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Sabato, 20 Aprile 2024

Europa e America dicono addio alle fabbriche: il futuro è nella tecnologia

"I luoghi in cui si fabbricano fisicamente le cose seguiteranno a perdere importanza, mentre le città popolate da lavoratori interconnessi e creativi diventeranno le nuove fabbriche del futuro" scrive La Stampa

Europa e America dicono addio alle fabbriche, la produzione (non certo da oggi) si sposta in Cina.

Ma in Occidente restano le attività definito "ad alto valore aggiunto". Sono quelle che permetteranno ai paesi occidentali di sopravvivere, puntando sulla tecnologia.

Impossibile entrare in competizione diretta con l'Estremo Oriente. In Cina città che fino a qualche decennio fa non erano che minuscoli punti a stento percepibili sulle cartine si sono trasformate in floride megalopoli con migliaia di nuove aziende e milioni di nuovi posti di lavoro. Un esempio è Shenzen, che da villaggio di pescatori è diventata una sconfinata metropoli di oltre 15 milioni di persone, con la popolazione cresciuta di 300 volte e la città è diventata una delle capitali dell’industria manifatturiera del pianeta.  

La Stampa scrive:

Mentre Detroit e Cleveland perdevano posti di lavoro e si avviavano al declino, Shenzhen prendeva quota. Oggi è disseminata di grandi stabilimenti produttivi. È al primo posto tra i centri della Cina per volume di esportazioni e vanta uno dei porti più trafficati del mondo, pieno di gru enormi, camion imponenti e container di tutti i colori, che vengono trasferiti su navi da carico pronte a salpare per la costa occidentale degli Stati Uniti o per l’Europa.

Shenzhen è il luogo dove vengono assemblati l’iPhone e l’Ipad, esempi iconici della globalizzazione. Se comprate un iPhone online, vi viene spedito direttamente da Shenzhen. Il prodotto finale viene toccato da un solo lavoratore americano: l’addetto alle consegne dell’Ups. Che cosa resterà ai lavoratori statunitensi ed europei nei prossimi decenni?  L’occupazione nell’industria manifatturiera sta calando ormai da trent’anni. Dal 1985 negli Stati Uniti l’industria manifatturiera ha perso in media 372.000 posti di lavoro all’anno.  

Per avere una prospettiva di crescita, l'Europa non deve puntare sull'industria manufattriera:

Nei prossimi decenni la competizione globale sarà incentrata sulla capacità di attrarre capitale umano e imprese innovative. Il numero e la forza degli hub dell’innovazione di un Paese ne decreteranno la fortuna o il declino. I luoghi in cui si fabbricano fisicamente le cose seguiteranno a perdere importanza, mentre le città popolate da lavoratori interconnessi e creativi diventeranno le nuove fabbriche del futuro.

Fonte: La Stampa →
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