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Martedì, 23 Aprile 2024
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Petrolio, l'accusa bomba che scuote l'inchiesta: "Disastro ambientale"

Due filoni d'inchiesta, lo scandalo petrolio che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi mette in difficoltà il governo. Si indaga anche per disastro ambientale: codici "taroccati" in modo da rendere innocue sulla carta sostanze pericolose. Renzi: "Chi ruba lo decidono le sentenze, non una piazza"

Si allarga l'inchiesta sul petrolio in Val d'Agri ed entrano nel mirino dei magistrati di Potenza nuovi nomi eccellenti. Dopo le intercettazioni telefoniche che hanno costretto alle dimissioni il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, è di ieri la notizia che è stato indagato anche il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, insieme al Compagno di Guidi Gianluca Gemelli. Le accuse riguardano un presunto traffico di materiale inquinante nell'attività dell'Autorità portuale di Augusta. Il reato ipotizzato è quello di associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze e per concorso in abuso d'ufficio. Ma l'ammiraglio chiarisce in una nota: "Non conosco sulla base di quali fatti il mio nome venga associato a questa vicenda. La cosa mi sorprende e mi amareggia, e tutelerò la mia reputazione nelle sedi opportune".

DUE FILONI - Due i filoni dell'inchiesta di Potenza: se da una parte si indaga sulle autorizzazioni al giacimento di Tempa Rossa della Total - è in questo ambito la telefonata del ministro Guidi con il compagno che l'ha messa nei guai - dall'altra i magistrati vogliono vedere chiaro sull'impianto Eni di Viggiano in Val d'Agri dove i carabinieri del Noe stanno indagando su illeciti nella gestione dei rifiuti, con codici "taroccati" in modo da rendere innocue (ma solo sulla carta) sostanze pericolose, nonchè su sistematici sforamenti, anche questi occultati, nelle emissioni in atmosfera. Una situazione tanto grave da far ipotizzare il reato di disastro ambientale.

CINQUE STELLE CONTRO BOSCHI -  "La sera in cui grazie alla nostra levata di scudi facemmo bloccare l'emendamento pro Tempa Rossa, accadde anche un altro episodio": a raccontarlo sono i deputati M5S Massimo De Rosa, all'epoca vicepresidente della commissione Ambiente, e Mirella Liuzzi, lucana, la prima che lesse l'emendamento che rendeva strategiche le infrastrutture energetiche.

"Infatti durante la pausa dei lavori in commissione Ambiente, in Commissione - spiegano in una nota - piombò Claudio De Vincenti, il potentissimo viceministro oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio. De Vincenti provò a far passare l'emendamento ma fu inutile. Realacci dovette renderlo inammissibile". "In quelle ore ci accorgemmo - dicono i due portavoce - che c'erano persone estranee e non autorizzate e le facemmo allontanare, come si evince dal resoconto stenografico riportato sul sito della Camera. Uno era il capo dell'ufficio legislativo del ministro Boschi, Cristiano Ceresani". "La sua presenza non era autorizzata, tanto che fu fatto allontanare dalla presidenza della Commissione".

"L'emendamento Tempa Rossa di cui si parla in queste ore e bloccato per la prima volta durante la discussione dello Sblocca Italia dal M5S la notte del 17 ottobre, non fu l'unico presentato dal governo - sottolinea Davide Crippa - che avrebbe agevolato la famiglia Guidi. Sempre nello Sblocca Italia l'emendamento 4bis intendeva favorire i rapporti contrattuali con i privati per le società di ingegneria. E chi è titolare di una società di ingegneria (società di capitali)? Sempre il compagno del ministro Guidi. Anche il quel caso l'emendamento fu dichiarato inammissibile. Il compagno della Guidi ha una società di ingegneria (società di capitali) e avrebbe tutto l'interesse economico ad estendere la loro operatività ai rapporti tra privati non prevedendo alcun controllo sul loro operato. La Ministra però non si è arresa e lo ha reinserito del ddl concorrenza in fase di seconda lettura al Senato, proprio in questo periodo".

DE GIORGI  -  "A seguito dell'indagine aperta nei confronti dell'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, oltre a chiederne le immediate dimissioni da capo di stato maggiore della Marina al fine di tutelare l'onorabilità di un corpo per il quale riserviamo massimo rispetto, ci auguriamo che la Procura di Potenza approfondisca il suo lavoro sui contenuti della Legge Navale approvata a fine 2014, ed in particolare sull'acquisto di nuove navi militari da parte del governo Renzi, per un costo complessivo di 5,4 miliardi di euro". Lo affermano, in una nota congiunta, deputati e senatori M5S delle commissioni Difesa di Camera e Senato.

RENZI - "Chi ruba va a casa, anzi in carcere, perché chi ruba non sta semplicemente rubando qualcosa ma il futuro. Chi ruba lo decidono le sentenze non i tribunali di una piazza. Ma quando si cerca di buttarla in rissa rispetto a una comunità come è il Pd, quando scrivono 'sono tutti complici e collusi', è giusto che chi dice questo ne risponda nelle sedi opportune". Lo afferma il premier Matteo Renzi a Classe dem, parlando degli attacchi al Pd sul caso Guidi.

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