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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Contratto da 650mila euro l'anno, e a tempo indeterminato, per il nuovo dg della Rai

Il coordinamento di giornalisti precari "Errori di Stampa" denuncia lo "scandalo" per il compenso riconosciuto a Luigi Gubitosi "a fronte di decine di giornalisti che guadagnano 70 euro lordi a puntata".

Non si placano le polemiche sul compenso che è stato accordato al nuovo dg della Rai, Luigi Gubitosi, che ha sostituito Lorenza Lei.

Se sentirete in giro o leggerete sul web che "il nuovo dg Rai guadagna tre volte quello che prende Barack Obama", non sorprendetevi, perché è vero.

Anzi, a differenza del presidente degli Stati Uniti il cui mandato scadrà tra pochi mesi, fanno notare i giornalisti precari del coordinamento Errori di Stampa, "Gubitosi potrà contare su un contratto di 650mila euro l'anno a tempo indeterminato. Alla faccia della noia che - secondo il premier Monti - provocherebbe il famoso "posto fisso".

In tempo di tagli e di revisione di spesa, quindi, spicca l'enorme mole di denaro (pubblico) riservata al nuovo direttore generale della tv di Stato. Una cifra ancor più "fuori mercato" se si considera che in Rai, "per uno che si annoierà con il posto fisso ce ne sono migliaia che vivono di contratti precari e lavorano per cifre irrisorie".

Oltre ad attaccare, Errori di Stampa fornisce i numeri di questa discrepanza: 650mila euro l'anno, circa 54mila euro al mese per il direttore generale "a fronte dei 70 euro lordi percepiti a puntata o servizio dai precari Rai, con scadenze di contratto continuamente ricontrattate e che durano il tempo di una produzione".

Quindi la rabbia dei precari Rai (e non solo) si sposta sull'Usigrai (Unione sindacale giornalisti Rai) che non contesta la cifra ma solo la durata: "Mi piacerebbe che un nuovo corso non cominciasse con polemiche. Credo che il curriculum di Luigi Gubitosi sia tale da poter permettere al diretto interessato di rinunciare alla garanzia del tempo indeterminato. Tocca al neo direttore generale scegliere come accompagnare i suoi primi passi in azienda", scrive in una nota il segretario Usigrai Carlo Verna.

"Ma se proprio si vuole chiudere un occhio sullo stipendio - in Italia di dg superpagati ce ne sono molti - la questione più spinosa riguarda proprio la durata" spiegano da Errori di Stampa.

Chiaro il motivo: "Anche quando gli equilibri politici cambieranno e subentrerà un nuovo dg, infatti, la cifra e lo stipendio resteranno immutati, foss'anche per fare le fotocopie. Il tutto a fronte di sedi estere e nazionali chiuse, di contratti non rinnovati, di concorsi bloccati. E di un tetto agli stipendi dei manager che dovrebbe essere pari a quello del primo presidente della Corte di Cassazione: 294mila euro l'anno".

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