ROMA - Roma, la capitale, la città eterna: il grande nemico. "Noi siamo i nemici di Roma padrona e ladrona. Di Roma farabutta".

Come sono lontani gli slogan che il Senatùr Umberto Bossi scandiva rabbiosamente dal palco arringando la folla ai raduni delle camicie verdi! Slogan triti e ritriti, ormai sbiaditi dal tempo.

Simbolo dell'odiato centralismo burocratico dello Stato, delle poltrone e degli inciuci di Palazzo, quella che rappresentava l'antitesi della Lega Nord - ma, a ben guardare, anche la ragione stessa della sua esistenza - è diventata oggi la città prediletta dei lumbard che, varcati gli Appennini, hanno perso gradualmente l'indole "nordista" e si sono "accomodati", da politici scaltri, nelle stanze del potere e nelle case e nelle vie del centro battute dai turisti. E' come se, simbolicamente, l'ampolla rituale con l'acqua del dio Po - uno dei sacri riti pagani delle origini - avesse ceduto il passo al più accomodante "nasone", la caratteristica fontanella romana.

La Lega Nord ha preso una cotta per Roma. I lumbard sono diventati più romani dei romani. E a sancire "l'unione impossibile", dopo gli anni di permanenza alla Camera e al Senato, c'è la sede che il partito secessionista inaugurerà domani nel quartiere Parioli, in via Caroncini 23. Per il taglio del nastro (con buffet di amatriciana?) sarà presente il segretario Matteo Salvini in persona. Lo stesso che, proprio ieri, sulle pagine del Tempo ha parlato di una "Roma stupenda, con tassisti spettacolari, un calciatore meraviglioso come Totti, un piatto succulento come la cacio e pepe". Ma dov'è finita la Roma ladrona? "Se le istituzioni fossero state a Milano avremmo detto Milano ladrona". Perdonaci Salvini, avevamo frainteso tutto.