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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Italicum, il Senato vota sì tra le proteste

A Palazzo Madama arriva il via libera all'Italicum in seconda lettura. Vivaci contestazioni delle opposizioni, soprattutto da parte di M5s, alla presidenza del Senato. La minoranza dem non ha partecipato al voto

ROMA - "E due. Legge elettorale approvata anche al Senato. Il coraggio paga, le riforme vanno avanti". Esulta così su Twitter il premier Matteo Renzi, dopo che l'aula del Senato ha approvato la nuova legge elettorale, l'Italicum. 

Sono 184 i sì, 66 contrari e solo due gli astenuti. Ora la legge elettorale torna alla Camera per il sì definitivo. Grande l’esultanza dei fedelissimi del premier che subito hanno twittato: "Le riforme avanzano. Italicum adesso alla Camera. Grazie @SenatoriPD #lavoltabuona", scrive Luca Lotti. Gli fa eco la titolare delle Riforme Maria Elena Boschi: "Sembrava impossibile qualche mese fa, eppure la legge elettorale è ok anche al Senato. È proprio #lavoltabuona".

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Soddisfatta anche la presidente della Commissione Affari Costituzionali Anna Finocchiaro: "Io credo che quella che abbiamo votato oggi in Senato sia la miglior sintesi possibile che potevamo raggiungere in questo ramo del Parlamento, con questi equilibri politici. Tutto è migliorabile, ma tutti allo stesso modo sappiamo che la riforma della legge elettorale si fa cercando il massimo consenso possibile tra le diverse forze rappresentative in Parlamento e non può rispondere ai desiderata di un solo partito".

Non sono però mancate polemiche e confusione a Palazzo Madama, anche a pochi minuti dal voto. Le opposizioni hanno contestato vivacemente il coordinamento formale al testo della legge elettorale, proposto dalla presidenza. Le critiche sono state mosse da Roberto Calderoli, Vito Crimi e Loredana De Petris, perché, secondo loro, il coordinamento formale interverrebbe sui contenuti del testo. Intanto, Gotor e gli altri senatori Pd annunciavano che non avrebbero partecipato al voto. 

I lavori del Senato sono stati sospesi poco prima della votazione finale. La presidente Valeria Fedeli ha infatti concesso alcuni minuti per approfondire la questione del coordinamento formale della riforma, che secondo le opposizioni nascondeva modifiche di merito. L’aula per alzata di mano ha comunque respinto il rinvio in commissione. Durante le proteste da parte delle opposizioni, è stato soprattutto il Movimento 5 Stelle ad alzare la voce e a gesticolare nei confronti della presidenza. Contestazioni arrivano anche dal gruppo Sel tramite la senatrice Loredana De Petris che ha ivendicato il diritto di intervenire: "Non è che ogni volta - ha detto prendendo infine la parola - devo andare in infermeria perché siete tutti cecati.... Non posso sentirmi male ogni volta...".

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