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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Crisi economica

Dopo la Grecia, anche in Spagna addio alla tredicesima. La prossima è l'Italia?

Piano anticrisi del governo Rajoy: aumento dell'Iva dal 18% al 21% ed eliminazione della tredicesima per i dipendenti pubblici a partire già da quest'anno. Riduzione del 20% delle sovvenzioni a partiti e sindacati. Monti: "Un memorandum 'light' con l'Ue non sarebbe un'umiliazione"

Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato quello che è il piano spagnolo 'anticrisi' per poter rimanere nei parametri stabiliti dall'Unione europea e poter così accedere al cosiddetto Fondo salva-stati.

Si parte dall'immediato aumento dell'Iva che passerà dal 18% al 21% (e dall'8% al 10% nell'aliquota più bassa), ad esclusione dei generi di prima necessità sulla quale rimarrà del 4%.

Quindi, seconda misura - forse ancor più impopolare della prima - l'eliminazione della tredicesima mensilità per i dipendenti pubblici a partire già da quest'anno.

Infine, la riduzione del 20% delle sovvenzioni pubbliche a favore di partiti, sindacati e organizzazioni imprenditoriali.

Fra le nuove misure, che saranno in parte approvate dal Consiglio dei ministri di venerdì, anche "la liberalizzazione dei settori aeroportuale, portuale e dei trasporti", ha sottolineato Rajoy, con la previsione di privatizzazioni; la riforma dell'amministrazione pubblica e "la revisione integrale della funzione pubblica".

Le nuove misure anti-deficit si aggiungono al programma statale di tagli per 27,3 miliardi della spesa, e a quello di 16 miliardi per le regioni, già previsto per quest'anno nella Finanziaria.

Una "stretta necessaria", quella del governo Rajoy, ma che non farà altro che aumentare il livello del conflitto che si respira per le strade di Madrid.

Tutto per "colpa" del "memorandum" europeo che stabilisce quelli che sono i parametri da rispettare per poter rimanese all'interno della lista dei paesi "virtuosi" e poter così contare dell'aiuto del fondo salva-stati che, come primo "premio", finanzierà le banche spagnolo con 30 miliardi di euro entro la fine del mese di luglio.

Ora la domanda che serpeggia nell'Eurozona è: dopo Grecia e Spagna, chi sarà il prossimo paese a dover ricorrere agli aiuti e dover così stilare un nuovo memorandum? Due i paesi in lizza: Cipro e l'Italia.

Ed è proprio in merito al "memorandum" che il premier Monti ha voluto precisare che, in caso di spread ancora fuori controllo, "ricorrere ad un memorandum 'in versione light' non sarebbe un'umiliazione".

E così si spiegano le accelerate dei partiti nel volersi mostrare disposti, in campagna elettorale e dopo le elezioni, a continuare sulla strada intrapresa da Monti. Lo abbiamo visto già in Grecia: in caso di memorandum "pre-elettorale", le forze politiche cosiddette 'filoeuropeiste' sono in pratica costrette a sottoscrivere quel patto con Bruxelles senza il quale lo spread - e la speculazione - tornerebbe - o rimarrebbe - alle stelle.

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