendere un "forno" già aperto un anno fa. Mentre dalla riunione con Beppe Grillo è stato ufficializzato il veto ad un accordo, la proposta avanzata dall'ex premier Matteo Renzi aveva trovato terreno fertile già la scorsa settimana.

Sfiducia a Salvini: 12 settembre

Ora Renzi rilancia con una proposta che potrebbe costituire la base di una nuova maggioranza: votare una sfiducia al ministro dell'Interno costringendolo così alle dimissioni.

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Il senatore fiorentino rilancia dai suoi profili social una petizione pubblicata sulla pagina dei "comitati di azione Civile", da più parti considerati il nucleo di un nuovo partito di centro che l'ex premier sta da tempo coccolando sulla matrice del movimento "En Marche" del presidente francese Emmanuel Macron. 

Nella petizione firmata da Renzi si chiede una mobilitazione per chiedere le "dimissioni di Matteo Salvini" senza mancare di sottolineare come nel calendario parlamentare è previsto per il 12 settembre il voto di sfiducia al ministro dell'Interno. "Troppo tardi", come rimarcato più volte in passato dal senatore di Rignano, sempre più lontano dall'attuale dirigenza di Nicola Zingaretti.

Tuttavia procrastinare la crisi darebbe tempo per trovare le basi per una nuova maggioranza. 

Crisi di governo, ultime notizie

Sempre che, alla fine, i conti dell'abaco non mostrino una compagine di "responsabili" che possano sostenere un governo di centrodestra. Servirebbero non solo i voti del gruppo misto, ma anche una pattuglia di fuoriusciti pentastellati. 

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Come confida Gianfranco Rotondi, storico dirigente della Dc, non tutto pare scontato in quella che è a tutti gli effetti la crisi di governo più pazza del mondo. 

Senza dimenticare la crisi atavica che ormai affligge Forza Italia da cui ormai si è staccata la fazione che appoggia il governatore della Liguria Giovanni Toti, non resta che attendere il voto di domani per avere una prima conta delle forze in campo. 

Con la parlamentarizzazione della crisi - dopo ben 10 giorni di immobilismo - tutto sarà nelle mani del Quirinale. Al capo dello Stato Sergio Mattarella il compito di trovare una maggioranza per un governo 'elettorale' per portare l'Italia al voto nel 2020, oppure di sciogliere le Camere e chiamare gli italiani alle elezioni tra ottobre e novembre. 

Governo, tutto nelle mani di Mattarella (ma già ci sono i nomi del nuovo governo)

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