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Venerdì, 19 Aprile 2024

Allevamenti nell’Est a costo zero: i maiali ottengono l’Igp europea

Circa la metà della carne suina utilizzata nel Paese è di importazione estera e per i prodotti a marchio Igp non ci sono norme sulla limitazione geografica

Arrivano dall'est Europa e finiscono nelle filiere dei nostri salumi tipici contrassegnati dal marchio europeo Igp, l'Indicazione Geografica Protetta.

Non c'è nessuna limitazione geografica all'origine dei suini, si legge nel disciplinare di produzione del Prosciutto di Norcia, uno dei più noti tra le 13 produzioni Igp relative al suino riconosciute in Italia. Vi sono indicati con precisione misure e caratteristiche della coscia di maiale, le modalità di lavorazione e conservazione, la zona di produzione, gli standard di allevamento, ma non c'è nessuna indicazioni che riguardi luogo d'origine. Questo vale sia per il Prosciutto di Norcia come per la Coppa di Parma, lo Zampone di Monde, la Mortadella di Bologna, la Porchetta d'Ariccia, il Lardo di Colonnata, lo Speck dell'Alto Adige, il Cotechino di Modena e il Prosciutto di Sauris.

Questo dicembre entrerà in vigore il nuovo regolamento comunitario sulla tracciabilità delle carni fresche suine, che imporrà etichette più dettagliate, uniformandole a quelle già previste per le carni bovine (che seguono regole ferree imposte ai tempi della mucca pazza). Questo nuovo regolamento però non si applicherà ai salumi.

Secondo i numeri citati dall'inchiesta del Corriere della Sera, "circa la metà della carne suina utilizzata nel Paese è di importazione estera", mentre la maggioranza della carne prodotta in Italia finisce nella filiera dei prodotti Dop, come il prosciutto di Parma. Per i prodotti di origine protetta c'è infatti l'obbligo di utilizzo di capi nati e cresciuti all'interno dei confini nazionali.

"Due prosciutti su tre venduti oggi in Italia provengono da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna senza che questo venga evidenziato chiaramente in etichetta, dove non è ancora obbligatorio indicare l’origine", sostiene la Coldiretti, che lamenta anche in Italia "la possibilità di utilizzare le cosce di maiale congelate per produrre il prosciutto crudo stagionato".

Sempre più spesso la produzione di carne suina si sta spostando verso Est, dove le multinazionali del settore hanno trovato - spesso grazie anche al sostegno economico della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo - condizioni più favorevoli di produzione, come i costi minimi, i controlli meno severi, normative più morbide per quanto riguardano ambiente, lavoro, standard di allevamento e benessere animale. Ma le carni suine arrivano anche da paesi extra europei, come la Turchia. 

Fonte: Corriere.it →
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