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Venerdì, 19 Aprile 2024
Proteste / Carbonia-Iglesias

Sulcis, continua protesta in fondo alla miniera

Ci si avvia alla quarta notte a 373 metri di profondità. Stasera un centinaio di lavoratori partirà alla volta di Roma dove venerdì è in programma un tavolo ad alta tensione sul futuro del Sulcis.

Si è ferito tagliandosi le vene di un polso con un coltellino durante un incontro con i giornalisti nella miniera di Nuraxi Figus. Protagonista dell'episodio un operaio della Carbosulcis che è stato accompagnato in superficie e trasferito immediatamente all'ospedale di Carbonia.

Le sue condizioni sono buone, ha riportato solo ferite superficiali. Stefano Meletti, questo il nome dell'operaio ferito, durante l'incontro con la stampa ha gridato "è questo che dobbiamo fare, ci dobbiamo tagliare?". Il suo è stato un gesto velocissimo . Meletti, sindacalista delle Rsu, è stato bloccato dai colleghi.

L'episodio è una testimonianza del clima di tensione che accompagna la protesta e l'intera vertenza Carbosulcis. "Siamo pronti a tutto - ha detto un altro rappresentante sindacale, indicando la stanza blindata dove sono custoditi oltre 690 chili di esplosivo e 1.221 detonatori - È il momento dell'esplosivo".

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PROTESTA A OLTRANZA - A 400 metri di profondità, nelle viscere del Sulcis, i minatori sopravvivono trascorrendo la giornata a parlare, senza tv e internet. Nel buio delle gallerie arrivano solo i giornali dalla superficie mentre si attendono notizie da Cagliari e da Roma attraverso il telefono di cantiere. Il rumore degli skip, le gabbie degli ascensori che salgono e scendono dalla superficie, rompono il silenzio, insieme al rumore delle pompe sommerse, per evitare l'allagamento della gallerie.

Lì al livello -373, vicino alla 'ricetta' del pozzo, hanno allestito una sala di fortuna con tavolacci e cavalletti di fortuna, brande in legno, qualcuno dorme accanto alla 'riservetta' di cantiere, la santabarbara dove sono custoditi oltre 600 chili di esplosivo e i detonatori.

IN REGIONE ORDINE DEL GIORNO - Intanto il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato all'unanimità un ordine del giorno sulla vertenza Carbosulcis. L'ordine del giorno approvato impegna la giunta regionale a sollecitare il governo nazionale al rispetto delle decisioni del parlamento dando immediata attuazione alla legge 99/2009, a sostenere attivamente la vertenza e la lotta dei lavoratori della Carbosulcis e a riferire costantemente al Consiglio regionale gli sviluppi della vertenza.

DA GIOVEDì MARCIA SU ROMA -  Partiranno stasera dal porto di Cagliari, alle 20 con il traghetto per Civitavecchia, i 56 lavoratori dell'Alcoa di Portovesme (Carbonia Iglesias) che presidieranno per due giorni la sede del ministero dello sviluppo economico a Roma in concomitanza con il vertice di venerdì 31 da cui dipendono le sorti dello stabilimento sardo, cuore della produzione di alluminio in Italia.

Assieme agli operai anche i sindacati del territorio e le Rsu che guideranno una vera e propria 'marcia su Roma'. Con striscioni e bandiere i manifestanti, che partiranno dal Sulcis con un autobus a noleggio da 56 posti, effettueranno dei tratti a piedi nei 77 chilometri di strada che separano Civitavecchia dalla capitale. Qui la Questura di Roma ha autorizzato un presidio sino alle 20 davanti al Mise sia per domani che per dopodomani. Ad accompagnare gli operai anche una delegazione dei sindaci e amministratori locali che hanno chiesto al Governo di poter partecipare al tavolo tecnico.

GOVERNO: "NESSUNO SARA' ABBANDONATO" - Il progetto di riconversione della miniera di Nuaxi Figus per lo stoccaggio di anidride carbonica nel sottosuolo "non sta in piedi" perchè "costerebbe alla collettività intera circa 250 milioni di euro l'anno per 8 anni. Quasi 200 mila euro l'anno per ogni minatore. Una spesa insostenibile". Così il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio de Vincenti, in un'intervista a Repubblica. Ma, aggiunge "nessun lavoratore sarà abbandonato a se stesso. Il governo farà la sua parte insieme agli enti locali". Venerdì prossimo, al Mise, infatti, "torneremo ad affrontare con Regione e provincia il tema di come dare un futuro imprenditoriale sostenibile a tutta l'area del Sulcis, non solo alla miniera".

ENEL RISPONDE - "Rispetto a quanto riportato da alcuni media, va anzitutto precisato che Enel sta onorando il suo contratto per acquisire carbone dalle miniere del Sulcis. Si precisa inoltre che questo carbone, per poter essere utilizzato nel rispetto delle norme ambientali, deve essere miscelato con carbone a basso tenore di zolfo di provenienza internazionale (che non arriva nè dalla Cina o dalla Russia, ma da Colombia, Stati Uniti ecc.). Rispetto ai quali, il carbone della miniera locale ha infatti un contenuto di zolfo otto volte superiore". Lo sottolinea in una nota l'Enel.

"Per quanto riguarda il progetto integrato del Sulcis con cattura e sequestro della Co2 (Ccs), si ricorda che è la Regione che ha la responsabilità di promuovere un bando di gara internazionale per l'assegnazione del progetto - aggiunge Enel - In questo contesto, Enel non potrà essere in nessun caso un interlocutore privilegiato. Enel intende comunque seguire lo sviluppo della gara, consapevole, anche per esperienza gia' fatta in passato, che questo progetto ha elevata complessita' tecnica e contenuto innovativo e richiede quindi un significativo contributo pubblico".

RABBIA CGIL - "In Sardegna si continua a cancellare quel poco lavoro che c'è, mentre quel poco di lavoro che si crea è all'80% dei casi precario. Aumenta la disoccupazione giovanile, arrivata al 40% in tutta la regione con punte del 50% nel Sulcis, aumenta quella femminile, non si intravede nessuna prospettiva. E il governo, come ha fatto questa mattina sulla stampa il sottosegretario De Vincenti, continua a parlare di costi insostenibili e a presentare 'risposte realistiche' ma che in realtà non rispondono a niente".

Enzo Costa, segretario generale della Cgil Sardegna, non si mostra certo indulgente con il governo: "Risposte come quelle date da De Vincenti non sono quello che i lavoratori si aspettano dalla politica. Se le aziende come Alcoa o Carbosulcis abbandonano il terreno, per la Sardegna c'è solo miseria e disperazione. E queste sono condizioni in cui possono scoppiare lotte e proteste difficili da governare, per tutti". "Questo governo tecnico è convinto - conclude Costa - che si possa governare tutto con la logica ragionieristica. Dovrebbe invece ricordarsi che quando la gente va in piazza lo fa perchè esprime dei bisogni e difende il lavoro".

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