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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il caso

Sì alla cannabis per uso terapeutico: via libera del governo

Il Consiglio dei ministri non ha impugnato una legge varata dalla Regione Abruzzo. Da oggi le cure con cannabinoidi saranno gratuite e a carico del sistema sanitario regionale, sia nelle strutture ospedaliere che durante le terapie domiciliari

"I medicinali cannabinoidi possono essere prescritti, con oneri a carico del sistema sanitario regionale, da medici generici del sistema sanitario regionale, sulla base di un piano terapeutico redatto dal medico specialista".

E' un giorno storico: c'è il via libera del governo Renzi all'uso della cannabis a scopo terapeutico. Il Consiglio dei ministri ha infatti deciso di non impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale abruzzese n.4 del 4 gennaio 2014, che disciplina le "modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”.

COSA PREVEDE LA NORMA - Non impugnando il modello abruzzese, il governo lascia dunque il via libera ad un trattamento considerato tra i più liberali tra quelli previsti in ambito regionale. La cura può avvenire sia "in ambito ospedaliero o in strutture ad esso assimilabile" che "in ambito domiciliare". In entrambi i casi è prevista l'erogazione gratuita. I medicinali cannabinoidi, si legge nel testo, "sono acquistati dalla farmacia ospedaliera o dell'azienda sanitaria di appartenenza dell'assistito e posti a carico del sistema sanitario regionale, qualora l'inizio del trattamento avvenga nelle strutture ospedaliere e continui la cura a domicilio dopo la dimissione". “Il rinnovo della prescrizione è in ogni caso subordinato ad una valutazione positiva di efficacia e sicurezza da parte del medico prescrittore, valutata la variabilità individuale della risposta al trattamento".

LA LEGGE ABRUZZESE - La norma del consiglio regionale abruzzese è stata promossa nel 2011 dai consiglieri Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista e Antonio Saia dei Comunisti italiani, e sottoscritto anche dai consiglieri dell'allora Popolo della Libertà Riccardo Chiavaroli e Walter Di Bastiano. La legge abruzzese è arrivata dopo quelle varate in altre regioni: prima la Toscana, poi la Liguria (legge impugnata dal governo Monti) le Marche nel 2013 ma solo "in assenza di valide alternative terapeutiche", il Friuli Venezia Giulia, la Puglia e il Veneto (anche in questo caso il governo Monti ha aveva impugnato la normativa).

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