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Martedì, 23 Aprile 2024
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Legge elettorale, colpo gobbo all'italiana: il ricorso che può fermare la Riforma

Ribelli 5 stelle e centristi presentano un ricorso alla Corte Costituzionale che potrebbe bloccare la riforma della legge elettorale: al "banco degli imputati" l'utilizzo del voto di fiducia. Tra i ricorrenti l'avvocato che cancellò il porcellum e l'italicum

Il cammino della legge elettorale, la cosiddetta riforma che ha preso il nome di "rosatellum"  approvata dalla Camera dei Deputati e ora in discussione in Senato, potrebbe incontrare un ostacolo imprevisto. E' stato infatti depositato in Corte Costituzionale un ricorso contro la rifoma della legge elettorale "italicum", oggi vigente come modificata dalla Corte costituzionale il 16 febbraio 2017 (Consultellum). 

I ricorrenti evidenziano come sia illegittima la fiducia accordata nel 2015 dalla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini. E vuole essere un monito anche per l'imminente discussione in Aula del Rosatellum al Senato. 

Qualora i giudici della Suprema Corte dovessero accogliere il ricorso si creerebbe un precedente che porterebbe all'annullamento del Rosatellum qualora esso venisse approvato anche dal Senato. Infatti i ricorrenti avanzano l'ipotesi di conflitto di attribuzione, limitato alla violazione dell'articolo 72 quarto comma 4 della Costituzione che prescrive per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale la procedura normale. Un percorso che è stato compiuto anche per l'approvazione del Rosatellum che alla Camera dei Deputati compiuto a colpi di fiducia

A depositare il ricorso quattro deputati, la pentastellata Claudia Mannino (sospesa dal movimento perché coinvolta nell'inchiesta sulle firme false di M5S per le amministrative palermitane del 2012) insieme Adriana Galgano, montiana eletta con Scelta Civica e ora aderente al gruppo Civici e Innovatori (dopo il passaggio di Zanetti con Verdini), Domenico Menorello (Civici e Innovatori) e Riccardo Nuti, ex 5stelle e passato al gruppo Misto nel 2017. Insieme ai parlamentari il ricorso è firmato dagli avvocati Felice Besostri già senatore per i Democratici di Sinistra dal 1996 al 2001, noto per vari ricorsi contro alcune leggi elettorali, in particolare per i ricorsi che hanno condotto all'abrogazione parziale del Porcellum, e da Emilio Zecca del Foro di Milano e Michele Ricciardi del Foro di Perugia.

"Si tratta di un conflitto di attribuzione di nuova generazione" ha spiegato Felice Besostri coordinatore degli Avvocati Antitalikum e membro del Coordinamento Democrazia Costituzionale.

"Con l'apposizione della questione di fiducia la procedura diventa speciale come dichiarato dalla Presidente Nilde Iotti in un lodo del 1980. L'art.116 del Regolamento Camera è, infatti, nella Parte Terza e non nella Parte Seconda, che appunto si intitola "Procedimento legislativo" (articoli da 68 a 109) e quindi non rientra nel procedimento legislativo normale". 

"Nel presentare questo ricorso siamo anche confortati dall`autorevolezza del professor Umberto Cerri e da quanto scrive nel suo manuale "Corso di giustizia costituzionale plurale" del 2012 - ha aggiunto - bisogna sperimentare tutte le strade, quando si tratta di difendere la Costituzione dalle leggi elettorali incostituzionali, già due, come accertato con la sentenza numero 1/2014 contro il cosiddetto Porcellum e con la sentenza numero 35/2017 contro l'Italicum".

200 emendamenti: "fiducia" inevitabile anche al Senato

Sono circa 200 gli emendamenti presentati alla legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, in aula al Senato dove il testo approderà domani alle 11. Lo comunica la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, conversando con i giornalisti a palazzo Madama.

A margine dei lavori della commissione Affari Costituzionali sulla legge elettorale il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Luciano Pizzetti spiega: "Se venissero ritirate le decine di emendamenti sulle minoranze linguistiche, unico tema su cui il regolamento del Senato consente il voto segreto, non penseremmo alla fiducia. La decisione non è ancora stata presa: è autorizzata dal Cdm ma non assunta politicamente. In aula sono stati riproposti tutti gli emendamenti presentati in commissione poi altri quaranta circa. Ce ne sono decine (48, ndr) sulle minoranze linguistiche. È impensabile affrontare venti/quaranta voti segreti".

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