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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

La Consulta boccia il referendum sull'articolo 18, Camusso: "Siamo pronti al ricorso"

Il referendum proposto dalla Cgil puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa. Pronto il ricorso alla Corte Europea

La Cgil è pronta a ricorrere alla Corte europea dopo il no della Consulta al quesito referendario per il ripristino dell'articolo 18.

"Valutiamo tutte le possibili iniziative, compresa quella di ricorrere alla corte europea per ripristinare i diritti contro i licenziamenti", ha detto la leader della Cgil, Susanna Camusso durante la conferenza stampa convocata dopo il verdetto della Consulta.

La sentenza dei giudici della Corte Costituzionale è arrivata dopo una Camera di consiglio durata oltre due ore. La Cgil, nel quesito, chiedeva una "nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al disopra dei cinque dipendenti". Ok invece ai referendum proposti dal sindacato sulla cancellazione dei voucher e sulla reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti. Ammessi, dunque, due quesiti referendari su tre.

Il via libera arrivato dalla Corte Costituzionale dunque apre la strada a due referendum e il più importante è certamente quello sui voucher, i buoni lavoro che il Jobs Act ha ampliato e modificato. Il quesito chiede di abrogare queste norme. Il governo ha già reso noto di voler intervenire su questa materia. Se lo farà con una nuova norma, il referendum cadrà. Ma prima la nuova norma dovrà passare al vaglio dell’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione, che verificherà se sia aderente all’istanza quesito referendario.
 

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