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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica

Il pasticciaccio del revenge porn tra Camera e Senato

Mentre in Senato si presentava una proposta di legge targata M5s sull’introduzione del reato di revenge porn, alla Camera la maggioranza ha bocciato gli emendamenti che avrebbero introdotto tale reato. Le deputate dell'opposizione in protesta occupano i banchi del governo

L’Italia non ha ancora una norma sul revenge porn, a differenza di altri paesi. Il M5s ha presentato questa mattina in Senato una proposta di legge, depositata lo scorso 19 febbraio in Senato dalla senatrice Elvira Evangelista, sulla necessità di introdurre il reato di revenge porn nelle stesse ore in cui l'introduzione di questo nuovo reato era al centro degli emendamenti al cosiddetto ddl “Codice rosso” in discussione alla Camera dei deputati. L’Aula però ha bocciato quello che avrebbe introdotto il reato di revenge porn. Al termine di una giornata alquanto movimentata, le parlamentari di Forza Italia, guidate da Stefania Prestigiacomo, e Pd hanno occupato i banchi del governo. La seduta è stata sospesa e l'esame del provvedimento riprenderà martedì.

Il pasticciaccio sul revenge porn tra Camera e Senato

“Alla Camera Lega e M5S votano contro l’introduzione del reato di revenge porn. E sapete perché? Perché la proposta di legge non è loro. Mai visto tanto cinismo giocato sulla pelle delle vittime di un reato così odioso”, aveva commentato su Twitter stamattina l’ex ministro Maria Elena Boschi. 

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Durissimo anche il commento di Maria Stella Gelmini di Forza Italia, per la quale è "inaccettabile che per una ragione di propaganda, che è l’unico collante di questo governo, si voglia votare ‘no’ a emendamenti sul revenge porn e sexting che potrebbero salvare tante vittime, solo per mettersi una bandierina sul petto". 

"Tutte le forze politiche (Forza Italia, Fratelli D'Italia, Gruppo Misto, Leu e Partito Democratico) si sono espresse favorevolmente al mio emendamento per l'introduzione del reato sul revenge porn, tranne Lega e 5Stelle. Sono mancati solo 14 voti e abbiamo perso due grandi occasioni", aveva poi dichiarato Laura Boldrini. "Quella di dare ascolto alle 100.000 persone che hanno firmato la petizione lanciata da Insieme In Rete, I Sentinelli e Bossy. Ma soprattutto abbiamo perso l'occasione di proteggere i nostri giovani da questo odioso fenomeno che colpisce soprattutto le donne. Peccato, su questo tema il Parlamento avrebbe dovuto dare un segnale di unità e responsabilità".

“C’è già la nostra proposta di legge. Il tema è per noi talmente importante che riteniamo debba essere trattato con un percorso più approfondito”, era stata la replica della relatrice Stefani Ascari del M5s, facendo riferimento alla proposta di legge Evangelista, in discussione in commissione Giustizia al Senato. Alla fine la Camera ha sospeso la seduta, riunendo il comitato dei nove, per discutere l’emendamento. Alla ripresa, la decisione: alla fine le norme sul revenge porn non saranno inserite nel ddl Codice Rosso.

Dopo una prima sospensione, le opposizioni avevano prostestato per "la decisione comunicata tramite agenzie di stampa, non dalla maggioranza, ma dal M5S" circa il fatto che le norme sul revenge porn non verranno introdotte nel ddl sulle modifiche al codice di procedura penale in materia di tutela vittime violenza domestica e di genere. "Ci sono volute circa 4 ore per sapere che non c'è nessuna volontà di disciplinare il revenge porn - aveva dichiarato la deputata Pd, Alessia Morani, che aveva fatto la proposta di 'ricongiungere' le disposizioni contenute nel ddl M5S - voi non avete alcuna intenzione di combattere questo fenomeno, perché con la vostra legge al Senato volete insabbiare la discussione, a causa delle divisioni nella maggioranza".  È “una grande presa in giro - aveva detto Alessia Rotta (Pd) - potevamo dire che non c'è alcuna volontà di disciplinare il revenge porn perché con il ddl al Senato fate finta di volerlo fare, ma non volete farlo perché inserendo il reato in questo provvedimento sarebbe potuto diventare subito legge”.

Il M5s ha respinto però le accuse, ribadendo compatto la necessità di portare avanti una norma ad hoc contro il revenge porn, come quella presentata in Senato. “Sul revenge porn la nostra posizione è chiara. L'ha spiegata benissimo la collega Angela Salafia in Aula. Serve una legge organica, il cui testo sia frutto del corretto lavoro di ascolto degli stakeholder, come le associazioni, la Polizia Postale, le piattaforme web, gli esperti”, ha detto in una nota il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli. "Il ddl che abbiamo presentato oggi in Senato - ha aggiunto - è già in discussione in Commissione Giustizia, e il nostro impegno è di approvarlo in tempi brevi ma senza forzature, come sarebbe un semplice emendamento. Lo abbiamo promesso alla signora Maria Teresa Giglio, mamma di Tiziana Cantone. E lo faremo".

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(Stefania Prestigiacomo irrompe sui banchi del Governo e viene bloccata dai commessi durante la discussione del ddl Violenza sulle donne. La seduta è sospesa. Roma, 28 marzo 2019. ANSA/CLAUDIO PERI)

La proposta di legge del M5s sul revenge porn

"Io sono convinta che questa tematica riguardi tutti e debba essere condivisa da tutte le forze politiche. Per questo sono aperta a qualsiasi integrazione e arricchimento. Deve essere un lavoro di tutti e auspico che sia votata da tutti i partiti". Era stato il commento di Elvira Evangelista a Today, a margine della presentazione della sua proposta di legge, appena poche ore prima del "pasticciaccio" della Camera. 

La proposta di legge che vede prima firmataria Elvira Evangelista prevede da sei mesi a tre anni di carcere per chiunque pubblichi online immagini o video a sfondo sessuale senza l’espresso consenso delle persone rappresentate e un amento della pena nel caso la pubblicazione di materiale sensibile abbia come conseguenza non voluta dal colpevole la morte della vittima; in più multe – da 75 a 250 euro – per chiunque diffonda immagini o video privati sessualmente espliciti. Previste anche pene da 1 a 4 anni se a pubblicare il materiale è un partner o un ex partner. Sarà inoltre possibile inoltrare al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco delle immagini o video. Si parla anche di un accordo con il ministero dell’Istruzione, in collaborazione con la Polizia postale, per illustrare nelle scuole le linee guida per un uso consapevole del web.

La proposta di legge va a colmare una "lacuna legislativa'' attraverso ''l'introduzione di un reato autonomo, che punisca la condotta del revenge porn'', ha spiegato Evangelista durante la presentazione a Palazzo Madama. "Non è possibile che il web e i social siano usati senza regole, come un vero e proprio far west", ha aggiunto. L'articolo 2 della proposta riguarda proprio gli obblighi in capo ai titolari del trattamento e ai gestori dei siti internet.

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(La mamma di Tiziana Cantone Maria Rosaria Giglio (S) con Elvira Evangelista durante la presentazione del ddl "Revenge Porn" del M5S contro la violenza sul web, Roma, 28 marzo 2019. ANSA/ANGELO CARCONI)

Con lei erano presenti anche il capogruppo dei 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, le giornaliste Selvaggia Lucarelli e Federica Sciarelli, il sottosegretario al Miur Salvatore Giuliano, e Maria Teresa Giglio, la mamma di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana che si suicidò dopo la diffusione di immagini che la riguardavano. Giglio ha puntato il dito contro quella che ha definito "una vera e propria piaga sociale", puntando il dito anche contro "i colossi del web", che "non sono esenti da responsabilità". "Non si può sposare l'idea che il web sia un luogo franco, dove tutto è permesso e nessuno è responsabile", ha concluso, auspicando regole per il web e percorsi educativi non solo per i ragazzi, ma anche per gli adulti. "Ma accanto al percorso educativo deve andare avanti anche il percorso giudiziario - ha spiegato Giglio a Today - I ragazzi andrebbero rieducati. Con il web si dà spesso un cattivo esempio, con tutti quei commenti improntati sull'odio e la violenza verbale. Se vogliamo dare il buon esempio ai ragazzi bisogna partire da confronti pacifici e costruttivi sul web. Ma per gli adulti serve poi un deterrente forte. Quando si parla dell'uso responsabile del web, bisognerebbe parlare invece dell'essere responsabile di se stessi. Queste persone miserabili e frustrate, forti dell'anonimato, fanno i cosiddetti 'leoni da tastiera' e trovano lì il coraggio di offendere le persone". 

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