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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Italia

Terremoto, inverno e ora pure le tasse: la rabbia del Centro Italia in ginocchio

Economia al palo, paesi in macerie, 30mila sfollati, 2mila aziende chiuse, 20mila posti di lavoro persi e ora lo Stato batte cassa e chiede ai terremotati di pagare le tasse. E a chi non ha soldi il Governo consiglia di chiedere un prestito alle banche

Il 16 dicembre i terremotati del Centro Italia dovranno ricominciare a pagare le tasse, comprese quelle non versate grazie alle "sospensiva" accordata dal Governo ai cittadini del "cratere". Lo si legge nero su bianco nella lettera inviata ai sindaci dal Commissario per la ricostruzione del Centro Italia, Paola De Micheli.

Come già anticipato da Today.it per i terremotati una vera doccia fredda. Nonostante l'economia ancora in ginocchio, le macerie che ancora devono essere rimosse e gli oltre 30mila sfollati, lo Stato torna a batter cassa mentre tra le montagne del Centro Italia l'incubo di un nuovo inverno da sfollati ha l'immagine dela prima neve sulle vette. 

Con l'inverno tornano anche le scadenze dell'erario e il 16 dicembre riprenderà la riscossione dei tributi per i titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo e per gli esercenti attività agricole. L'unico sospiro di sollievo viene dalla non applicazione di sanzioni ed interessi per i tributi non versati come da sospensiva accordata dall'articolo 48 del decreto legge 189/2016.

La lettera è purtroppo un duro colpo per chi nelle aree del cratere tenta di ritornare ad una normalità quanto mai lontana ora che gli sforzi della ricostruzione non sono alleggeriti dall'onere tributario. "È gravissimo che il Commissario De Micheli ed il Governo non si rendano conto che le predette categorie non siano ancora nelle condizioni di produrre, generare profitti e quindi pagare le tasse". portesta Francesco Pastorella, coordinatore del Comitato Terremoto Centro Italia.

"Si dedicassero a preparare incentivi e interventi strutturali per evitare la chiusura delle aziende - ad oggi quasi 2mila - e la perdita di posti di lavoro - ad oggi quasi 20mila - anziché proporre convenzioni con le solite banche". 

La rabbia viene infatti anche dalla constatazione che per pagare i tributi i terremotati dovranno indebitarsi. E per i prestiti è il Governo a consigliare una lista di banche aderenti ad una convenzione stipulata tra lo Stato, tramite la Cassa depositi e prestiti, e l'associazione delle banche italiane Abi. I crediti saranno infatti garantiti dallo Stato e concessi a tassi agevolati da Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena e da alcune banche locali (Bcc del Velino, Bcc di Basciano, Bcc di Spello e Bettona, la banca dei Sibillini) aderenti alla convenzione "Plafond Moratoria Sisma Centro Italia".

"In particolare - si legge - i soggetti titolari di reddito di impresa e di reddito di lavoro autonomo e gli esercenti attività agricole possono chiedere alle banche un finanziamento agevolato per il pagamento dei tributi 2017 e 2018."

Secondo la convenzione il 30 novembre 2017 e il 30 novembre 2018 sarà la Cassa depositi e prestiti ad erogare i fondi alle banche contraenti che a loro volta, procederanno all'erogazione dei finanziamenti sui conti correnti intestati ai singoli beneficiari.

Alleghiamo la lettera che il commissario straordinario ha inviato ai sindaci dei territori terremotati di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria.tasse terremoto-2

Leggi la lettera del Commissario De Micheli (Pdf

Brutte sorprese anche per la ricostruzione le cui spese ricadranno sulle spalle dei cittadini, specialmente nel Lazio. Lo spiega la vicepresidente dei Geologi Lazio Tiziana Guida intervenendo al convegno “30 ottobre 2016 - Magnitudo 6.5: il punto dei Geologi a un anno dal sisma”.

“Vige un regolamento per le autorizzazioni sismiche, che prevede indagini minime obbligatorie. Indagini che garantiscono sì uno standard elevato in termini di sicurezza e qualità degli elaborati prodotti, ma che, ai fini della ricostruzione di un edificio, prevedono un costo maggiore rispetto al contributo previsto dalle Ordinanze”.

Guida spiega con un esempio concreto ciò che sta accadendo ai terremotati del Lazio: “Un immobile di 150 metri quadri con un danno medio riceverà un contributo per la ricostruzione di circa 135mila euro, il contributo per le indagini massimo è del 3%, quindi 4mila euro, mentre le indagini da eseguire, perché il progetto ottenga l’autorizzazione sismica ai sensi del Regolamento regionale dai competenti uffici dei Geni Civili, costeranno 9mila euro. In questa situazione, quindi, il proprietario di quell’immobile dovrà contribuire con diverse migliaia di euro affinché la progettazione della sua casa possa andare avanti: soldi che i cittadini spesso non si possono permettere, figuriamoci chi ha visto la propria abitazione sgretolarsi a causa del terremoto. E questo accade solo nel Lazio, l’unica regione ad avere questo tipo di regolamento"

Ma qual è la situazione nel Centro Italia dopo il terremoto?

Il bilancio della ricostruzione è ancora largamente insufficiente ad un anno dalla sequenza sismica che ha devastato il Centro Italia, colpendo Amatrice, Norcia, Accumuli, Macerata e tanti altri paesi tra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche.

Secondo gli ultimi dati ufficiali, risalenti al 20 ottobre, sulle 3.699 Sae (Soluzioni abitative di emergenza, ovvero le casette provvisorie) ordinate per i 51 comuni che ne hanno fatto richiesta, erano state consegnate ai sindaci 1.042 casette per gli sfollati delle quattro regioni del centro Italia colpite dai terremoti.

Di queste, 436 soluzioni abitative d’emergenza (Sae) erano state consegnate ad Amatrice, 188 ad Accumuli, 210 tra Cascia e Norcia, in Umbria, 207 in 5 comuni delle Marche (Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Monte Cavallo e Pieve Torina) ed una a Torricella Sicura, in provincia di Teramo, in Abruzzo. Complessivamente, secondo i dati forniti dalle Regioni, sono 3.699 le casette ordinate da 51 comuni: l’Abruzzo ne ha ordinate 246 per 13 comuni; il Lazio 827, per 6 comuni, le Marche 1.843 per 29 comuni e l’Umbria 783 per 3 comuni.

Leggi anche: Dimenticati dallo Stato non dall'Erario

Aggiornamento: Terremoto e mutui per pagare le tasse, il commissario De Micheli spiega

Le imprese potranno rateizzare a partire dal primo gennaio 2020 le imposte sospese nel 2016 e nel 2017, accedendo ad un mutuo completamente gratuito, da contrarre subito, le cui garanzie sono a carico dello Stato.  Lo precisa  il Commissario straordinario per la ricostruzione, Paola De Micheli.

"Tali imposte andranno pagate, detratta l’esenzione in de minimis (200.000 euro circa) e si verseranno solo per il differenziale anche per il 2018, come avvenuto per il 2017. Inoltre nella legge di bilancio è contenuta la norma Zona Franca Urbana che prevede la concessione di agevolazioni sotto forma di esenzioni fiscali e contributive in favore di imprese e titolari di reddito di lavoro autonomo che svolgono la propria attività o che la avviano entro il 31 dicembre 2017. Per i  cittadini che percepiscono reddito fisso, lavoratori dipendenti e pensionati De Micheli prevede una rateizzazione fino a 24 mesi e rinvio a maggio 2018 delle imposte sospese dal 24 agosto 2016. La sospensione del pagamento dei mutui per i privati verrà prorogata con un emendamento governativo, che verrà presentato la prossima settimana, al dl fiscale in discussione al Senato".

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