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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Mondiali nuoto 2009 / Roma

Mondiali di Nuoto, la "cricca" si assegnò 30 milioni per il centro sportivo

La guardia di finanza ha sequestrato il Salaria Sport Village edificato dal costruttore Anemone grazie ai Mondiali di nuoto di Roma del 2009. "La cricca si è spartita gli appalti pubblici in cambio di favori"

Appalti e grandi eventi. Un binomio che in Italia ha "fatto scandalo". Ebbene, a cinque anni di distanza dai Mondiali di nuoto di Roma, stamattina è stato sequestrato il Salaria Sport Village, il centro sportivo frequentato da Guido Bertolaso (allora capo della Protezione civile) e di proprietà Diego Anemone - uno "della cricca" - dal valore di circa duecento milioni di euro costruito a ridosso del fiume Tevere, in un'area a rischio esondazione. Motivo del sequestro: aver beneficiato di ben 30 milioni di euro - soldi pubblici - grazie agli uffici di Angelo Balducci, ex provveditore per le Opere pubbliche del Lazio e poi presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, uno dei vertici della cosiddetta "cricca degli appalti"

"SISTEMA GELATINOSO" - Secondo quanto sottolineato dai finanzieri che hanno posto sotto sequestro l'impianto, si tratta di "un esteso e organizzato fenomeno di malaffare definito da alcuni dei soggetti intercettati come 'sistema gelatinoso' che, dal 1999, a fronte dell'uso sistematico della corruzione e di articolati illeciti tributari diretti a camuffare l'erogazione di tangenti, ha consentito la metodica assegnazione di rilevantissimi appalti pubblici ad un numero chiuso di imprese favorite, in primis proprio quelle di Diego Anemone". 

IL SEQUESTRO - Il sequestro del centro sportivo è stato disposto dal tribunale di Roma, "sezione misure di prevenzione", su richiesta della procura della Repubblica della Capitale grazie all'esito degli approfondimenti svolti dal nucleo di polizia tributaria di Roma.

LE INDAGINI - Le articolate indagini economico-finanziarie svolte dalle fiamme gialle hanno infatti consentito di "accertare come gli ingentissimi proventi giunti nelle casse delle imprese di Anemone a seguito dell'aggiudicazione pilotata degli appalti pubblici gestiti dalle strutture dirette da Angelo Balducci, quantificati in circa 450 milioni di euro nel decennio che va dal 1999 al 2009, è stata oggetto nel tempo di accorte operazioni di reinvestimento, che hanno consentito all'imprenditore della 'cricca' di acquisire, ristrutturare e ampliare il più grande centro sportivo della Capitale: il Salaria Sport Village".

USATO CODICE ANTIMAFIA - "La priorità della Procura di Roma è l'aggressione dei patrimoni illeciti sia di quelli squisitamente mafiosi sia di quelli riconducibili a soggetti non mafiosi che hanno creato patrimoni frutto di altre attività illecite come le bancarotte, truffe e reati finanziari". Con queste parole il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, ha spiegato le motivazioni che hanno portato al sequestro del Salaria Sport Village. "Il sequestro di oggi - ha proseguito Pignatone - è stato reso possibile grazie al codice antimafia approvato dal 2011. Bisogna ricordare sempre che fu approvato all'unanimità dal parlamento ed è uno strumento prezioso per aggredire i patrimoni illecitamente creati anche da chi mafioso non è".

LA DIFESA - "Abbiamo preso atto del sequestro notificato oggi dalla Guardia di finanza. Nella sostanza si tratta di una duplicazione dei sequestri già in atto, tanto è vero che sono stati nominati gli stessi amministratori giudiziari in precedenza nominati dal Tribunale di Roma. A differenza di quanto riferito dagli organi di stampa, non sono stati apposti i sigilli; pertanto, l'attività del Salaria Sport Village non ha subito alcuna interruzione e proseguirà regolarmente secondo la normale programmazione sportiva e sociale". Così ha dichiarato Stefano Morandi, amministratore unico del Salaria Sport Village.

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