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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Vitalizi, più di mille ricorsi contro il taglio

Un esercito di ex deputati in rivolta contro il taglio degli assegni votato a giugno. Falomi, presidente della Associazione ex parlamentari: “Un fatto senza precedenti”

Il taglio dei vitalizi voluto dal governo Lega-M5S ha provocato un'ondata di indignazione tra gli ex deputati. Quando mancano 11 giorni alla scadenza per la presentazione, sono ben 1.176 i ricorsi presentati contro il taglio dei vitalizzi. Una 'mossa' definita “senza precedenti” da Antonello Falomi, il presidente della Associazione ex parlamentari, che ha parlato in conferenza stampa a Montecitorio:  "Non è la prima volta negli ultimi 15 anni che i vitalizi degli ex parlamentari subiscono decurtazioni, anche significative. Nel 2005, ad esempio, è stato sospeso il meccanismo che legava il vitalizio parlamentare alle retribuzioni dei presidenti di sezione di Cassazione e questo ha comportato, di fatto, una riduzione netta del 30% dell'importo dei vitalizi. Ricordo inoltre due contributi consecutivi di solidarietà versati negli ultimi sei anni dai membri del Parlamento".

Nonostante i tagli, ha detto ancora, finora "il livello del contenzioso si era sempre mantenuto piuttosto modesto, 40-50 persone al massimo. Stavolta, invece, sono 1176 le persone che hanno scelto di reagire. Questo numero segnala l'indignazione e la protesta di chi, per il solo fatto di essere un ex parlamentare, è stato oggetto, in questi ultimi anni, di una violenta a arrogante campagna politica che lo ha dipinto come un delinquente, un ladro o un parassita al quale, come ha esplicitamente detto Luigi Di Maio, si vuole perfino negare il sacrosanto diritto di rivolgersi a un giudice".

"Qualcuno - ha concluso Falomi - vuole riscrivere la storia democratica e delle istituzioni come fosse una storia di guardie e ladri, mentre noi abbiamo servito con lealtà, dignità e onore il nostro Paese. Non ci stiamo a essere processati. Non vogliamo sottostare inerti all'attacco allo stato di diritto, messo in discussione da logiche retroattive che cancellano la certezza del diritto e patti che i cittadini, anche se parlamentari, hanno stipulato con lo Stato".

Di numeri ha parlato anche Felice Besostri, ex senatore e giurista in prima linea nella battaglia contro la riforma costituzionale del governo Renzi, che come avvocato rappresenta una parte dei ricorrenti. Sono 712 - ha scritto in un comunicato - i ricorsi depositati al Consiglio di giurisdizione della Camera. Altri 40 ricorsi circa sono attesi in giornata. "Alcuni di questi - puntualizza - sono collettivi, il che fa salire il numero totale a 1165 Parlamentari, 66 dei quali sono superstiti e al 90% si tratta di vedove o di alcuni orfani inabili al lavoro”, spiega ancora Besostri, difensore di circa 50 ex parlamentari e loro familiari che hanno presentato ricorso contro la delibera.

"Per 88 di loro è stata fatta richiesta di sospensiva che vuol dire che si chiede di sospendere il provvedimento limitatamente a chi lo richiede. Questi casi vengono giudicati prima degli altri ricorsi, alcune udienze sono state già fissate e in ogni caso vengono esaminati tutti prima del 31 dicembre, ovvero prima di quando entrerà in vigore il provvedimento", ha concluso.

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