G20, tempo di promesse: siamo a 456 miliardi
Dal summit di Los Cabos, in Messico, è stato deciso lo stanziamento da parte degli stati membri a favore del Fondo monetario internazionale per aumentare la possibilità di investimenti
Sono saliti a 456 miliardi di dollari i fondi promessi dagli stati membri a favore del Fondo monetario internazionale. E' quanto ha annunciato il direttore generale del Fondo, Christine Lagarde, che ha così sancito, di fatto, come ad uscire a testa bassa da questo summit potrebbe essere proprio la Germania di Angela Merkel.
Messa alle strette dai paesi "extra-eurozona", la cancelliera tedesca si trova infatti con le spalle al muro: l'obiettivo comune è la crescita. E per crescere, bisogna seguire due strade: investire e derogare.
Investire sulla creazione di nuovi posti di lavoro per aumentare l'occupazione e derogare al patto di stabilità e alle misure di austerità. Ovviamente, dove possibile.
Ed è per questo che lo stanziamento di 456 miliardi a favore della crescita da versare al Fondo monetario internazionale possono essere letti come una prima crepa nell'egemonia tedesca sull'Eurozona.
Intanto non accenna a scemare la tensione in quel di Los Cabos. Stavolta è il turno di Stati Uniti contro Unione Europea: l'incontro previsto tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e i dirigenti dei Paesi membri europei è stato annullato In merito alle riserve di 450 miliardi stanziati, il Direttore generale del Fondo, Christine Lagarde, ha ringraziato i dodici Paesi che hanno contribuito nel corso del vertice, come India, Russia (10 miliardi di dollari ciascuno) e Cina (ammontare non precisato ma che dovrebbe essere di 43 miliardi di dollari): i fondi disponibili per i Paesi membri sono saliti adesso a 380 miliardi di dollari, data la necessità di mantenere una riserva.
E ieri il presidente del Consiglio Mario Monti ha incontrato nel pomeriggio messicano il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. L'incontro è stato l'occasione per parlare della situazione dei temi in agenda, di Italia, di crescita e dei "compiti a casa" che i vari Paesi devono fare. Lo hanno riferito fonti diplomatiche, facendo riferimento alle parole che il premier Monti aveva pronunciato ieri, spiegando che l'Europa è pronta a discutere dei propri problemi in un contesto più ampio ma ogni Paese è responsabile di trovare soluzioni.
Il bilaterale tra Monti e Barroso doveva preparare l'incontro dei leader europei con il presidente americano Barack Obama, che è poi sfumato. Alla riunone sull'Europa dovevano partecipare Obama, Monti, Barroso, il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande, il premier spagnolo Mariano Rajoy e il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.