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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Martina apre al M5s: i tre punti del Pd "per ragionare" con Di Maio

Mentre Salvini pare tirare giù la serranda del "forno" dopo le polemiche con Di Maio, il segretario reggente del Pd Martina, dopo aver annullato l'assemblea che avrebbe dovuto definire il futuro del partito, lancia una mano tesa ai 5 stelle

A Roma Movimento 5 stelle, Lega e Partito Democratico sono impegnati nel gioco dei tre "forni", che se può confondersi con l'azzardo delle tre carte è in realtà molto più simile al gioco dell'oca, in cui i tre leader muvono le proprie pedine ma troppo spesso si trovano sempre a dover ripassare dal via.

Il forno di Salvini, Di Maio e Martina

Se Di Maio con la metafora del "forno" ha tentato ieri di far capire come il Movimento 5 stelle fosse sul punto di "tirare giù la serranda" e come fosse agli sgoccioli il tempo del dialogo per la ricerca di un possibile "contratto di governo" con Lega e Pd, oggi l'asse tra carroccio e pentastellati sembra un lontano ricordo. Benchè nessuno si stupirebbe dell'ennesimo tuffo carpiato, Salvini prima e il numero due della Lega Fedriga poi, tendono ad escludere un'alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle, ribadendo l'intenzione di non rinunciare alla corsa alla poltrona di Palazzo Chigi. 

E così nella corsa ad ostacoli per presentarsi al capo dello Stato con un progetto di governo forte di una maggioranza parlamentare, si inserisce la proposta del Partito Democratico. 

Nel pomeriggio l'esponente della minoranza dem, Andrea Orlando, già sfidante di Matteo Renzi alle ultime primarie, e ministro uscente della Giustizia, intervistato da Radio1 a "Un giorno da pecora" ha spiegato come le posizioni del Pd verso i 5 stelle stiano radicalmente mutando. "Piano piano sta maturando una posizione meno intransigente di quella che diceva guardiamo coi popcorn quel che fanno gli altri" spiega il guardiasigilli facendo eco alla posizione espressa da Matteo Renzi dopo le elezioni del 4 marzo. 

Ma a far capire che l'aria è davvero cambiata al Nazareno era stato poco prima il segretario reggente Maurizio Martina.

La proposta del Pd al Movimento 5 stelle

Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, dopo aver annullato su spinta dei renziani l'assemblea che avrebbe dovuto definire il futuro del partito, lancia una mano tesa ai 5 stelle.

"In Parlamento e nel Paese facciamo vivere le nostre battaglie e il nostro impegno quotidiano per un'Italia migliore".

A parte la retorica politica del "ripartiamo dalle nostre proposte concrete" e  "Noi pensiamo all'Italia" il segretario 'dem' illustra tre proposte programmatiche che sembrano più di una mano tesa a Di Maio

 "Ecco le prime tre proposte PD" scrive Martina:

POVERTÀ - Allargare il Reddito di Inclusione per azzerare la povertà assoluta in tre anni e potenziare le azioni contro la povertà educativa.

FAMIGLIE - Introdurre l'assegno universale per le famiglie con figli, la carta dei servizi per l'infanzia e nuovi strumenti di welfare a favore dell'occupazione femminile, per ridurre le diseguaglianze e sostenere il reddito dei ceti medi;

LAVORO - Introdurre il salario minimo legale, combattere il dumping salariale dei contratti pirata anche valorizzando il Patto per la Fabbrica promosso dalle parti sociali. Tagliare ancora il carico fiscale sul costo del lavoro a tempo indeterminato per favorire assunzioni stabili con priorità a donne e giovani, norme per la parità di retribuzione dei generi".

Tre proposte di centrosinistra che si innestano nel solco già tracciato dal governo Gentiloni ma che trovano qualche affinità anche con il programma presentato da Di Maio.

E proprio sul programma del Movimento 5 stelle oggi è esplosa una nuova grana per Di Maio e Casaleggio. Il quotidiano Il Foglio ha fatto notare come "La versione del programma elettorale attualmente disponibile sul sito del movimento è completamente diversa da quella che c'era a febbraio"

"I venti pdf che componevano il programma votato online - scrive il quotidiano - sono stati sostituiti da venti pdf diversi, a cui ne sono stati aggiunti quattro su temi mai proposti né votati su Rousseau". "Il 7 marzo – tre giorni dopo le elezioni – ce n'era un altro. Totalmente diverso e spesso diametralmente opposto"

Il Foglio illustra il caso del "programma Esteri":

"Gli iscritti avevano votato per un'impostazione radicale, terzomondista, filorussa e anti atlantica. Il nuovo "programma Esteri" è stato bonificato: tolte le contestazioni alla Nato e agli Stati Uniti, addolcite le critiche all'euro e all'Ue, smussati gli elogi alla Russia".

Il Movimento 5 stelle ha cambiato il programma votato dagli iscritti?

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