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Martedì, 23 Aprile 2024
Movimento 5 Stelle

Di Maio guarda già ai sondaggi: così vuole cannibalizzare i voti del Pd

Il capo politico del M5s è sicuro di arrivare al 40%. L'obiettivo è fare breccia tra quella parte dell'elettorato "dem" ostile a Renzi. Ma secondo i sondaggisti il ritorno alle urne potrebbe avvantaggiare Salvini

I 5 Stelle puntano ai voti dei dem per sbancare alle urne in caso di nuove elezioni e conquistare il 40% dei voti necessari per far partire il “governo del cambiamento”. Di Maio ne è sicuro: il M5s è stato sempre sottostimato dai sondaggi, dunque la meta è possibile. I  pentastellati hanno già fatto di conto e individuato il loro “bersaglio”: non la Lega, a lungo corteggiata in questi 65 giorni, e neppure Berlusconi, bensì il Pd a cui il M5s spera di strappare via altri consensi. La  strategia è chiara: fare campagna elettorale contro il “voto inutile” e rosicchiare qualche altro punto ai democratici.

Del resto Di Maio lo ha già detto a più riprese: le prossime elezioni saranno una sorta di ballottaggio tra 5 Stelle e Lega. Un auspicio che il capo politico del M5s ha sempre sbandierato come una certezza.

Il sospetto che aleggia tra i 5 Stelle

Oltretutto la rabbia nei confronti dei dem è vivissima, racconta Adnkronos. "Renzi mente - è l'accusa mossa da Di Maio negli sfoghi con alcuni fedelissimi - era lui stesso a mantenere vivo il forno con noi, anche se poi ha fatto saltare il tavolo in diretta tv". Tra i vertici dei 5 Stelle peraltro c’è il sospetto – se non la certezza – che in questi 65 giorni di trattative l’ex segretario del Pd e il leader del Carroccio si siano sentiti più di una volta: “Ecco perché la politica dei due forni è fallita: mentre noi pensavamo che tenere aperti i due fronti agevolasse il dialogo fungendo da spauracchio, Renzi e Salvini si rassicuravano tra di loro in barba al governo del Paese".

La campagna elettorale ad ogni modo sembra alle porte e l’obiettivo del M5s è quello cannibalizzare i voti dei democratici, mentre da Forza Italia si potrebbe rosicchiare non più di un 2-3%. Del resto il partito di Berlusconi è già ai minimi termini e un eventuale bottino sarebbe comunque appannaggio di Salvini. Più facile fare proseliti a sinistra, magari guardando all'elettorato dei democratici più ostile a Renzi: Di Maio potrebbe accreditarsi come colui che ha tentato in tutti i modi di realizzare riforme "per il bene dei cittadini", ma è stato respinto con arroganza dall'ex segretario. 

Un primo assaggio di ciò che succederà Di Maio lo ha già offerto durante la registrazione della puntata di Di Martedì, che andrà in onda questa sera su La7: "A che serve votare Pd - ha detto Di Maio - se all'opposizione non può stare - visto che non ha la credibilità per combattere contro quelli che affrontano il tema delle pensioni - e non vuole stare al governo... questo sarà molto interessante da raccontare agli elettori del Partito democratico".

I sondaggi

Resta da capire fino a dove può arrivare il M5s: i sondaggi in mano allo staff, citati dallo stesso Di Maio post consultazioni, danno il Movimento al 35%. Altre rilevazioni sono meno favorevoli ai 5 Stelle: l’ultimo sondaggio effettuato da Swg per La7 dà ad esempio i 5 Stelle al 32,3, dunque addirittura in calo rispetto al 32,7 del 4 marzo. Vola invece la Lega con il 24,4 per cento, in caduta libeara Forza Italia (sotto al 10%). E il Pd? In barba a tutte le previsioni i dem guadagnano lo 0,3% e salgono al 19. BiDiMedia dà invece il M5s in crescita al 34,4% (dunque vicino alla soglia indicata da Di Maio), con il Pd in calo al 17,1 e la Lega al 20,8%. 

Il leader pentastellato comunque non ha dubbi e lo ha rimarcato ieri su Facebook: "Sono sicuro che questa volta gli italiani daranno un segnale forte, fortissimo alle altre forze politiche per farci governare da soli: eravamo dati al 29% nelle ultime poltiche e siamo arrivati al 33%. Il 40 è a portata di mano. Andiamo a governare da soli perché gli altri hanno dimostrato di volere una sola cosa: che il M5S non arrivi al governo".

Sondaggisti: "Ritorno alle urne potrebbe avvantaggiare Salvini"

L’ipotesi di tornare alla urne però potrebbe avvantaggiare più la Lega che il M5s. Questo il pensiero dei sondaggisti intervistati dall'AdnKronos, che nei dati vedono Matteo Salvini come maggiore beneficiario del voto anticipato. ''L'unica cosa chiara in questi mesi è stata la crescita della Lega, che ha acquisito molti voti da Forza Italia e si è consolidata nel uolo di leader del Centrodestra con numeri più importanti di quelli del 4 marzo'' afferma Maurizio Pessato, presidente della società di ricerche Swg. Posizione condivisa da Luca Comodo, direttore del dipartimento Politico-sociale Ipsos PA.

''Tutto il percorso delle consultazioni sembra aver palesemente favorito Salvini, che ha migliorato il proprio posizionamento e grado di apprezzamento presso gli elettori, aumentando anche quelli del suo partito. Al contrario - sottolinea - Di Maio ha subito qualche contraccolpo, specie nell'area elettorale di destra che era in precedenza favorevole ad un accordo con i 5 stelle'' .

 Nicola Piepoli, sondaggista e fondatore del Cirm, allarga il vantaggio di un eventuale voto anticipato all'intera coalizione di centrodestra. ''Non credo che il Presidente Mattarella voglia avvantaggiare il centrodestra tornando alle urne, ma è quello che effettivamente succederà - osserva - lo schieramento Salvini-Berlusconi-Meloni per ora sembra essere vicinissimo ad ottenere la maggioranza alla Camera, anche se i dati rimangono incerti''.

Sarà importante la data del voto

Una variabile importante è ritenuta la scelta della data per il voto. "Qualora venisse scelto luglio sarebbe un voto di giudizio verso le responsabilità dei singoli partiti - sostiene Pessato - Al contrario, se si votasse in autunno, con un esecutivo che anche se per pochi mesiavrà comunque dovuto affrontare con l'Europa questioni importanti comequella dei migranti, allora sarebbe più probabile un voto che premi i singoli operati''.

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