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Giovedì, 28 Marzo 2024
Primarie Pd / Verona

Renzi agli italiani: “Annuncio la mia candidatura alla guida del Paese”

Da Verona, il sindaco di Firenze inaugura il suo 'camper tour'. In sala, nemmeno un simbolo del Partito Democratico e un discorso che investe direttamente l'Italia: "Puntiamo il compasso dall'altra parte: noi siamo l'altro raggio del cerchio"

“Annuncio ufficialmente la mia, che è la nostra, candidatura alla guida dell’Italia per i prossimi 5 anni”. Verona, 13 settembre, palazzo della Gran Guardia, alle 12:15 Matteo Renzi ‘taglia il nastro’ e si candida alla guida del Paese.

Attenzione, non alle primarie, la dichiarazione investe direttamente l’Italia e gli italiani. E le parole, come ricordava Nanni Moretti in una vecchia pellicola, “sono importanti”. 

Camicia bianca senza giacca, cravatta nera, palco essenziale. Pronti, attenti via, quindi? Non proprio. Prima di entrare in scena, il video di presentazione (una carrellata di immagini sulle note di Titanium di David Guetta che ripercorrono gli ultimi 25 anni di storia, dal 1987 ad oggi), si è inceppato. Partenza a singhiozzo, un po’ come quell’Adesso! di franceschiniana memoria.

Poi però, dopo i saluti di rito e i sorrisi, l’imbarazzo che accompagna gli impegni gravosi, il discorso si è fatto serio. A cominciare da una precisazione sottolineata dal palco almeno un paio di volte, tanto per essere sicuro non sfugga agli avversari dentro le mura di casa: “Possiamo candidarci senza portare la giustificazione. Mentre chi oggi ci sta criticando era in Parlamento noi eravamo all’asilo. Dobbiamo puntare il compasso e girarlo dall'altra parte, noi siamo l'altro raggio del compasso”. 

Le immagini di Matteo Renzi a Verona

Certo oggi Renzi si è buttato a capofitto nelle bagarre delle primarie, ed è sicuro che, parlando dal palco del palazzo della Gran Guardia, ha guardato dritto nelle palle degli occhi di Pierluigi Bersani e Nichi Vendola. Ma i veri interlocutori sono stati gli elettori, tutti. Di centro-sinistra, ma anche del centro destra e perché no, della Lega.

Ed infatti pochi istanti dopo afferma deciso: “Non ho paura di prendere voti di chi ha votato centrodestra, non certo nelle primarie che il centrodestra non fa, ma alle elezioni. Noi del centrosinistra le elezioni le vogliamo vincere”. Ancora di più, si veste dei panni del cacciatore e sottolinea: “Voglio stanarvi dalla vostra delusione”.  L’applauso dei circa mille sostenitori accorsi nella città governata dal leghista Tosi è bello deciso.

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EUROPA – Stanare e convincere, due verbi che si porterà dietro per tutti i giorni della campagna elettorale. Due verbi e tre comandamenti per rilanciare il Paese e le istituzioni: “Europa, futuro e merito”. E così il discorso si largo e di ampio respiro: “Chi governa non può prescindere dall’Europa”. Tuttavia il ‘vecchio continente’ va rilanciato, quindi, sotto certi aspetti anch’esso deve passare sotto la mannaia della rottamazione. A Renzi non piace un’Europa “zitta di fronte alla strage in Siria, che non parla della situazione dei cristiani in Nigeria. Che non parla della nuova Primavera Araba che fa scrivere nelle costituzioni ‘la donna è complementare all’uomo’. Si sta zitti di fronte a queste vergogne perché l’Europa fa la vecchia maestra, la vecchia zia”.

BERSANI – Rottamata, quindi da par suo, rilanciata l’Europa, il sindaco di Firenze si è concentrato sul tema primarie. “Mi dicono di ringraziare Bersani per la primarie”, ha detto dal palco. “Io dico – ha continuato – grazie a Bersani per tanti motivi: chi parla male dell’avversario fa un errore, ma chi parla male degli amici fa un errore doppio. Ma le primarie non sono una concessione, sono elemento costitutivo del Pd. Chi negasse le primarie, negherebbe il Pd”. E poi sicuro: “Corro per vincere, ma se dovessi perdere sarei in prima linea a dar mano a chi avrà vinto, non mi metterò di certo a fare un partitino di serie Z”. 

PALAZZACCIO –  Ma durante il discorso, il primo cittadino del capoluogo toscano, ha avuto anche tempo e spazio per fare un attacco preciso, durissimo, il più forte di tutto il lancio veronese: “La foto del Palazzaccio” con Nichi Vendola e Antonio Di Pietro che presentano il referendum sulla riforma del lavoro è “brutta, più grigia di quella di Vasto”. Rappresenta “un modello culturale con il quale il centrosinistra non governerà mai, una sinistra in pratica che non vuol governare”. L’applauso, anche in questo caso, è fragoroso.

VERONA  e CATENACCIO – La scelta di Verona? “Le elezioni si vincono al nord”, in casa del centro – destra. Ma per far questo “il Pd non deve fare il catenaccio ma giocare all’attacco”. “Siamo partiti da Verona perché a qualche chilometro da qui abbiamo dimostrato che se non ci chiudiamo in difesa centrosinistra può vincere e stupire. Quando il centrosinistra rifiuta il catenaccio rischia di farcela e se ce la fa può imporre a futuro a politica italiana”. Ma c’è anche un motivo storico che lega Renzi con Verona: Dante e Firenze. Dante scrisse sotto l’Arena un parte della Commedia e nel 1315 ricevette da Firenze una sorta di amnistia, un compromesso: rientrare a Firenze in cambio della sua dichiarazione di colpevolezza. “Dante – afferma sicuro Renzi – non piego il capo e non accetto di barattare la sua dignità con il rientro in patria”. Messaggio forte e chiaro. 

TASSE E PATRIMONIALE – Poi si è fatto largo un pezzo di programma anche se, come annunciato, il testo sarà pubblicato sul web (una novantina le pagine in tutto) e sarà aperto agli accorgimenti della rete. Al motto dare libero sfogo ai talenti, il programma prende così le sembianze di un canovaccio, in una sorta di work in progress che accompagnerà il viaggio di Renzi per le 108 province italiane. Ma qualche assaggio lo ha voluto dare, e non ne poteva davvero farne a meno. A cominciare dai Civil Partnership, che il sindaco di Firenze si impegna a riconoscere nei primi 100 giorni di governo Renzi. Poi un altro impegno: quello di passare “in 5 anni dal 126° posto in classifica della giustizia civile, come il Gabon, ai primi 30”. Lotta all’evasione come bacino imprescindibile alle casse dello Stato ma non ci sarà una patrimoniale: “Non si partirà dall’inasprimento delle tasse, ma da chi le tasse non le paga tentando di aggredire gli evasori. La patrimoniale in Italia c’è già tra Imu e crisi economica”. 

PLATEA – Sala gremita e cartoncini colarti in mano dei sostenitori, in puro stile convention americana. Ma tra le fila dei sostenitori c’è chi non ti aspetti. Molte ‘teste bianche’, qualche giovane, ma la media anagrafica in sala è sulla quarantina. Un signore 62enne veronese, con un bel cartello in sostegno al ragazzo di Rignano (Firenze) non ha alcun dubbio: “Dei vecchi sono stufo, ed io ne ho visti passarte. Hanno fallito e devono andare a casa con i loro sporchi interessi”. Poco distante c’è un signore di 60 anni arrivato da Bolzano, anche lui è un convinto sostenitore di Renzi: “Sono sempre stato un uomo di sinistra, ma non ne posso più di queste facce. Bene la rottamazione”. 

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