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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Renzi rifiuta la corte di Bersani: "Io faccio il sindaco"

Il 'rottamatore' non ha intenzione di lasciare Firenze "per la politica romana". Niente "squadrone" come invece gli aveva chiesto il segretario del Pd

Le indiscrezioni raccontano di un Berlusconi pronto a scendere nuovamente in campo. Bersani, vinte le primarie, da Tripoli, nella sua prima missione estera da candidato premier, non si scompone troppo. E se dovesse scontrarsi con Berlusconi? “Auguri. Se sarà sfida la faremo. Non vedo l’ora”. L’ipotesi non è ufficializzata ma molto chiacchierata.

Il segretario del Pd dalla Libia pare minimizzare ma sa che le voci potrebbero prendere concretezza. E visto che dalle parti di via del Nazareno Silvio Berlusconi è ancora considerato il pericolo numero uno, la sinistra si prepara alle grandi manovre.

Messe da parte le primarie c’è da pensare alla compagine di governo. E di governabilità: l’asse Pd-Sel-Psi non si discute. Ma la triplice alleanza non sembra possa bastare. Per questo Bersani continuerà a tenere aperta la porta all’Udc. Un accordo complicato, oggi lontanissimo. Tra Casini e Bersani c’è di mezzo un macigno, Vendola. Da queste posizioni sarà difficile tornare indietro.

SQUADRONE – Il vero obiettivo di Bersani tuttavia rimane quello di mettere assieme uno squadrone targato Pd. Per questo avrebbe bisogno di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze portatore sano di voti. Qualcuno li vorrebbe fianco a fianco, ricalcando l’esempio del ticket americano. “Quello che abbiamo fatto – ha affermato il segretario – non l’abbiamo fatto Matteo ed io, non sono voti di Renzi o Bersani. Ticket? Non abbiamo il duopolio, io non pretendo il monopolio ma siamo un collettivo aperto e plurale, discutiamo insieme e poi siamo uno squadrone che vuole servire il Paese”.

RENZI –  Ma il sindaco di Firenze, questa mattina ha messo un punto fermo sul suo futuro. “Continuerò a fare il sindaco”, ha affermato mentre seguiva i lavori di una demolizione cittadina. “Naturalmente – ha proseguito – spero che il centrosinistra non perda la grinta che ha avuto in questi tre mesi: tutti noi dobbiamo dare una mano perché questo accada senza continuare con le solite discussioni”. Discussioni della serie “ticket-no ticket, ministro-no ministro, Parlamento-no Parlamento. Io faccio il sindaco e cerco di farlo bene: interrompiamo le chiacchiere sulla politica romana”.

E  se non bastasse puntualizza: “Mi sarebbe piaciuto provare a cambiare l’Italia. Ci abbiamo provato ed abbiamo la coscienza a posto. Nel momento però in cui gli italiani che sono andati ai gazebo hanno scelto un altro progetto, uno lascia a chi ha vinto il compito di gestire la partita. Ora non tocca più a me”. Bersani è avvertito. Da Firenze pare che per ora dovrà fare tutto da solo. Anche se proverà a convincerlo a lungo.
 

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