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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Italia

Braccio di ferro nel governo: su sicurezza e processi si "pesano" Lega e M5s

I partiti di maggioranza litigano sulla riforma della prescrizione mentre sul decreto sicurezza va in scena l'ennesimo scontro: ipotesi fiducia per superare i dissidenti pentastellati

Un vertice con il ministro della Giustizia andato a vuoto, la palla rinviata a un incontro di "livello più alto" tra i leader. Resta intatta la distanza tra Lega e M5s sulla riforma della prescrizione mentre sul decreto sicurezza va in scena l'ennesimo scontro all'interno della compagine di governo. Fonti parlamentari parlano di trattative ancora in corso su possibili modifiche in extremis al provvedimento; magari in parallelo con il negoziato che si svolge sull'altro capitolo della tensione fra Lega e M5s, quello sulla riforma della prescrizione inserita nel corso dei lavori alla Camera sul disegno di legge anticorruzione.

Fiducia sul dl Sicurezza, accelerazione e frenata

In mattinata i 5 stelle avevano fatto sapere come sul decreto sicurezza sarebbe stata posta la questione di fiducia per evitare di evidenziare lo strappo della minoranza all'interno del Movimento: niente allargamento della maggioranza a Fratelli d'Italia, in quel caso, eventualità temuta da Luigi Di Maio e dai suoi. Poi in aula, però, la maggioranza ferma i lavori quando, a conclusione della discussione generale, il relatore Stefano Borghesi (Lega) si alza e chiede di posticipare la replica per consentire "ulteriori approfondimenti alla luce del dibattito".

Quattro senatori m5s si sono opposti al via libera al decreto sicurezza così com'è: Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Matteo Mantero ed Elena Fattori.

La senatrice M5S Alessandra Maiorino, intervenuta oggi nell'aula di Palazzo Madama durante la discussione del decreto sicurezza e immigrazione ha spiegato come nella fase di conversione del decreto sia stato introdotta la possibilità di prorogare i permessi di soggiorno per chi fugge da calamità naturali, l'obbligo di rendicontazione pubblica per soggetti privati e cooperative che gestiscono i centri d'accoglienza, la garanzia del rispetto della dignità umana in tutte le fasi del rimpatrio. "Inoltre - prosegue Maiorino - abbiamo impegnato il governo affinché ogni immigrato che fa richiesta di protezione sia correttamente informato su quali siano tutti i suoi diritti: questo è importante soprattutto per quelle minoranze, come coloro che sono perseguitati per il loro orientamento sessuale nel paese d’origine, affinché sappiano che qui saranno accolti e protetti".
 

Il premier Giuseppe Conte precisa: "Sulla fiducia stiamo valutando, questa sera ci aggiorneremo sulla decisione", ma minimizza, spiegando che non si tratta di "nulla di drammatico ma un passaggio responsabile e serio".

Il nodo della fiducia

Al Senato, in questa legislatura, è stata votata solo la fiducia iniziale al governo: 171 sì, ovvero dieci in più della maggioranza necessaria, così composti: 109 del M5S, 58 della Lega, due eletti all'estero (il Maie ha un sottosegretario, Ricardo Merlo) e due eletti col M5s ma espulsi a causa dello scandalo dei rendiconti truccati, Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, iscritti al gruppo Misto. Anche se venissero a mancare i quattro dissidenti, la maggioranza resta apparentemente lontana da rischi matematici.

Il nodo, comunque, verrà sciolto nelle prossime ore: Matteo Salvini è previsto da giorni a Palazzo Madama nel pomeriggio di domani e il decreto certo non può passare senza che sia visibile la presenza di chi ha puntato così tanto sul provvedimento che ridisegna la politica sull'accoglienza dei migranti e dei rifugiati.

Stop alla prescrizione

Il disegno di legge anticorruzione "spazzacorrotti" trova un intralcio mentre le commissioni riunite Giustizia e Affari costituzionali della Camera sono chiamate a decidere sull'ammissibilità dell'emendamento che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado a prescindere che la sentenza sia di assoluzione o condanna.

I relatori, Francesca Businarolo e Francesco Forciniti, hanno sì ritirato l'emendamento ma soltanto per presentarne uno identico che non fa altro che integrare il titolo del provvedimento. Nel secondo capoverso si legge infatti "conseguentemente al titolo del ddl dopo le parole pubblica amministrazione inserire le seguenti: nonché in materia di prescrizione del reato".

Un escamotage che consente proprio di superare il primo scoglio: quello dell'inammissibilità. Segno che il M5s ha tutto meno che l'intenzione di abbandonare la battaglia.

Ma anche la Lega non molla. "Abbiamo fatto una discussione con M5s sui 12 articoli del ddl anticorruzione. C'è la possibilità di un accordo ma rimane il dissenso sul famoso emendamento sulla prescrizione", ha detto Igor Iezzi, deputato del Carroccio, a margine dei lavori delle commissioni.

Al termine di una riunione molto tormentata e dibattuta delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, in mancanza di un accordo tra M5S e Lega, di fronte all'impasse attuale, la presidente pentastellata della 'II' Giulia Sarti è costretta a rinviare tutto a domani. 

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