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Giovedì, 28 Marzo 2024
Tase

Imu, Tares, Trise e ora Tuc: la casa si tassa così

Con un emendamento Pdl alla legge di Stabilità ecco il Tributo unico comunale. Il primo firmatario, D'Ali, assicura: "Costerà meno dell'Imu e non sarà sulla prima casa". Ma a far paura è l'aliquota "variabile"

IMU, TARES,TRISE, TUC. Un po’ come ‘supercalifragilistichespiralidoso’ anche “se ti sembra che abbia un suono spaventoso”. Della serie, ridateci l’Imu, vi imploriamo. Va bene anche l’Ici. L’importante è che Governo e Parlamento la finiscano con questo balletto sugli acronimi. Tanto, che sia Imu, la Trise (mai nata e già in pensione) o il Tuc, alle casse dello Stato il gettito sull’imposta casa-servizi serve come il pane. E’ inutile far finta: la coperta è corta e dove la tiri scontenta qualcuno. Il perché prima che politico, di quel dar retta alle larghe intese e camuffare con i ‘salatini’ (i Tuc, appunto) il nodo, sta nelle cifre. Nei conti delle casse di questo Paese malaticcio, che muore di cattiva burocrazia e di caste tollerate, al punto da segare i servizi: trasporto, sanità, scuola, ricerca. La lista è lunghissima.

Per questo dal 2014 dovrebbe arrivare il ‘Tributo unico comunale’. “Tac” come dire un Pozzetto d’annata. Di cosa si tratta. Per adesso di nulla, intendiamoci. E’ pur sempre un emendamento del Pdl alla legge di Stabilità ed è in attesa di essere discusso alla Commissione Bilancio del Senato. Nel concreto, nel testo in discussione, andrebbe a sostituire l’Imposta municipale propria (Imu) e la Trise (tributo sui servizi).

TUC – Come? La misura prevede – a differenza della Tasi – un'aliquota massima del 10,6 per mille sugli immobili e i servizi comunali indivisibili. Il tutto sommando due pezzi distinti, come descrive bene il ‘Sole 24 ore’: “Quella patrimoniale la cui aliquota massima non potrà andare oltre l'8,1 per mille e quella sui servizi indivisibili nella misura massima dell’1,5 per mille per l’utilizzatore e dunque l'inquilino e dell’1 per mille in più per il proprietario”. La novità vera sta nel fatto che l’imposta studiata dal Pdl andrebbe a sostituire per la parte strettamente immobiliare, l’Irpef (e le relative addizionali dovute sui redditi fondiari relativi ai beni non locati), affiancandola all’imposta comunale sugli immobili.  

A firmare l’emendamento in questione (che per altro prevede la riscossione suddivisa in tre versamenti a partire dal 16 aprile, poi a metà agosto e l’ultimo il 16 dicembre), il relatore Pdl alla legge di stabilità, il senatore Antonio D’Alì. La precisazione non è casuale. Si tratta, infatti, della risposta data dal Pdl sulla faccenda dell'Imu. Tradotto: il governo Letta non potrà in questo caso liquidare l’iniziativa come se si trattasse di una mozione sottoscritta dai 5 Stelle. Qui l’essenza delle larghe intese, il governissimo o governo di emergenza, sarà costretta a ragionare. Questione di peso specifico di chi permette, a braccetto con il Pd, la sopravvivenza al Governo stesso. Compreso sul grosso della questione: il Tuc non è previsto sulla prima casa, e in questo reintroduce l’esenzione anche per i terreni agricoli e i fabbricati rurali.

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