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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Dai porti chiusi ai ricollocamenti: il piano di Salvini sui migranti

Vertice sui migranti dei ministri dell'Interno dell'Ue: cosa chiederà l'Italia. La Commissione Ue: "I migranti salvati non devono per forza sbarcare in Italia" poi la rettifica

No all’ingresso in Italia dei cosiddetti movimenti secondari, rafforzamento della protezione delle frontiere esterne e la richiesta di un serio ricollocamento europeo dei richiedenti asilo. Sì al sostegno alla Libia e un ripensamento sulle varie missioni europee, in particolare sulla parte che prevede che chi viene salvato sia portato automaticamente in Italia.

Questi, in estrema sintesi, alcuni tasselli messi insieme durante l'incontro a Palazzo Chigi - riuniti attorno al tavolo c'erano il premier Giuseppe Conte, i ministri Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Giovanni Tria - in vista del vertice sui migranti dei ministri dell'Interno dell'Ue in agenda l'11 e il 12 luglio.

No di Salvini allo sbarco dei 66 migranti soccorsi dalla nave Vos Thalassa

La questione migranti resta spinosa. Il governo italiano, è quanto filtra dall'interno, parlerà con una sola voce: l'incontro era finalizzato proprio a concordare una linea comune. Oggi, intanto, è previsto un incontro tecnico sempre sull’immigrazione, mentre domani ci sarà una seconda riunione tra il ministro dell'Interno e vicepremier Salvini e il presidente Conte. Il fine ultimo è un ruolo da protagonista dell'Italia in Europa. Sarebbe stata inoltre presa in considerazione la richiesta del responsabile dell’Interno francese di un confronto con Salvini prima dell’inizio dell'atteso vertice di Innsbruck. Intanto, in vista della due giorni, è stato confermato l’incontro bilaterale con il ministro dell’Interno tedesco per l’11 luglio e per il 12 quello trilaterale con i ministri tedesco e austriaco prima dell’inizio del vertice. Possibile faccia a faccia anche con il responsabile dell'Interno francese Gerard Collomb.

Veronesi a Saviano: "Andiamo coi migranti sulle navi". E Salvini: "Buon viaggio" 

Cedric Herrou, il contadino amico dei migranti (Ansa)

In tema di migranti ''il governo lavora e agisce con una voce sola. Un conto è la forma un conto è la sostanza'', ha detto Matteo Salvini riferendosi ai presunti contrasti con la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta. "La linea del governo italiano sul fronte della sicurezza, dell'immigrazione, e della lotta al terrorismo è una e una sola" ha ribadito il vicepremier aggiungendo: ''Non ci sfiliamo dalle missioni internazionali ma le regole devono cambiare, come ha detto oggi anche l'Unione europea''. Sulla questione è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, nel corso di una conferenza stampa congiunta con l’inviato Onu per la Libia, Ghassan Salamé: “Non c’è nessun rischio che l’Italia si sfili dalle missioni internazionali, siamo pienamente dentro e non abbiamo nessuna intenzione di muoverci al di fuori del quadro di diritto internazionale, quindi anche europeo”. Moavero si riferisce in particolare alla possibilità che l’Italia esca unilateralmente dalla missione Sophia.

Tema migranti al centro del colloquio con Mattarella

"Quello che ci siamo detti rimane tra me e il presidente Mattarella. È stato un incontro utile, positivo e proiettato nel futuro'', ha affermato Salvini sul faccia a faccia di poco più di 30 minuti al Quirinale con il presidente della Repubblica. ''Qualcuno guarda al passato, io e Mattarella abbiamo lavorato per il futuro con soddisfazione di entrambi'', ha concluso Salvini. E' stato un incontro "molto cordiale" e si è incentrato, secondo quanto si apprende da fonti del Quirinale, sulle tematiche proprie del Viminale: immigrazione, sicurezza, terrorismo, confisca dei beni dei mafiosi e la situazione della Libia. Come da previsioni, non si sarebbe parlato di vicende legate all'operato della magistratura.

Migranti a bordo della Lifeline | Ansa

"I migranti salvati non devono per forza sbarcare in Italia"

Sta di fatto che la riunione informale dei ministri degli Affari Interni dei paesi Ue, giovedì prossimo a Innsbruck, in Austria, fornirà effettivamente l’opportunità al vicepremier italiano Matteo Salvini di parlare di possibili modifiche alle regole attuali riguardanti le operazioni Sar (“Search and Rescue”) di ricerca e salvataggio in mare per le missioni navali europee, ma già oggi il loro mandato non prevede i migranti soccorsi siano necessariamente sbarcati in Italia. Lo ha detto ieri a Bruxelles la portavoce per gli Affari interni e le Politiche migratorie della Commissione, Natasha Bertaud, rispondendo a una domanda sull’annuncio di Salvini riguardo alla chiusura dei porti italiani non solo alle Ong, ma anche alle navi militari che trasportano migranti salvati in mare durante le operazioni dell’Ue Sophia e Themis contro i trafficanti.

Una informazione poi rettificata. 

"Chiudere i porti alle navi militari? Si può fare, basta cambiare gli accordi"

Bertaud ha ricordato che sia per Sophia che per Themis l’attuale mandato prevede già che il paese che coordina le operazioni Sar, ovvero l’Italia, debba designare per lo sbarco dei migranti soccorsi un porto sicuro in un paese Ue, ma non necessariamente in Italia stessa. Solo se nessun altro paese Ue fosse disponibile l’obbligo del diritto internazionale sul soccorso in mare farebbe ricadere comunque sull’Italia il dovere di accoglienza in uno dei suoi porti. “Tutte e due le operazioni hanno un mandato che è stato già modificato in passato e può esserlo ancora in futuro”, ha osservato la portavoce. Il mandato dell’operazione Sophia, in particolare, arriva a termine e dovrà essere rinnovato sulla base di una “strategic review” entro la fine dell’anno. Ma essendo Sophia una missione militare che fa capo alla Politica estera e di sicurezza comune, il suo rinnovo dovrà avvenire con una decisione all’unanimità, nel Consiglio Affari esteri dell’Ue.

Diverso è il caso per l’operazione Themis, che è iniziata nel febbraio scorso dopo essere stata concordata dal precedente governo (dal ministro Marco Minniti) con l’agenzia Frontex e gli altri paesi Ue partecipanti. In questo caso, eventuali modifiche al mandato possono essere decise dalle tre controparti (il governo italiano, Frontex e gli altri Stati membri partecipanti), con la partecipazione dei ministri dell’Interno e senza il coinvolgimento dei Consiglio Ue. Secondo la portovoce, comunque, le discussioni alla riunione informale di Innsbruck saranno focalizzate soprattutto sul seguito da dare al Consiglio europeo di finee giugno, e in particolare alle modalità d’attuazione delle “piattaforme di sbarco”, all’interno dell’Ue e all’esterno dell’Ue.

“Per sviluppare l’opzione delle piattaforme esterne, stiamo già lavorando con l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni, ndr) e con l’Unhcr (Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, ndr), prima di contattare gli Stati terzi” che potrebbero essere interessati. “Ci sarà l’opportunità di parlarne al prossimo Consiglio europeo, in ottobre”, ha riferito Bertaud. Quanto alle piattaforme interne, la portavoce ha aggiunto che la Commissione “sta contattando gli Stati membri che potrebbero partecipare, e presenterà – ha annunciato – una proposta porbabilmente prima dell’estate, mentre è troppo presto – ha concluso Bertaud – per farlo entro la riunione informale di Innsbruck”.

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