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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Renzi: "Se perdo il referendum vado a casa, è una questione di serietà"

"Davvero vogliamo continuare ad avere il Parlamento più numeroso e più costoso del mondo? Io credo che sia arrivato il momento di cambiare" dice il premier

"Il referendum è su questo. Se lo vinciamo, l'Italia diventerà un Paese più semplice e più stabile. Se lo perdiamo, vado a casa. Per serietà. Non resto aggrappato alla poltrona. Questa è personalizzazione? No. Questa è serietà". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi in un'intervista all'Eco di Bergamo risponde a proposito del referendum costituzionale.

"Si chiama personalizzazione ciò che io chiamo serietà. Si vota su un quesito semplice: volete finalmente cambiare passo e ridurre il numero e gli stipendi dei politici? Se dite sì, si cambia. Se dite no, continueremo con questi sprechi - spiega Renzi -. Volete che le Regioni si occupino finalmente delle loro priorità e competenze senza sprecare soldi e tempo nelle promozioni turistiche in Cina o in venti diverse legislazioni sull'energia e sui rifiuti, sulle autorizzazioni e sulle infrastrutture? Se dite sì, si cambia. Se dite no, continueremo con questo federalismo sprecone dove molte regioni buttano via i fondi europei. Volete un governo stabile che dura cinque anni, sulla base delle indicazioni dei cittadini? Se dite di sì, si cambia. Se dite no, torneremo all'instabilità, ai governi che cambiano ogni anno, agli inciuci di palazzo. Tutto qui".

A chi gli chiede perché comincia la lunga corsa verso il referendum costituzionale da Bergamo Renzi risponde: "Perché questo referendum non è solo per i politici o per i costituzionalisti. Impatta pesantemente sul futuro dell'Italia produttiva, di cui Bergamo è una delle indiscusse capitali. Ridurre i costi e i posti della politica, semplificare il rapporto tra Regioni e Stato, ridurre i tempi per le leggi e per le amministrazioni pubbliche, dare all'Italia la stabilità che hanno tutti i nostri amici e competitor internazionali: si vota su questo. Davvero vogliamo continuare ad avere il Parlamento più numeroso e più costoso del mondo? Io credo che sia arrivato il momento di cambiare. E la laboriosa Bergamo, ben guidata dal mio amico Giorgio Gori, sarà in prima fila in questa sfida, ne sono certo".
 

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