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Venerdì, 29 Marzo 2024
Grandi opere

Largo a ruspe e trivelle: è arrivato lo Sblocca Italia

Arriva alla Camera il decreto più atteso dal governo e anche dall'opposizione: si taglia il nastro di tanti cantieri in giro per l'Italia e opposizioni e cittadini vanno su tutte le furie

E' arrivato in questi giorni alla Camera il decreto 133/2014 forse più atteso di tutto il pacchetto di riforme del governo Renzi. Il premier è così affezionato al provvedimento da averlo denominato "Sblocca Italia": in effetti all'interno dei vari passaggi, che toccheranno tematiche scottanti del nostro Paese, diversi sono gli articoli in cui si parla di Expo2015, cantieri e grandi opere.

LA CRITICA GRILLINA - Con l'epifania del provvedimento alla Camera sono arrivate anche le aspre critiche dell'opposizione. In prima linea il Movimento 5 stelle. Sul blog di Grillo si legge a chiare lettere:

Nel decreto ci sono trivelle, inceneritori, inquinamento, appalti facili, cittadini scavalcati da un potere centrale, lobbies che decidono dove far colare il cemento: tutto questo tra poche settimane diventerà realtà con questo decreto-mostro.

Come le stelle del movimento sono cinque i "buchi neri" del provvedimento secondo i grillini: Ambiente, Acqua pubblica, Energie rinnovabili, Rifiuti Zero, Connettività. Anche in questo partito l'affezione per il decreto è tanta, al punto che è gli è stato dato un altro nomignolo: Sfascia Italia.

I CITTADINI CONTRARI - In effetti i fedeli dell'ex-comico non hanno tutti i torti: il provvedimento avrà un forte impatto sul territorio di varie zone del Paese, nella maggior parte dei casi in luoghi in cui realtà cittadine si sono organizzate per dire no alla cementificazione e alle grandi opere.

Ad esempio recentemente il Forum Italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio ha preso parte a un'audizione informale della commissione Ambiente della Camera dei deputati, presentando le proprie perplessità rispetto allo “Sblocca Italia”. Non era la prima volta che varcava quella soglia: già avevano discusso del "consumo di suolo" e strappato al ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina una promessa sull'approvazione di un provvedimento sul tema entro l'Expo2015. Ed ecco cosa ha detto il Forum:

Non possiamo che riconoscere che il decreto calpesta ogni idea di intervento organico sui temi cari alle oltre mille tra associazioni e comitati

LE RUSPE CHE SI SBLOCCANO E GLI INVESTIMENTI - In effetti tante saranno le grandi opere che andranno a "sbloccarsi" con questo decreto, a cui spesso molti cittadini dai territori si sono opposti. Ma andiamo con ordine. Prima di tutto ci sono le ferrovie e le linee dell'alta velocità: Napoli-Bari (quasi 7 milioni di euro) con apertura prevista nel novembre 2015, il collegamento Palermo-Catania-Messina (valore 5,2 mld, apertura cantieri dicembre 2015). Poi ci sono gli interventi su ben sei aeroporti (Malpensa, Venezia, Genova, Firenze, Fiumicino, Salerno) per un valore complessivo di 4,6 milioni di euro. Infine gli investimenti privati per la costruzione dell'autostrada Orte-Mestre (10,4 mld) verrano defiscalizzati.

Sono previsti inoltre quasi sette milioni di euro come nuove risorse per la "cantierabilità" da subito. Verranno aumentati anche gli investimenti privati in infrastrutture soprattutto autostradali di circa 10 mld. Tutto questo con una postilla che il Forum dei movimento per la terra e il paesaggio non ha mancato di sottolineare. Il decreto infatti:
 

Limita la capacità d'intervento delle autonomie locali nell'ambito dei processi di valutazione d'impatto ambientale

In effetti in questi anni chi si è battuto contro le grandi opere e per la difesa del paesaggio ha avuto dalla sua alcune amministrazioni locali: basti pensare ai sindaci Notav della Val Susa. Inoltre, come ricorda Luca Martinelli sulla rivista Altreconomia, "il diavolo sta nei comma":

Lo “Sblocca Italia” libera l'autostrada Orte-Mestre. Il gioco è tutto in un comma, il secondo dell'articolo 4, che modifica il “decreto del Fare” del 2013 aprendo le porte della “defiscalizzazione” per l'autostrada tra Lazio e Veneto, e garantendo così all'opera benefici per quasi 2 miliardi di euro

Tutto questo anche perché in vista di Expo2015, il grande evento tanto caro al premier, tanti sono i cantieri aperti, pochi i fondi statali e poca anche la volontà dei privati d'investire. In effetti le risorse messe in campo dai 50 articoli del decreto sono ridotte: per le infrastrutture il governo di Matteo Renzi è riuscito a trovare (Fondo sviluppo e coesione e fondo revoche) solo 3,8 miliardi.

OLTRE ALLE RUSPE ANCHE LE TRIVELLE - Con lo Sblocca Italia sarà anche più facile estrarre idrocarburi nei giacimenti presenti sul territorio nazionale. In Sardegna, il decreto in pratica sblocca le trivelle in tutta la costa nord-occidentale dell’isola. Da oggi, infatti, lo sfruttamento degli idrocarburi riveste “un’importanza strategica”, recita il testo del decreto. Lo stesso vale per gasdotti, rigassificatori e depositi di stoccaggio del gas naturale (compresi quelli sotterranei). Insomma, il nuovo dl punta forte sui combustibili fossili. Nonostante le fonti rinnovabili coprano una quota sempre maggiore del fabbisogno energetico della penisola. Dura la reazione di Legambiente Sardegna:

E' ora di dire basta a una inutile corsa al petrolio: le quantità stimate sotto il mare italiano sono di appena 10 milioni di tonnellate e stando ai consumi attuali, si esaurirebbero in soli due mesi. L’apertura alle compagnie petrolifere nella zona compresa tra la Sardegna e le Baleari è il risultato di una strategia insensata che non garantisce nessun futuro energetico. Piuttosto incrementa i rischi e i danni per il mare e l’ambiente

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