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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Salvini smentisce Salvini: perché il ministro ha fatto una figuraccia sul "caso Spataro"

E' corretto diffondere una notizia così delicata quando un'operazione di polizia è ancora in corso? E' lecito che a farlo non sia il nostro vicino di casa al bar ma un ministro dell'Interno? Il caso è diventato politico e paradossale, anche perché proprio Salvini pochi anni fa non la pensava esattamente così

L'ansia da propaganda e l'uso ossessivo dei social possono giocare brutti scherzi. Ne sa qualcosa Matteo Salvini, finito al centro delle polemiche per un tweet che ha creato rischi per un'indagine giudiziaria. Verso le 8 di mattina di ieri, il ministro dell'Interno informava gli italiani, attraverso i suoi canali social, di un'operazione di polizia a Torino contro alcuni mafiosi nigeriani. Poco dopo è arrivato un comunicato di Armando Spataro, procuratore del capoluogo piemontese: "Ci si augura che, per il futuro, il ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell’azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie".

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La cosa più grave per Spataro è che la notizia sarebbe stata diffusa mentre l’operazione era ancora in corso, con il rischio di danneggiarla. Il caso è diventato politico - perché Salvini si è poi detto convinto che ci sia un attacco alla sua politica di ordine pubblico e più in generale al governo gialloverde - e personale, perché il ministro ha offeso il magistrato augurandogli "buon riposo, dato che tra pochi giorni andrà in pensione". Violenza verbale bella e buona verso un'istituzione che un ministro dovrebbe rispettare, hanno tuonato le opposizioni. Gli alleati 5 Stelle, invece, sono rimasti in silenzio per tutta la giornata, forse imbarazzati. 

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Viene da chiedersi: è corretto diffondere una notizia così delicata quando un'operazione di polizia è ancora in corso? E' lecito che a farlo non sia il nostro vicino di casa al bar ma un ministro dell'Interno? Dove sta il confine tra un messaggio scritto (anche, in parte) per evidenziare le operazioni di polizia e per ringraziare le forze dell'ordine e un tweet che può diventare scomodo e pericoloso perché, a dirla con Antonio Di Pietro, potrebbe rivelare un segreto d'ufficio e mettere a rischio chi quell'operazione la sta ancora conducendo?

Lasciamo che a rispondere sia lo stesso Matteo Salvini. Perché il paradosso sta tutto qui, e basta tornare appena indietro nel tempo per scoprire che proprio lui, Salvini, criticava un ministro dell'Interno che twittava su indagini in corso. Era il febbraio 2015. In un'intervista rilasciata al settimanale Panorama (potete leggerla qui), il segretario della Lega dichiarava: "Un ministro dell'Interno che twitta su indagini in corso non merita neppure un commento. Il fatto in sé la dice tutta sul quel personaggio lì". Il riferimento era ad Angelino Alfano, titolare del Viminale che il 16 giugno 2014, il giorno del fermo di Massimo Bossetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, annunciò in fretta e furia l'operazione su Twitter. "Era intenzione della procura - disse allora il procuratore capo di Bergamo Francesco Dettori - mantenere il massimo riserbo".

In quel caso il sospettato era già in mano alle forze dell'ordine. Ieri, quando Salvini twittava, le ricerche di alcuni degli indagati nell'inchiesta di Torino erano ancora in corso. 


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