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Giovedì, 25 Aprile 2024

Alberto Angela è stato bocciato in quinta elementare (e solo ora spiega perché)

Il conduttore Rai e divulgatore scientifico, figlio di Piero, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, dove ha parlato del suo ultimo libro "Cleopatra. La Regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità"

Alberto Angela ha svelato alcuni dettagli sulla sua vita in un'intervista pubblicata sul Corriere della Sera. Amatissimo dal pubblico italiano per le sue capacità di divulgazione del sapere scientifico, ha parlato del suo ultimo libro "Cleopatra. La Regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità".  E non solo. Il figlio di Piero Angela ha inoltre spiegato come in quinta elementare sia stato bocciato, ma per un motivo ben chiaro: "Attenzione. Era una scuola molto rigida, non è che sono stato bocciato perché non studiavo. Era stato molto complicato, avevo fatto un esame e sono stato bocciato per un punto". Questo aneddoto poco conosciuto fu svelato dal padre Piero: "Come l’ho presa? Bene! Quando uno non fa bene deve essere punito! Gli bruciò molto, credo che gli abbia innescato una spirale virtuosa", spiegò il giornalista ospite di Bianca Berlinguer a Cartabianca

Poi, nell'intervista al Corsera, un passaggio sul papà: "Da quando abbiamo cominciato a lavorare insieme, tra noi c’è un rapporto tra colleghi, troverei fuori posto chiamarlo papà sul posto di lavoro", ha confessato. Chiarito quest’ultimo punto, il conduttore di "Ulisse, il piacere della scoperta" ha raccontato la sua ultima fatica su Cleopatra: "È stata una grande statista, non era egoista, ha agito per il regno, si è unita all’uomo più forte del momento, ma sia con Cesare che con Antonio è stato anche amore. Cleopatra è stata unica nell’arco della storia, parlava le lingue, scriveva saggi, leggeva. È incredibile come sia riuscita a essere sovrana lungimirante, condottiera, statista, madre, in una società maschilista. È una donna moderna, messa in una società antica. Oggi sarebbe potuta essere una manager di successo, leader delle finanze o dell’industria".

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Il divulgatore scientifico racconta anche quanto ci ha messo a scriverlo: "Pochissimo, due mesi e mezzo, tre. Nel frattempo giravo Ulisse, scrivevo di notte a casa, in viaggio tra una ripresa e l’altra".


Fonte: Corriere della Sera →
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