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Venerdì, 29 Marzo 2024
Regione Sicilia / Palermo

Sicilia in crisi, a rischio gli stipendi dei deputati regionali

I parlamentari isolani protestano per il mancato incasso della mensilità di luglio (13 mila euro ciascuno)

PALERMO - Le casse di Palazzo d'Orleans, sede dell'Assemblea regionale siciliana, sono al verde. E gli effetti si fanno sentire anche sui consiglieri, oltre che sui dipendenti. Con una lettera inviata ai 90 deputati regionali, infatti, il segretario generale aggiunto dell'Ars, Paolo Modica, ha fatto sapere che il "pagamento delle competenze relative al mese di luglio non potrà essere onorato nei tempi ordinariamente previsti".

13 MILA EURO AL MESE - Un colpo duro per gli inquilini di Palazzo dei Normanni: non era mai accaduto prima d'ora, in 66 anni di autonomia statutaria. I deputati dovranno attendere giorni, se non settimane, prima di vedersi accreditati nei conti correnti i circa 13mila euro netti mensili, salvo cariche elettive che fanno lievitare ulteriormente la cifra di diverse migliaia di euro. La ragione del ritardo, che riguarderà anche i dipendenti dell'Assemblea, come spiega la lettera del segretario generale, sta nel fatto che "la Regione non ha ancora provveduto al trasferimento dei fondi richiesti a titolo di dotazione ordinaria annuale spettante all'Assemblea regionale siciliana".

SPESA ANNUALE DI 162 MILIONI DI EURO - Annualmente il Parlamento siciliano impegna una spesa pari a 162 milioni di euro, che la Regione eroga in due tranche, 21 dei quali destinati ai deputati. Questa volta, complice la crisi, da Palazzo d'Orleans il pagamento è avvenuto mensilmente, e la "rata" di luglio ha raggiunto i 5 milioni di euro: troppo pochi rispetto agli almeno 6,5 milioni necessari per soddisfare tutte le richieste dei dipendenti e dei deputati. Il segretario generale aggiunto ha sollecitato la Regione affinché riconosca al più presto il resto della cifra, e prevede che il saldo possa essere effettuato entro i primi giorni del mese prossimo. Con quei soldi, i primi ad essere pagati saranno i fornitori, quindi toccherà ai deputati, e infine i dipendenti. Una gerarchia che però non piace al presidente dell'Ars, Francesco Cascio, che in aula ha ribadito come l'Ars, essendo un organo istituzionale di valenzaá costituzionale, goda dell'erogazione "d'ufficio" dei fondi. E dunque i fornitori non possano essere anteposti all'Assemblea.

In realtà, vista la crisi di liquidità della Regione, e i ritardi con cui già il mese scorso furono pagati gli stipendi del personale amministrativo dell'Ars, la paura più grande è che il ritardo nel pagamento possa diventare cronico. Un timore reso ancora più concreto dall'attuazione della "spending review", che comporterà un taglio di 15 milioni di euro nelle somme designate all'Assemblea regionale siciliana.
 

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