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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Pene più soft per il voto di scambio: sarà approvazione senza discussione

Contro la nuova legge che punta, tra le altre cose, ad alleggerire la responsabilità dei politici "collusi" con la criminalità il M5s ha presentato oltre cento emendamenti. Tutto inutile: Calderoli chiama in soccorso la "ghigliottina". Il ddl va approvato così com'è: voto rinviato a martedì prossimo

Il comune di Priolo Gargallo chiama, il Parlamento di Roma risponde. Sembra follia, e lo è, ma la realtà in Italia spesso è in grado di superare ogni più fervida immaginazione. Parliamo del voto di scambio, uno di quei reati che proprio non si riescono a mandar giù: "Tu mi voti e io ...". L'ultimo caso di cronaca sul tema riguarda il comune in provincia di Siracusa: indagati il sindaco Antonello Rizza, il presidente del Consiglio, l'ex assessore alla Politiche sociali, cinque dirigenti comunali, tre imprenditori, un consulente esterno e un ex segretario generale. Le accuse, a vario titolo:  corruzione, concussione, voto di scambio e falso. "In particolare - si legge sul Corriere della Sera - gli investigatori avrebbero accertato che gli indagati avevano distratto fondi pubblici, compreso il fondo di riserva, destinando circa un milione e 800 mila euro a sussidi straordinari una tantum in cambio di voti elettorali".

Ebbene, mentre in Sicilia si procede alla notifica delle indagini a carico di queste tredici persone, a Roma, a Palazzo Madama, si discute proprio del voto di scambio ma anche di rendere il reato meno grave agli occhi della legge. L'obiettivo del "Palazzo" è chiaro: pene più "soft".

Neanche a dirlo, a scagliarsi contro questo sentimento di "indulgenza" sono stati principalmente i senatori del Movimento 5 stelle che hanno presentato ben 105 emendamenti mentre il 106 è stato scritto da Paola De Pin, ex grillina. Ebbene, per accelerare la discussione e magari renderla meno visibile agli occhi dell'elettorato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, ha schierato la "ghigliottina": discussione sul ddl sospesa, niente emendamenti, via al voto del testo.

Immediata, e non poteva essere altrimenti, la replica dei grillini con il capogruppo al Senato, Maurizio Santangelo, che ha urlato: "Voi non vi meritate il titolo di onorevole". Tutto inutile: l'aula ha dato l'ok, con voto favorevole, alla chiusura della discussione generale. Il tutto dietro la richiesta di Pd (firma Luigi Zanda), Forza Italia (Paolo Romani) e Nuovo centrodestra (Maurizio Sacconi). Chiaro l'obiettivo: fare in modo che la nuova legge possa entrare in vigore prima delle prossime elezioni Europee.

E poco importa che l'ex ministro della Giustizia, Nitto Palma, abbia provato a calmare gli animi provando a difendere la bontà del ddl: "C’è gente che parla di antimafia ma non la fa. E ritiene che parlarne lo possa proteggere da qualsiasi critica. Chi allunga i tempi per non approvare questo provvedimento fa un oggettivo favore alla mafia". La rabbia ormai si è impossessata di Palazzo Madama: in fondo, ridurre e rendere addirittura "non punibile" il politico per la sua "messa a disposizione" nei confronti del mafioso è qualcosa di difficile da spiegare alla cittadinanza. Non a caso proprio l'associazione Libera, che pur con oltre 450 mila firme aveva chiesto di "fare presto" con il nuovo ddl, aveva espresso forti perplessità sul tema della riduzione delle pene.

MOBILITAZIONE M5S - E intanto il Movimento 5 stelle ha annunciato quattro giorni di "mobilitazione sulle piazze e sulla Rete" contro il disegno di legge sul voto di scambio politico-mafioso che dovrebbe concludere il suo iter con il voto dell'aula del Senato martedì prossimo. "Spiegheremo agli italiani - ha dichiarato il nuovo capogruppo M5S a palazzo Madama Maurizio Buccarella, in carica da lunedì prossimo - il grande rischio che corriamo con questo ddl. La stessa libertà dei parlamentari dei partiti è coartata, quando guardiamo le stesse forze politiche che a distanza di una settimana ribaltano di 180 gradi il loro atteggiamento sulle norme antimafia". Nel mirino del gruppo stellato c'è in particolare l'alleggerimento delle pene detentive per l'articolo 416 ter del codice penale, votata alla Camera in terza lettura. "Oggi - ha spiegato Mario Giarrusso, senatore M5S e componente della commissione parlamentare antimafia - siamo riusciti a impedire la porcata utilizzando il regolamento del Senato. Ma questi vogliono distruggere l'opera di Giovanni Falcone: la fretta nell'approvare il provvedimento e la riduzione del 40 per cento delle pene per il 416 sono segni del fatto che ne hanno bisogno per fare accordi prima delle elezioni. E con lo sconto di pena anche per l'intermediario non mafioso fra il politico e il mafioso hanno garantito anche i portaborse".

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