rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
RIFORME

Senato, governo battuto: riforma a rischio

Pd sull'orlo della crisi dopo che il governo è andato sotto nella votazione segreta di un emendamento della Lega Nord. Il Senato dovrà legiferare sui temi etici. Quindi, non potrà essere nominato ma eletto

Dai "centouno traditori" di Prodi ai frondisti anti Renzi. Il Pd è sull'orlo della crisi, schiacciato tra la fedeltà al suo leader e la voglia di fermare quel cambiamento troppo accelerato tanto voluto dal premier. Tutta colpa del voto a scrutinio segreto di un emendamento al ddl riforme sui temi etici che aveva parere contrario del governo. Ebbene, il governo è andato sotto, battuto 154 (sì) a 147 (no).

E non è una cosa da poco. Il problema, infatti, è che con il voto favorevole all'emendamento a prima firma Stefano Candiani (Lega Nord) si è spaccato il fronte che sta lavorando alle riforme: contraria la relatrice Pd Anna Finocchiaro, favorevole quello della Lega Nord, Roberto Calderoli. Ha vinto l'opposizione. 

Il risultato è che con questa modifica, approvata come detto con scrutinio segreto, si prevede che non solo la Camera ma anche il Senato sia chiamato a esprimersi su norme che riguardano materie etiche come il testamento biologico e la tutela della salute dei cittadini. Da qui, il rischio crollo di tutto l'impianto: l'approvazione di questo emendamento, infatti, affida al Senato pieni poteri su due temi centrali: salute e diritti civili. Due poteri che determinano la necessità che il Senato dovrà essere eletto direttamente dai cittadini e non "nominato".

SCONTRO A SINISTRA - Ma non finisce qui. Il Pd si è spaccato, al suo interno, anche sul tema del voto segreto. Lo scontro è stato tra il presidente del Senato, Pietro Grasso, e il capogruppo Luigi Zanda: "Presidente, lei sta aprendo un dibattito che non dovrebbe aprire! Abbiamo il diritto che si voti sulla separazione dei voti, abbiamo il diritto di votare a voto palese quel che la costituzione chiede si voti in modo palese, nulla di più". A far scattare Luigi Zanda su tutte le furie la discussione che si è nuovamente aperta in Aula sulla richiesta di votazione separata dell'emendamento della Lega che chiede di ridurre il numero dei parlamentari e di tutelare le minoranze linguistiche.

SCONTRO ANCHE A DESTRA - Dall'altra parte dell'Aula, è scontro tra Nuovo centrodestra e Forza Italia, con la forza politica di Alfano che ha accusato i berlusconiani di aver determinato la sconfitta del governo sull'emendamento leghista. Alla fine, il senatore di Forza Italia, Franco Carraro, ha chiesto un intervento di censura da parte del presidente del Senato Pietro Grasso nei confronti della senatrice di Ncd Vicari, sottosegretario al ministero delle Attività produttive, che "dopo il voto segreto, si alzata in piedi e ha esclamato: 'Complimenti ai senatori di Forza Italià".

LA LEGA MINA IL DECRETO - "Abbiamo vinto questa battaglia fondamentalè". Il senatore della Lega Nord, Stefano Candiani, firmatario dell'emendamento al ddl riforme sul quale il governo è stato battutto in Aula, commenta così l'approvazione della modifica che prevede anche Palazzo Madama sia chiamata a legiferare sui temi etici. "Renzi ora forse dovrà capire che cambiare la Costituzione non è come approvare un decreto leggè", ha aggiunto Candiani, il quale ha poi espresso apprezzamento per il comportamento del presidente del Senato, Pietro Grasso: "In alcune circostanze sono stato critico nei suoi confronti, oggi ne apprezzo la posizione e, facendo una media, devo dire che si sta comportando onestamentè'.

SEL ESULTA E ATTACCA - "La sconfitta della maggioranza nel voto segreto è un segnale chiarissimo ed eloquente che ci auguriamo il governo sappia cogliere". Lo ha affermato in una dichiarazione la capogruppo di Sel al Senato Loredana De Petris. "La scelta di procedere secondo la logica del muro contro muro - ha sottolineato - non porta da nessuna parte e non permette di varare una buona riforma della Costituzione. C'è ancora tempo per cambiare strada e aprire la strada a un dialogo che SEL e tutte le opposizioni non hanno mai smesso di invocare, restando purtroppo sempre inascoltate. Ma il governo deve decidersi a capire che una riforma di questa importanza e delicatezza non può essere imposta con la forza. Dovrebbe essere realizzata con il dialogo e il concorso pieno di tutte le forze parlamentari".

RENZIANI: "ANDIAMO AVANTI" -  Dall'altra parte, i senatori renziani del Pd minimizzano la portata della sconfitta a voto segreto del Governo in aula sulla riforma del Senato, tirando dritto sulle riforme. Ecco le dichiarazioni di Andrea Marcucci: "Nessun problema, avevamo messo in conto di poter andare in minoranza su singole questioni. La riforma prevede 4 letture, e quindi sono naturali modifiche e cambiamenti. L'emendamento approvato dall'Aula non è un caposaldo del disegno di legge costituzionale".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Senato, governo battuto: riforma a rischio

Today è in caricamento