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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Russiagate-Lega, Salvini scarica Savoini: "Non l'ho inviato io, non so cosa facesse"

Il vicepremier si difende: "Cosa faceva a quel tavolo? Chiedetelo a lui". Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si 'smarca': "Non lo conosco, mai incontrato personalmente"

Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini prende le distanze da Gianluca Savoini e dalla bufera sollevata dal caso dei presunti fondi russi al Caroccio: ''Savoini? Non era stato invitato dal ministero dell'Interno né a Mosca nell’ottobre 2018 né a Villa Madama nell’incontro bilaterale con Putin''.

"Posso produrre tutti i documenti relativi ai passeggeri che hanno viaggiato con me - aggiunge Salvini riferendosi alla visita a Mosca -. Che ne so cosa ci facesse al tavolo? Chiedetelo a lui. Io faccio il ministro dell’Interno, preferisco occuparmi di cose serie, questa inchiesta è ridicola".

E ancora: "Avete menato il torrone per settimane con gli hacker russi, non ci sono soldi russi, non conosco petrolieri russi, conosco gestori dei locali con parentele russe", ha ironizzato.

Russiagate-Lega, Salvini: ''Caso ridicolo'' 

In mattinata il vicepremier aveva già bollato il caso come "ridicolo", scherzando con la stampa. "Tutto ridicolo. Non abbiamo mai chiesto un rublo, un dollaro, un gin tonic, un pupazzetto a nessuno. Rispetto il lavoro di tutti. Ho la coscienza a posto. Querelerò chi accosterà soldi della Lega alla Russia. Bilanci Lega trasparenti", aveva scritto in un tweet il ministro dell'Interno, poi intervistato da Radio Anch'io su Radio 1 Rai, sulla vicenda. "Quando andiamo all'estero parliamo di politica e accordi commerciali per imprese italiane. C'è molta fantasia. Siamo seri dai.... E gli hacker russi che manipolano le elezioni, e il petrolio, e gli americani.... Siamo seri...", puntualizzava.

Poi, ricordando che ci sono procure che cercano soldi dati alla Lega dal Lussemburgo alla Groenlandia, Salvini ironizzava in diretta: "Buona caccia al tesoro che non c'è...". E con una serie di tweet il vicepremier era tornato in sui temi che hanno reso incandescente la giornata di ieri. Il vicepremier ha inoltre detto sì a una commissione d'inchiesta sui finanziamenti ai partiti, aprendo alla possibilità di un approfondimento sui fondi ricevuti dai partiti. Quindi ha ribadito "totale fiducia nella magistratura italiana, che è la più solerte, libera ed efficace del mondo" sottolineando: "Non ci sono soldi russi, non conosco petrolieri a Mosca".

Conte: ''Mai incontrato Savoini''

"Non conosco Savoini e non l'ho mai incontrato personalmente". Lo chiarisce il premier Giuseppe Conte, a proposito di Gianluca Savoini, al centro di un'inchiesta della Procura di Milano su presunti fondi russi illeciti alla Lega. "Dobbiamo trasparenza ai cittadini, abbiamo grandi responsabilità. E' la ragione per cui chiarisco il mio ruolo con il signor Savoini", continua, spiegando il motivo della sua presenza a una cena ufficiale con il presidente russo Vladimir Putin. "Ho visito le foto", che li ritraggono insieme, dice il premier, "ho fatto accertare che Savoini era alla cena che io, presidente del consiglio, ho offerto al presidente russo. Ho fatto le verifiche". Ma, spiega appunto, "quella cena è stata offerta dalla presidenza del consiglio, quindi dal sottoscritto, in occasione del Forum Italia-Russia. A quella cena sono stati invitati tutti i rappresentanti del Forum, che si era appena concluso e si era svolto qualche ora prima nei locali della Farnesina. Quel forum è stato gestito dal forum Italia-Russia e dall'ispi: tutti i partecipanti sono stati automaticamente invitati alla cena allargata a Villa Madama", aggiunge ancora.

Savoini indagato: attesa per gli interrogatori

Intanto, nei prossimi giorni, a quanto si apprende, verranno ascoltare in procura a Milano alcune persone nell'ambito dell'inchiesta. L'indagine mette al centro l'incontro avvenuto il 18 ottobre del 2018 all'Hotel Metropol della capitale russa e l'audio, pubblicato dal sito statunitense BuzzFeed, in cui si sente una voce attribuita a Savoini, indagato per corruzione internazionale.

Al centro dell'incontro d'affari, a cui prendono parte sei persone, ci sarebbe secondo la Procura di Milano un’operazione sospetta di corruzione legata all’importazione in Italia di un grande quantitativo di petrolio che, nelle parole di chi starebbe trattando, in un anno dovrebbe far affluire 65 milioni di dollari nelle casse della Lega e permettere così al partito guidato da Matteo Salvini di affrontare la campagna elettorale delle ultime europee.

Il no comment del Cremlino

Dal Cremlino, nel frattempo, fanno sapere che dalle registrazioni diffuse da Buzzfeed "non consegue assolutamente nulla", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov citato dall'agenzia di stampa Tass. "Abbiamo visto le notizie riportate dai media, abbiamo letto il testo dell'articolo (di Buzzfeed, ndr), da cui non consegue assolutamente nulla, quindi non c'è alcun bisogno di commentare", ha affermato.

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