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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

"Sala consapevole del reato, ma ha evitato il fallimento di Expo"

Depositate le motivazioni della sentenza di condanna del sindaco di Milano Beppe Sala. Lo scorso 5 luglio i giudici del tribunale di Milano lo avevano condannato a sei mesi di reclusione, pena convertita in una multa da 45mila euro

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ha evitato il fallimento dell'expo 2015 - di cui era commissario - ma al tempo stesso deve essere ritenuto "pienamente consapevole" degli atti che stava firmando con la retrodatazione di due verbali relativi alla gara d'appalto sulla Piastra, l'opera portante dell'Esposizione universale. Per questo atto i giudici del tribunale di Milano lo scorso 5 luglio lo hanno condannato a sei mesi di reclusione, pena convertita in una multa da 45mila euro. Oggi sono state depositate le motivazioni della sentenza.

Sala, si legge: "deve essere ritenuto penalmente responsabile del reato ascrittogli, integrato sia sotto il profilo oggettivo che sotto quello soggettivo". Per la corte Sala era consapevole di quello che stava firmando, eppure per lui vale un'attenuante: "deve dunque trovare particolare considerazione e la volontà di realizzare le infrastrutture e essa ride in tempo utile, pena il vero è proprio fallimento della manifestazione".

Nelle motivazioni dei giudici della decima sezione penale, si evidenzia come se da un lato "sulla scorta degli elementi acquisiti non può dirsi provato ogni altro ragionevole dubbio che Sala e Paris abbiano partecipato al momento deliberativo in relazione alla formazione degli atti retrodatatati", dall'altro "è dunque ben possibile che Sala abbia sottoscritto i due documenti contestati il 31 maggio 2012 tra le ore 16 e le ore 18.30 prima di allontanarsi dall'ufficio di via Rovello, mentre dopo le 19, presso la sua abitazione, abbia approvato il modulo per il rilievo delle potenziali incompatibilità".

Una retrodatazione di 13 giorni che ha lo scopo di non far fallire Expo. "Non è emersa - si evidenzia nelle motivazioni - alcuna volontà di avvantaggiare taluno dei concorrenti alla gara o danneggiare altri, ma solo quella di assicurare la realizzazione in tempo utile delle infrastrutture necessarie per la realizzazione ed il successo dell'Esposizione Universale del 2015, risultato poi effettivamente conseguito ed unanimemente riconosciuto".

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Sala, per i giudici, sapeva di questi documenti e "li ha sottoscritti consapevole delle illecite retrodatazioni e quindi della surrettizia creazione in data 31 maggio 2012 di documenti che alla data del 17 maggio 2012 non erano esistenti, e nulla rilevando, per quanto detto, che, in questo momento, non abbia avuto la consapevolezza di danneggiare qualcuno". La retrodatazione coinvolge due dei commissari che dovranno scegliere l'appalto più grande di Expo, sostituiti per rischi di compatibilità e per evitare eventuali ricorsi.

"Non vi è spazio logico per ritenere che, prima dell'apposizione della firma, non siano stati letti o lo siano stati distrattamente; e che, stante l'inequivocità del contenuto sin dai primi tratti, non siano stati immediatamente compresi i profili fattuali alla base della contestazione e penalista". 

Expo 2015 chiude (Infophoto)

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