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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Movimento 5 stelle, ora traballa il vincolo dei due mandati

In caso di un rapido ritorno al voto la richiesta dei gruppi parlamentari ai vertici del partito (Casaleggio) sarà quella di chiedere un'eccezione: altrimenti la carriera politica di Luigi Di Maio e Roberto Fico sarebbe al capolinea

Il possibile ritorno alle urne rischia di porre fine alla carriera politica di molti degli esponenti più in vista del Movimento 5 stelle. E all'interno dello stesso M5s la questione è dibattuta, perché anche Luigi Di Maio è al secondo mandato e senza deroghe non potrebbe più ricandidarsi. 

Crimi: "Io tornerei al mio lavoro"

"Il vincolo dei due mandati non è mai stato messo in discussione, noi non abbiamo mai posto la questione, abbiamo delle regole, c'è un garante che è Grillo, solo lui eventualmente potrà prendere decisioni di questo tipo, ma nessuno di noi ha fatto richiesta, se si rivota nel 2018 io tonro al mio lavoro". Lo ha detto Vito Crimi del M5s, presidente della commissione Speciale al Senato, a L'intervista di Maria Latella su Skytg24.

"Abbiamo un garante che è Beppe Grillo, potrà parlare lui" dice invece Danilo Toninelli, capogruppo in Senato del M5s. "Non mi interessa proprio - ha detto Toninelli - è una regola scritta nel nostro statuto, io sono preoccupato per i problemi degli italiani, non sono preoccupato per me stesso".

Perché Di Maio potrebbe fare un passo di lato

In realtà invocando le elezioni i vertici del Movimento stanno automaticamente derogando alla regola dei due mandati. Moltissimi parlamentari infatti sono già adesso al secondo giro e secondo la regola non potrebbero sperare in un terzo perché, questo il senso originario, li trasformerebbe in politici di professione. 

Si chiederà "un'eccezione"

Secondo molti osservatori in caso di un rapido ritorno al voto la richiesta dei gruppi parlamentari ai vertici del partito (Casaleggio) sarà quella di prevedere un'eccezione, nel nome della legislatura appena cominciata, e riconfermare candidati tutti i 331 neoeletti. Proprio a partire da Luigi Di Maio e Roberto Fico, che essendo entrati in parlamento nel 2013 altrimenti sarebbero al capolinea della loro carriera politica.

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