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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Primarie Pd senza favoriti, è tutto in alto mare: nuovo sondaggio "fa tremare" Zingaretti

Secondo un sondaggio Bidimedia pubblicato oggi, il mondo renziano converge compatto e con forza su Marco Minniti, e ora Nicola Zingaretti non è più il vincitore annunciato

Le ultime notizie >> Primarie Pd, il boom di Zingaretti

Tutto in alto mare in casa dem. L'incubo di un congresso che si trasforma in un "referendum tra renziani e anti-renziani" (Martina dixit) è più concreto che mai, sondaggi alla mano. Le primarie del Pd sono una gara a due senza un vero favorito, con Nicola Zingaretti seguito a ruota da Marco Minniti. E' quel che emerge un sondaggio Bidimedia pubblicato oggi. Il mondo renziano converge compatto e con forza su Minniti, e Zingaretti non è più il vincitore annunciato. 

Sondaggi: Zingaretti vicino al 40 per cento

Zingaretti è stato il primo a farsi avanti. Il Presidente della Regione Lazio, in campo da quasi 5 mesi, raccoglie infatti il 40% dei voti, registrando un calo del 4% rispetto ad ottobre. Zingaretti è tallonato da Marco Minniti, che lo segue con il 38% dei consensi. L'aumento per l'ex Ministro dell'Interno è del 9% rispetto alla precedente rilevazione, quando però non era ancora ufficialmente candidato alle primarie. Staccato, in terza posizione, ma lontano dalla coppia di testa, debutta Maurizio Martina. L'ex reggente si ferma al 9% dei voti, subito davanti a Matteo Richetti che soffre dell'ingresso di Minniti nella competizione, raccogliendo l'8% dei consensi (-6% rispetto ad ottobre). E' solo di ieri la notizia del ritiro di Richetti per sostenere proprio Martina.

Solo il prossimo sondaggio rivelerà se la mossa di Richetti riuscirà a rendere Martina più competitivo nei confronti del duo di testa. Ma appare una rincorsa impossibile, il distacco è eccessivo anche per i più ottimisti degli inseguitori.

Primarie Pd, l'ultimo sondaggio

sondaggio bidimedia pd s-2

Sembrano essere più che altro di bandiera le altre candidature. Sono molto distaccati gli altri tre sfidanti. Cesare Damiano guadagna due posizioni, anche se in retromarcia. L'ex Ministro del Lavoro raccoglie infatti il 2% dei consensi (-1% da ottobre), stesso valore di Francesco Boccia. Chiude la rosa dei candidati Dario Corallo che, dopo la sua polemica con Burioni, perde il 3% rispetto al mese scorso e si ferma all'1% dei voti. Non è stata sondata Maria Saladino, in quanto ha confermato la propria candidatura solo dopo la chiusura del sondaggio.

L'affluenza è stimata tra gli 1,4 e i 2,6 milioni di elettori e simpatizzanti del PD, in crescita rispetto alla rilevazione precedente. Oggi come oggi non c'è alcuna conferma su data delle primarie e sui candidati che effettivamente saranno presenti sulle schede. Da sottolineare che anche per questo mese nessun candidato riesce a superare il 50% dei voti, rimandando così l'elezione del Segretario al ballottaggio durante l'Assemblea Nazionale.

Martina: "Ecco perché mi candido"

Maurizio Martina si candida alle primarie del Pd perché è convinto che si debba "rompere gli schemi" ed evitare che il congresso diventi un "referendum" tra renziani e anti-renziani. Il segretario uscente del Pd lo ha detto in una intervista a 'Di martedì'. "Mi sono convinto di questo passo perché non credo al Pd serva un congresso-referendum, credo che ci sia bisogno di unire le nostre forze". "In questi mesi - ha aggiunto - sempre ho cercato di unire le nostre forze e dare messaggi di apertura. Io ho paura che un congresso sostanzialmente referendum tra chi vuole difendere tutto quello che è stato e chi non vuole riconoscere i passi che abbiamo fatto in questi anni non risolva le grandi contraddizioni del Pd".

"Penso sia giusto rompere gli schemi di questo Pd: a me non sono piaciute alcune logiche tattiche, di filiera, di corrente, che si sono organizzate già in queste settimane attorno ad alcune candidature. Penso sia giusto rompere questi schemi per unire il Pd, mettere in campo una nuova generazione". Ha concluso Martina: "Voglio discutere gli errori che abbiamo commesso, senza per questo voltarmi indietro".

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Bersani non voterà (ma dà consigli)

L'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani non voterà alle primarie del suo ex partito ma farà il "tifo" per chi sosterrà l'idea di un nuovo centrosinistra. Il voto alle primarie è escluso, "non mi sembrerebbe rispettoso" ha fatto sapere. Bersani chiede che il Pd sciolga "l'ambiguità" che a suo giudizio lo contraddistingue ora, se c'è un'ala più centrista che pensa a un "partito alla Macron" è bene che vada per la sua strada e che lasci "spazio a una sinistra popolare". L'ex segretario democratico ha parlato in una intervista a 'Di martedì'. "Il centrosinistra deve riorganizzarsi, ci vuole una proposta nuova. Il Pd è il pezzo più grosso di questo campo e io penso che mantenendo l'ambiguità di fondo che ha quel partito, finisce per imprigionare tutto il centrosinistra".

Insomma, "è ora di dirci che chi vuol fare una formazione civica, moderata, liberale alla Macron... La facesse! Chi vuol fare la testimonianza più radicale, la facesse. Ma si dia spazio per una sinistra popolare come esiste nei paesi unici che hanno fermato l'ondata di destra: Inghilterra, Spagna, Portogallo. Ciascuno prenda la strada che ha nel cuore".

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