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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Migranti, alta tensione tra Salvini e Trenta sui "porti chiusi"

Una prima crepa, ben visibile questa volta, nella concordia tra Lega e Movimento 5 stelle. Tensione tra ministeri di Interno e Difesa. Salvini aveva parlato di uno stop alle navi delle missioni internazionali. Secco no della "iron lady" del governo

Una prima crepa, ben visibile questa volta, nella concordia tra Lega e Movimento 5 stelle. Tensione tra ministeri di Interno e Difesa. Dopo le parole del ministro Matteo Salvini - che ha parlato di uno stop alle navi delle missioni internazionali - arriva la risposta del ministero guidato dal ministro Elisabetta Trenta, considerata la 'iron lady' del neonato governo.

Fonti della Difesa hanno infatti puntualizzato nella serata di domenica che "Eunavformed è una missione europea ai livelli Esteri e Difesa, non Interni" e che "le regole di ingaggio della missione" vanno cambiate "nelle sedi competenti, non a Innsbruck".

Tensione Salvini-Trenta sui "porti chiusi"

Il vicepremier, nella giornata di domenica, ha detto che avrebbe portato giovedì, "al tavolo europeo di Innsbruck, la richiesta italiana di bloccare l'arrivo nei porti italiani delle navi delle missioni internazionali attualmente presenti nel Mediterraneo. Purtroppo - ha aggiunto - i governi italiani degli ultimi 5 anni avevano sottoscritto accordi (in cambio di cosa?) perché tutte queste navi scaricassero gli immigrati in Italia, col nostro governo la musica è cambiata e cambierà".

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Dal ministero della Difesa fanno inoltre notare che "l'azione deve essere coordinata a livello governativo, altrimenti l'Italia non ottiene nulla oltre a qualche titolo sui giornali, fermo restando che la guida italiana per noi è motivo di orgoglio".

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Salvini verso il vertice di Innsbruck

A stretto giro di posto arriva la controreplica di Salvini, che parla alla festa della Lega di Adro (Brescia): "Giovedi sarò alla riunione dei ministri dell'Interno europei a Innsbruck e porterò la voce del 99% degli Italiani. Le donne e bambini che scappano dalla guerra trovano posto in Italia, per tutti gli altri posto non ce n'è".

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Il "nodo del contendere" stavolta è il pattugliatore militare irlandese Samuel Beckett, che ieri è entrato nel porto di Messina con 106 profughi a bordo trovati nelle acque della cosiddetta SAR libica e tratti in salvo il 5 luglio. Le operazioni di primo soccorso e assistenza sono state coordinate dalla prefettura di Messina, garantite dal personale della Capitaneria di porto e dalle altre forze di polizia, nonché dal personale sanitario della Croce Rossa e associazioni di volontari.

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"Il nostro obiettivo è cambiare le regole di ingaggio delle missioni europee sui migranti". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio sulle polemiche dopo le parole di Matteo Salvini. "Un anno fa sono stato a parlare con Frontex - ha aggiunto Di Maio - e mi spiegarono che il governo Renzi diede la disponibilità di portare i migranti nei porti in cambio di punti di flessibilità usati per il bonus degli 80 euro. Ora la musica deve cambiare". Sull'immigrazione queste navi devono portare i migranti in tutti i porti. Se c'è bisogno di flessibilità di bilancio non la baratteremo con l'apertura dei nostri porti ma la chiederemo perché è un diritto dell'Italia come quella degli altri paesi europei", dice ancora Di Maio.

Il vicepremier ha aggiunto poi come "anche la Germania sta iniziando a cambiare linea sull'immigrazione, il problema è arrivato fin nel cuore dell'Europa. Vale per l'immigrazione e per l'austerity. Sono rimasti in pochissimi a dire che va tutto bene nell'Unione Europea". "E mentre gli altri stanno precipitando nel consenso come quello di Macron, il governo italiano è il più forte con un consenso altissimo".

Renzi, dura replica: bugiardi e ignoranti

"Due ministri del Governo italiano, Di Maio e Toninelli, continuano a mentire anche oggi a proposito di flessibilità europea e immigrazione. Quei due o sono bugiardi o sono ignoranti, nel senso che ignorano i fatti. E mi spiace dirlo, trattandosi di membri del Governo del nostro Paese. Basta però ricordare la realtà". Lo ha scritto Matteo Renzi in un post su Facebook. "La flessibilità - annunciata a Strasburgo il 13 gennaio 2015 - era parte integrante dell'accordo per eleggere Juncker - ricorda Renzi -. Non c'entra nulla con le politiche migratorie. Nulla. Era un accordo politico di risposta all'austerità del Fiscal Compact. Sono due dossier politici diversi".

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