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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Reggio Calabria

Migranti, Viminale: "Nessun trasferimento obbligatorio da Riace"

Ma la fredda circolare del Viminale che "taglia i fondi" a Riace, esperimento di integrazione di gruppi di migranti nell'Italia a rischio spopolamento, finito nella bufera dopo l'inchiesta che riguarda il sindaco Mimmo Lucano, cambia tutti gli scenari

La fredda circolare del Viminale che "taglia i fondi" a Riace, esperimento di integrazione di gruppi di migranti nell'Italia a rischio spopolamento, finito nella bufera dopo l'inchiesta che riguarda il sindaco Mimmo Lucano, cambia tutti gli scenari. 

A Riace però non ci sarà alcun trasferimento obbligatorio. I migranti si muoveranno solo su base volontaria, precisano fonti del Viminale, spiegando che funziona così quando un progetto Sprar deve chiudere perché finisce oppure perché viene revocato dal ministero degli Interni. Quando accade, i migranti hanno due opzioni: restare dove sono (e non beneficiare più del sistema di accoglienza), oppure andare in altri progetti Sprar nelle vicinanze, naturalmente sulla base delle disponibilità. La proposta di nuova destinazione viene formalizzata dagli operatori del progetto. Ciò non toglie che gli enti territoriali come Comune o Regione possano avviare altri interventi di assistenza, precisano ancora le fonti. Il comune di Riace ha 60 giorni di tempo per fornire la documentazione finanziaria sui migranti che beneficiavano dell'accoglienza, sia che queste persone decidano di essere trasferite sia che restino in paese.

Riace, stop ai finanziamenti

In generale, i progetti Sprar vengono rinnovati ogni tre anni: nel caso di Riace si parla del triennio 2017-2019, ma già dall’estate scorsa il Viminale - spiegano le fonti - aveva bloccato alcuni pagamenti per anomalie nella documentazione presentata dall’amministrazione locale. Insomma, non si tratta di un fulmine a ciel sereno. Nel 2018 il comune di Riace non ha ricevuto fondi e il 30 luglio scorso il sindaco Mimmo Lucano (finito agli arresti domiciliari due martedì fa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti) era stato avvisato della revoca dei finanziamenti, diventata ufficiale pochi giorni fa.

I migranti di Riace, secondo fonti del Viminale, verranno trasferiti già dalla prossima settimana, e nel giro di un mese dovrebbero essere ricollocati in altri centri. Il coordinamento delle operazioni è affidato al Servizio centrale, ufficio istituito dall’Anci (in base a una convenzione con il Viminale) e che gestisce la rete Sprar. Si sottolinea, continuano le fonti, che la convenzione del ministero con Anci, l’approvazione del progetto Sprar a Riace e i primi stop ai finanziamenti per presunte irregolarità si riferiscono a gestioni precedenti all’arrivo di Matteo Salvini al ministero.

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"Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell’uso di fondi pubblici, nemmeno se c’è la scusa di spenderli per gli immigrati", è il commento del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Ma per il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, il trasferimento dei migranti "è una decisione assurda e ingiustificata. Mi auguro che dietro tale decisione non si celi l'obiettivo di cancellare una esperienza di accoglienza, estremamente positiva, il cui riconoscimento ed apprezzamento è largamente riconosciuto anche a livello internazionale". E chiede "al ministro dell'Interno di rivedere questa decisione".

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Alcuni scatti da Riace

Morcone: "Sempre creduto nel progetto Riace"

 "Abbiamo sempre creduto nel progetto Riace e per questo sono convinto che non debba scomparire. Se ci sono responsabilità dei singoli è giusto che vengano accertate e perseguite, ma quel modello funziona e distruggerlo sarebbe un errore grave". Lo spiega al "Corriere della Sera" il prefetto Mario Morcone, presidente del Consiglio italiano per i rifugiati. Morcone è stato il direttore del Dipartimento che si occupava dei richiedenti asilo e poi capo di gabinetto del ministro Marco Minniti. E in questa veste ha "trattato" con il sindaco Domenico Lucano la messa in regola rispetto alle "criticità" che erano stato trovate nella gestione degli stranieri richiedenti asilo.

"È vero che un paio di anni fa l'Anci, l'associazione dei Comuni che da cui dipendono i progetti Sprar, aveva rilevato che molte cose non andavano nella gestione da parte di Lucano - ricorda Morcone - Lucano faceva entrare nel sistema di accoglienza chi sceglieva lui, non ascoltava le indicazioni, commetteva errori nelle rendicontazioni. I fondi li mette a disposizione il ministero dell'Interno, se le cose non funzionano la segnalazione è obbligatoria. Abbiamo ricevuto l'esito dei controlli ed è stata attivata la prefettura di Reggio Calabria che ha avviato una nuova ispezione. Per noi era un' attività di routine sui rilievi amministrativi".

Morcone sottolinea di aver sollecitato Lucano "a mettersi in regola, gli avevo spiegato che cosa non andava. Lui era ostinato, convinto che l'Anci ce l'avesse con lui. Diceva che c' erano motivi politici dietro la scelta di compiere le ispezioni, ma non era così. Mimmo era in una sorta di delirio dovuto alla sovraesposizione e giocava una partita seguendo le sue regole. Posso però testimoniare che lo faceva a fin di bene. Nessuno ha mai pensato che potesse appropriarsi di quelle somme o avesse un tornaconto personale. Per questo l' ho sempre agevolato".

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