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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Italia

Zingaretti per unire il partito, Renzi per governare l'Italia: il Pd prova ad andare oltre il referendum

Tensione con il "cerchio magico" che protegge e "malconsiglia" Matteo Renzi. All'orizzonte i nomi di chi potrebbe riunire il partito: si alzano le quotazioni del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti mentre dal Sud prende la rincorsa il Governatore della Puglia Michele Emiliano. Il primo a sciogliere la riserva è il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi

ROMA - Nazareno, sede del partito democratico: la direzione nazionale approva all'unanimità l'ordine del giorno del vice segretario Lorenzo Guerini che esprime "il sostegno alla scelta del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di conferire l'incarico a formare il nuovo governo a Paolo Gentiloni".

Palazzo Chigi, 5 dicembre: all’indomani del voto referendario il sottosegretario Luca Lotti braccio destro di Renzi, spingeva il premier a "ripartire dal 40%": lasciare palazzo Chigi a Gentiloni "nominato" direttamente dal Segretario con una "irrituale" chiamata al Quirinale, avendo chiara la  con la consapevolezza che per il Pd si aprirà una fase difficile invischiato nel correntismo di un partito con molti politici e nessun leader. 

La ricerca spasmodica di un compromesso al Nazareno ha evitato l’implosione del Partito. Come già avevamo sottolineato il 7 dicembre scorso fonti del Pd sostengono come sia alle stelle la tensione con il "cerchio magico" che protegge e "malconsiglia" Matteo Renzi. All'orizzonte cominciano a profilarsi i nomi di chi potrebbe riunire il partito: dopo l'autocandidatura dell' ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che si dice 'pronto a unire la sinistra fuori dal Pd', da Roma si alzano le quotazioni di Nicola Zingaretti: il Governatore del Lazio, all'ultimo anno di mandato alla Regione e dopo aver volutemente tenuto una posizione ai margini della discussione degli ultimi mesi, ha fatto sapere di essere disponibile a caricarsi su di sì la segreteria del partito.

Il primo atto lo scrive di sua penna in un lungo intervento sull'huffingtonpost in cui analizza il voto, l'affermazione del No e le tribolazioni dei "dem" e lo fa attaccando il correntismo che vede come "deriva irresponsabile e autodistruttiva". Parla da candidato segretario, e già ridisenga il "suo" partito: "Qualcosa evidentemente non ha funzionato se non siamo riusciti a tenere insieme nel nostro discorso i ricchi e i poveri e il sostegno alle energie più forti con l'accorciamento delle distanze tra chi ha e chi non ha. Non è poca cosa; perché la sinistra ha in questo la sua ragione fondamentale per esistere."

Non solo, guarda ad un nuovo centrosinistra di cui il Pd sia solo una parte, certo maggioritaria, ma cacape di "ragionare in termini di un campo largo democratico e progressista, aperto, plurale, capace di decidere attraverso forme rapide ed efficaci di democrazia di coalizione e anche attraverso un rapporto diretto con gli iscritti e gli elettori. Con questo spirito abbiamo vinto in tante città; penso all'esperienza di Pisapia a Milano, di Zedda a Cagliari, di Merola a Bologna e potrei continuare; e penso anche al risultato nel Lazio, seconda regione italiana, dove grazie allo spostamento verso di noi del 12% dell'elettorato, abbiamo potuto governare per 4 anni con una alleanza ampia e, mi sembra, all'insegna dell'innovazione, del cambiamento e della giustizia sociale".

La critica più forte non da ultima va "all'attivismo di gruppi, sottogruppi, correnti e infuocati "capi locali" è stato più forte dell'identità unitaria e di ogni capacità di ascolto. È prevalso il rifiuto pregiudiziale delle ragioni dell'altro, che sta rendendo il post referendum addirittura peggio del risultato: cadere è grave, non riuscire a reagire e rialzarsi è addirittura peggio".

Nella costruzione del suo pantheon democratico il Governatore del Lazio si presenta come l'homo politucus: "Non ho mai votato per Matteo Renzi e dopo i suoi trionfi non ho mendicato intorno alla sua corte; ma oggi con serenità dico che è profondamente ingiusto negare che rappresenti una grande forza e che grazie alla sua leadership il Pd si è ricollocato al centro della scena politica".

Una rotondità mutuata dal neo giolittismo che salirà a palazzo Chigi, che ridisegna il Partito Democratico in un tandem sempre meno futuribile che vede Nicola Zingaretti impegnato a riunire il Pd e in Matteo Renzi candidato premier a furor di popolo. 

emiliano

Un patto per il Pd osteggiato da quei capitani di ventura che forti dei successi in patria intreprendono la strada per Roma. Da Bari è iniziato il cammino del Governatore della Puglia Michele Emiliano verso la Segreteria del Partito Democratico che con un'iconica inaugurazione del Frecciarossa 1000 che collegherà giornalmente Taranto con Roma. Emiliano, noto anti Renzi, ha incontrato il suo collega della Basilicata, Marcello Pittella, di fede renziana. 

A Potenza, una stretta di mano, una posa davanti a tv e telecamere e un abbraccio sul piazzale della stazione.  E' da tempo che si sviluppano le trame di Emiliano: avere parallalamente come alleato sul tema della bonifica dell'Ilva di Taranto Papa Francesco, per  Michele Emiliano, potrebbe essere la consacrazione decisiva di una leadership ancorata a temi di rilevante portata sociale. Da Sud per tornare verso Nord, il primo a candidarsi è il presidente della regione Toscana Enrico Rossi che conferma con un post su Facebook la sua intenzione a lanciarsi nella corsa per la segreteria del PD. 

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